Per avere una visione d’insieme sulle politiche energetiche necessarie al nostro paese è utile capire le interazioni tra la riduzione dei consumi e la diffusione delle rinnovabili.
Dopo aver parlato in tema di efficienza energetica delle potenzialità della riqualificazione edilizia (Efficienza energetica: dobbiamo impegnarci di più, a partire dalla riqualificazione edilizia), vediamo l’andamento energetico nel settore industriale e dei trasporti.
Nell’industria va sottolineata la fortissima riduzione registratasi negli ultimi 17 anni.
Tra il 2000 e il 2017 il calo dei consumi finali è stato addirittura del 31%. Ricorrendo alla scomposizione di Odyssee, si nota come la domanda sia calata del 18% a causa di modifiche strutturali e di chiusure di stabilimenti, in particolare dopo la crisi del 2008.
Ma una quota anche superiore, pari al 24% dei consumi del 2000, è stata ottenuta proprio grazie ad interventi di efficienza energetica. A questi dati si deve aggiungere un incremento di consumi legati a nuove attività e a cambiamenti strutturali delle aziende.
L’ultimo rapporto annuale dell’Enea sull’efficienza energetica (Raee 2020), evidenzia come il trend sia continuato, e che nel 2018 i consumi si siano ulteriormente ridotti del 2,5%.
Come dimostrano questi dati, il comparto industriale ha prestato una discreta attenzione agli interventi per ridurre i consumi. Gli audit energetici e i provvedimenti di incentivazione, fra cui i titoli di efficienza energetica, hanno aiutato il settore.
Anche se, come noto, i certificati bianchi negli ultimi anni hanno evidenziato forti problematicità: nel 2019 si è registrato un calo del 24% dei titoli riconosciuti dal Gse.
Sempre dal Rapporto dell’Enea 2020 si evidenzia come, rispetto all’obiettivo per il periodo 2011-2020 previsto dal Piano d’Azione dell’Efficienza Energetica, i risparmi energetici conseguiti con i vari strumenti a disposizione, incentivi e normative nel 2019 sono stati pari a circa 12 Mtep/anno.
Siamo cioè ad oltre i tre quarti dell’obiettivo finale al 2020, ma, mentre il settore residenziale ha già ampiamente superato l’obiettivo atteso al 2020, i trasporti sono a metà del percorso previsto.
Dunque, se è vero che si può e si deve fare di più nel settore civile, occorrerà nei prossimi anni prestare un’attenzione maggiore sul fronte della mobilità. Peraltro. l’attuale crisi del Covid sta già dando indicazioni che porteranno a mutamenti comportamentali anche sul medio e lungo periodo.
Pensiamo ad esempio al larghissimo utilizzo dello smart working, e al potenziale grande spazio per il South working di chi ritorna al Sud e lavora per aziende del Nord o estere.
E va registrata anche l’espansione delle piste ciclabili e la forte crescita, grazie agli incentivi, delle vendite di biciclette che nel 2020 potrebbero superare i due milioni, quasi 350mila in più rispetto al 2019.
E sempre il Covid ha messo in evidenza le criticità del trasporto pubblico e la necessità di un suo deciso rafforzamento. Ed è probabile anche un forte aumento delle soluzioni in sharing.
Infine, c’è da aspettarsi nei prossimi anni un boom delle auto elettriche. È emblematico il dato di settembre sulle vendite europee che evidenzia per la prima volta il sorpasso delle auto elettrificate nei confronti del diesel, crollato a poco meno del 25% del mercato.
Abbinare efficienza e “sufficienza”
A fronte di obbiettivi climatici sempre più ambiziosi, si dovranno abbinare agli interventi tecnologici per aumentare l’efficienza, quelli comportamentali per ridurre la domanda.
Cioè coniugare all’efficienza la “sufficienza”. Secondo Wolfgang Sachs, «mentre l’efficienza consente di fare bene le cose, la sufficienza implica che si facciano cose giuste». In modo più efficace, in inglese “while efficiency is about doing things right, sufficiency is about doing the right things”.
Ovvero, si devono individuare le soluzioni più idonee e commisurate alle reali necessità. Se compro un Suv a bassi consumi, non è detto che il suo impatto climatico sia inferiore rispetto alla utilitaria che ho appena rottamato.
Una vita più sobria, come ci ricorda anche papa Francesco, sarà una componente importante nel raggiungimento di obiettivi climatici molto ambiziosi.
Efficienza e energie rinnovabili
Ma, come detto, non è possibile affrontare l’evoluzione della domanda e dell’offerta di energia senza porci degli obiettivi sulla crescita delle fonti rinnovabili.
I nuovi obiettivi al 2030 comporteranno una percentuale di elettricità verde vicina al 65% dei consumi contro l’attuale quota del 35%.
Si dovranno quindi realizzare, oltre ad un paio di milioni di installazioni di piccola scala distribuite sul territorio, anche grandi parchi eolici e fotovoltaici. Ma chi si oppone alla diffusione delle centrali solari ed eoliche sostiene, giustamente, che occorrerebbe prima spingere al massimo sulla riduzione dei consumi.
Si deve però osservare che anche se le politiche di efficientamento riguarderanno certamente elettrodomestici, motori elettrici, illuminazione, ecc.; la domanda di kWh crescerà comunque a causa della elettrificazione dei consumi. Pensiamo alla diffusione delle auto elettriche o delle pompe di calore.
Quindi, nello scenario virtuoso dei prossimi decenni si vedrà una riduzione complessiva dei consumi grazie a un miglioramento dell’efficienza/sufficienza, ma anche un aumento della domanda elettrica.
E una crescita esplosiva delle rinnovabili.
tratto dall’articolo “Un’efficienza più ambiziosa, bella e virtuosa”, n.3/2020 della rivista Energia ambiente e innovazione (Enea)