Enerray realizza un impianto fotovoltaico per la raffineria ENI di Gela

La società del Gruppo Industriale Maccaferri inaugura un parco fotovoltaico da 995 kW per Eni a servizio dell’area industriale siciliana.

ADV
image_pdfimage_print

Enerray ha terminato la costruzione e la messa in esercizio di un impianto fotovoltaico su terreno che fornirà energia alla raffineria di Gela per conto di Eni New Energy, la nuova società del gruppo Eni dedicata allo sviluppo di progetti per la produzione di energia da fonte rinnovabile in Italia.

Il sistema realizzato da Enerray, controllata di SECI Energia (Gruppo Industriale Maccaferri), ha una potenza di 995 kWp, con una producibilità di 1.956 MWh/anno, ottenuta grazie all’utilizzo di tracker monoassiali di ultima generazione, che permettono ai 2.884 pannelli policristallini installati di orientarsi a seconda della posizione del sole.

L’impianto è il secondo che Enerray realizza per Eni e, nello specifico, si inserisce nel processo di riconversione della raffineria di Gela. La raffineria a ciclo tradizionale diverrà infatti un impianto di produzione di biocarburanti, riuscendo a rispondere alle più recenti direttive europee che impongono, su impianti di nuova costruzione, la riduzione delle emissioni di gas serra del 60% su tutta la filiera.

Ad aprile 2018 Enerray aveva già connesso alla rete un impianto fotovoltaico di potenza pari a 964 kWp interamente a supporto del “cervello” operativo per l’Eni Green Data Center, situato nel comune di Ferrera Erbognone (PV), a ridosso della raffineria di Sannazzaro de’ Burgondi.

“Il rinnovo della fiducia da parte di un importante player dell’energia italiano e di livello internazionale come Eni, è la conferma della qualità dell’operato e dei servizi offerti da Enerray, che ha già alle spalle oltre 240 impianti realizzati nel mondo”, ha commentato Andrea Venezia, CEO di Enerray.

“Enerray, anche in questa occasione, ha trovato la soluzione più idonea per risolvere le esigenze specifiche del cliente, garantendo un elevato livello costruttivo dell’impianto, tramite l’utilizzo di una struttura zavorrata al suolo e con cavidotti realizzati in cemento armato carrabile, vista l’impossibilità di effettuare scavi a causa della tipologia del terreno”, ha spiegato Andrea Venezia.

Per informazione: Enerray

ADV
×