Dl Agricoltura e FV, termine emendamenti il 13 giugno. Scontro tra ambientalisti

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Emendamenti fino a domani, 13 giugno. Sul fotovoltaico in aree agricole, Amici della Terra vorrebbe colpire anche i progetti già avviati, mentre il Wwf chiede di togliere completamente il divieto.

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Durante le ultime audizioni sul dl Agricoltura, la commissione Industria del Senato ha spostato di un giorno il termine per la presentazione degli emendamenti, posticipandolo a domani 13 giugno.

Tra i molti pareri raccolti sull’articolo 5 che ferma i nuovi impianti FV a terra in aree agricole, ci sono anche quelli delle associazioni ambientaliste, con visioni divergenti tra il fronte rinnovabilista dell’ambientalismo e associazioni più orientate alla difesa del territorio come Amici della Terra.

Per Amici della Terra sbagliato tutelare i progetti avviati

Particolarmente dura la posizione di Amici della Terra contro il fotovoltaico. Per l’associazione, da anni attiva nel frenare le Fer elettriche, il decreto è troppo morbido contro il solare.

“Con l’articolo 5, il governo consente l’invasione dei terreni agricoli da parte degli impianti agrivoltaici con moduli sopraelevati dal terreno e salva le procedure autorizzative in corso”, è la principale accusa.

Amici della Terra fa presente che “gli impianti fotovoltaici con procedure in corso, con una potenza uguale o maggiore di 10 MW, che hanno fatto richiesta di connessione a Terna sono circa 145 GW” (qui va precisato però che solo una minima parte delle richieste di connessione si traduce poi in progetti realizzati, e che, comunque, secondo la versione del decreto attualmente in vigore, sono fatti salvi solo i progetti con “procedure abilitative, autorizzatorie o di valutazione ambientale già avviate” ).

“Esentare dall’applicazione delle limitazioni previste dal dl una mole così ampia di impianti fotovoltaici in fase istruttoria significherebbe vanificare la norma, che intende porre un freno all’invasione indiscriminata dei terreni agricoli da parte dei pannelli fotovoltaici”, si legge nella memoria.

Per questo, la presidente di Amici della Terra, Monica Tommasi, ha chiesto che l’articolo 5 comma 2 del dl Agricoltura venga modificato estendendo il divieto anche alle procedure in corso, in linea con quanto chiesto e ottenuto dalle Regioni con lo stralcio dal decreto Aree idonee dell’articolo 10, che tutelava i progetti avviati prima che le Regioni attuino il dm.

Per il Wwf a rischio gli obiettivi Fer 2030

Di tutt’altro avviso il Wwf Italia che chiede “la soppressione o una sostanziale modifica” del citato art. 5, “che vieta di fatto l’installazione di impianti fotovoltaici a terra in tutte le aree agricole, persino in aree già qualificate come aree idonee, ad esempio i siti oggetto di bonifica”.

“La norma, riducendo le opportunità di multifunzionalità delle aziende agricole, rappresenta una significativa penalizzazione per gli agricoltori, privati della possibilità di diversificare le proprie fonti di reddito. Per il Wwf, fotovoltaico e agricoltura possono e devono convivere in modo sostenibile per l’ambiente e per gli agricoltori”, si legge nella nota dell’associazione.

“Con le tecniche adeguate, l’installazione di impianti fotovoltaici a terra non comporta consumo di suolo, ma occupazione temporanea e non irreversibile. In questa prospettiva, è paradossale che si vieti il fotovoltaico a terra, mentre la legge sul consumo di suolo resta nei cassetti”.

Ricordando che il governo, con il Pniec da approvare entro questo mese, si è già impegnato a semplificare l’iter autorizzativo per le rinnovabili e a quadruplicare entro il 2030 l’obiettivo di crescita del FV, portandolo a 79.921 MW dai 21.650 MW installati nel 2020, l’associazione sottolinea che “eliminare totalmente le aree agricole mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi”.

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