Tutto quanto ci circonda è il risultato di un continuo aggiustamento di imperfezioni, dalla natura alle nostre vite, dalle scoperte alle invenzioni.
Non siamo difronte ad un progetto universale o di un fine ultimo delle cose, argomento fideistico o tipico dei positivisti, ma piuttosto a una sequela di espedienti che correggono e modificano.
Come la natura l’umanità non è diversa ed evolve attraverso prove ed errori. A volte abbagli così grossolani da diventare persino proficui e capaci di farci fare dei passi avanti, a volte piccoli, altre volte epocali.
Questo incipit, un po’ banalizzato dal sottoscritto, è anche presente nel nuovo libro di GB Zorzoli, un riconosciuto esperto di energia a livello nazionale, che stavolta si è divertito, come ci ha confessato, a ripercorre una serie di errori che hanno cambiato il corso della storia, anche se solo alcuni hanno a che fare con la tematica energetica.
Il titolo del libro, “Gli errori fecondi. Come uno sbaglio può contribuire al progresso” (Editrice Il Mulino, 2024, pp. 136), racconta dieci storie di errori che, a dispetto di chi li ha commessi, hanno fatto evolvere la comunità umana, portando vantaggi e a volte anche altre criticità.
L’errore è connaturato all’universo e a noi umani, e come scrive Zorzoli, citando Telmo Pievani, la perfezione sarebbe la fine della precarietà e dell’instabilità, dalle quali invece possono nascere nuove cose e nuove idee.
Ma la sanzione sociale dell’errore fa sì che gli stessi protagonisti delle storie raccontate nel libro hanno spesso provato in tutti i modi a disconoscere o ad occultare quegli errori che avevano commesso che, malgrado tutto, poi si sono rivelati, appunto, “fecondi”.
Evitando di anticipare troppo, possiamo però accennare alcuni temi del libro che non poteva che esordire con l’avventura di Cristoforo Colombo e la sua “inconsapevole” e fortunosa scoperta delle Americhe.
La storia del petrolio è un’altra di quelle costellate da errori, disattenzioni e circostanze, per così dire, fortunate. Fleming e la scoperta della penicillina, dove buona sorte, genialità e superbia, fanno chiarezza su un personaggio a luci e ombre.
Millikan e i suoi esperimenti “validi e approssimativi” sull’elettrone. Poi ecco l’inventore del concetto di ecologia nella seconda metà dell’Ottocento (lo zoologo Haeckel), eppure l’antesignano dell’impianto teorico del nazismo.
Un altro capitolo dedicato all’energia: su come le due crisi petrolifere (1973 e 1979) gettarono, anche se in maniera ben poco coerente, le prime basi per una spinta del mercato e della ricerca nelle fonti rinnovabili.
L’approccio con il nucleare in un successivo capitolo racconta come, anche partendo da tesi probabilmente non corrette, consentì di creare, per fortuna, un’opinione pubblica contraria alle centrali atomiche in Italia. E poi la stretta connessione tra governo tedesco e industria e la sua egemonia sulle politiche di decarbonizzazione europee, tra sbagli e nuove opportunità.
Un altro capitolo parte dallo scandalo “dieselgate” della Volkswagen, con i suoi errori, stavolta volontari, per capire come esso si sia legato a dare impulso ad una nuova industria di batterie e auto elettriche.
Infine, la divertente storia della Pfizer e della sua pillola che non curava affatto l’angina pectoris.
Diversi personaggi, alcuni mitizzati dalla storia, riportati ad una dimensione umana con le loro debolezze, scorrettezze e miserie, miste alla loro innovativa genialità.
Insomma, un libro ricco di spunti e di informazioni, dal carattere divulgativo e, al tempo stesso, “alto” per i concetti affrontati e ben spiegati, con molte citazioni e fonti.
Tanti fatti (ed errori) sono correttamente contestualizzati all’epoca dei protagonisti, ma poi Zorzoli riporta ai nostri giorni gli effetti di quella innovazione e/o sbaglio di cui sono stati attori e fautori.
Un libro per tutti, anche se mi permetterei di consigliarlo soprattutto ai più giovani, spesso indotti da una narrazione da social media e preconfezionata ad avere il terrore di commettere sbagli e anche per quelli che ritengono di avere fin troppe certezze.
Perché, come scrive GB, dobbiamo saper convivere con l’errore. Nelle sue conclusioni infatti ribadisce: “abbiamo diritto all’errore, connaturato alla nostra congenita imperfezione, deve essere inserito tra quelli posti a garanzia delle libere scelte di tutti gli abitanti del Pianeta, e, aggiungo, deve essere centrale nella valutazione delle scelte compiute”.