Dl Energia, anche le Regioni bocciano i nuovi contributi a carico delle rinnovabili

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Anita Pili, coordinatrice Energia per la Conferenza delle Regioni, in audizione alla Camera ha parlato di una "doppia tassazione" in riferimento all'art. 4 del decreto da convertire in legge.

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L’articolo 4 del decreto Energia continua a sollevare critiche.

Dopo quelle degli operatori delle rinnovabili (qui l’audizione di Italia Solare) è il turno delle Regioni, rappresentate da Anita Pili, assessora all’Industria della Sardegna e coordinatrice per l’Energia per la Conferenza delle Regioni, che ha parlato di una “doppia tassazione” per le imprese che faranno investimenti nelle rinnovabili sui territori.

Detto articolo, ricordiamo, istituisce il fondo per incentivare le Regioni a ospitare impianti a fonti rinnovabili, finanziato tramite due canali: i proventi delle aste di CO2 e i contributi dei titolari di impianti Fer, pari a 10 euro per ogni kW di potenza da versare per tre anni.

Dovranno pagare tutti gli impianti a rinnovabili oltre 20 kW, esclusi idroelettrici e geotermici, autorizzati tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2030.

Sentita in audizione dalle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera, nell’ambito della conversione in legge del decreto 181/2023, Pili si è soffermata su queste ulteriori “compensazioni” a favore dei territori, spiegando che rispetto all’articolo 4, “la questione che ci pare un po’ limitante è che chi farà gli investimenti nei nostri territori saranno i privati”, pertanto ci sarà “il raddoppio delle posizioni richieste in termini di contribuzione ai soggetti che faranno gli investimenti e quindi alle imprese”.

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