Da artigiano a esperto di gestione energetica: il tecnico-installatore cambia pelle

  • 5 Giugno 2019

Nuove tecnologie, competenze trasversali, autoconsumo elettrico, prosumer. Con Carmine Battipaglia, presidente di CNA Installazione Impianti, abbiamo approfondito come sta cambiando l’edilizia per le piccole e medie imprese.

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Come deve cambiare la figura del tecnico-installatore?

Con le nuove tecnologie che si stanno affacciando nell’edilizia, il punto fondamentale è la capacità di sommare e integrare competenze diverse, con un occhio di riguardo alla gestione dell’energia.

Questo, in sintesi, il pensiero di Carmine Battipaglia, presidente di CNA Installazione Impianti, che QualEnergia.it ha sentito per approfondire alcuni temi emersi dall’ultimo rapporto CRESME-CNA sul mercato italiano del settore.

Mercato che nel 2018 ha registrato un fatturato di 62,5 miliardi di euro, in crescita del 3,6% rispetto ai dodici mesi precedenti, considerando tutte le categorie degli impianti installati negli edifici (idrotermosanitari, elettrotecnici/elettronici e così via), grazie soprattutto allo stimolo impresso dalle varie agevolazioni fiscali.

Trasversalità è la parola-chiave che secondo Battipaglia deve orientare il comparto delle costruzioni, soprattutto quello delle piccole e medie imprese.

“Le competenze specifiche di ogni settore vanno integrate in una dimensione più ampia, che include la sfera culturale”, spiega allora Battipaglia, “perché si sta passando dalla logica di soddisfare un bisogno energetico all’idea di poter gestire quel bisogno, attraverso un sistema di dispositivi, impianti, applicazioni”.

Insomma, anche l’artigiano, afferma il presidente di CNA Installazione Impianti, “deve iniziare a ragionare in ottica prosumer, guardando alla prossima evoluzione del cliente-utente che diventerà sempre più attivo, in grado di gestire una buona parte del suo consumo energetico”.

È la strada richiesta dalle stesse direttive europee, che puntano a eliminare le barriere che finora hanno ostacolato lo sviluppo della generazione distribuita di energia, soprattutto nei condomini (vedi anche qui come si sta muovendo il governo su tale fronte).

In Italia, infatti, le attuali norme non consentono di realizzare impianti per l’autoconsumo elettrico collettivo e condiviso, quindi in pratica, chiarisce Battipaglia, “chi vive in un condominio non può utilizzare per i suoi consumi individuali l’elettricità prodotta da un impianto fotovoltaico sul tetto dell’edificio, né può scambiare chilowattora con i suoi vicini, perché la legge impone di sfruttare quell’energia solamente per alimentare le parti comuni, come le luci delle scale o i motori degli ascensori”.

Ma presto le cose cambieranno e si apriranno le porte a questo genere di investimenti.

Qui la nota dolente riguarda la possibilità per le imprese più piccole di finanziare lavori di una certa entità, dove sono invece favorite le grandi compagnie e le utility.

Parliamo dei lavori che rientrano nell’ecobonus e sismabonus per la riqualificazione energetica degli edifici: chi ha diritto alle agevolazioni fiscali può cedere il credito corrispondente alla ditta che esegue gli interventi, ottenendo così uno sconto di pari ammontare sulla somma dovuta.

In altre parole: l’azienda anticipa la maggior parte delle spese che poi andrà a recuperare sotto forma di credito fiscale in compensazione.

Tuttavia, osserva Battipaglia, “è indispensabile prevedere un accompagnamento finanziario per le piccole-medie imprese, ad esempio con eco-mutui o eco-prestiti concessi dalle banche, collegati ai singoli progetti di riqualificazione che si vogliono realizzare”.

Al contrario, il meccanismo attuale della cessione del credito finisce per gravare interamente sui bilanci delle aziende, che in molti casi si trovano in difficoltà a finanziare i lavori più estesi e complessi per interi condomini, soprattutto se entrano in gioco le riqualificazioni profonde (deep renovation).

Tornando ai prosumer, un’evoluzione da seguire attentamente, prosegue Battipaglia, è quella della mobilità elettrica. Qui le frontiere tecnologiche si stanno già indirizzando verso le soluzioni Vehicle-to-Grid (V2G) con le prime sperimentazioni, in modo da trasformare le batterie delle auto elettriche in dispositivi intelligenti che possono prelevare/cedere energia attraverso la rete.

Quindi con il fotovoltaico, le batterie e l’auto elettrica, spiega Battipaglia, “in futuro il condominio potrebbe diventare un unico blocco di tecnologie connesse, incentrate sull’autoconsumo collettivo di energia e sulla fornitura di servizi al sistema elettrico”.

In pratica, l’edificio si trasformerebbe in una sorta di “nodo” della rete stessa, grazie alle molteplici funzioni per gestire attivamente la produzione e il consumo di elettricità, anche in base all’andamento dei prezzi zonali nelle diverse ore del giorno.

Può darsi che tra qualche anno sarà comune vedere punti di ricarica condominiali aperti a tutti gli automobilisti, che potranno fare il pieno di chilowatt generati dai tetti fotovoltaici…

Intanto, si registra una tendenza crescente a elettrificare i consumi finali di energia, puntando su mix tecnologici che comprendono le pompe di calore (anche condominiali con impianti centralizzati) per il riscaldamento/raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria, i piani cottura a induzione e le unità per la ventilazione meccanica controllata.

“Si sta cercando di convertire una parte dei consumi dai combustibili fossili verso l’elettrico, in modo da sfruttare il più possibile le energie rinnovabili autoprodotte”, chiarisce Battipaglia, ricordando infine che questa tendenza sta accelerando anche grazie alla realtà digitale.

Il riferimento è all’IoT, Internet of Things, cioè il “web delle cose” che rende tra loro connesse tutte le singole tecnologie, dalla caldaia al termostato, passando per gli elettrodomestici, gli accumulatori al litio, gli impianti fotovoltaici e così via.

Ecco perché il tecnico-installatore deve riunire più competenze, essere trasversale, costantemente aggiornato, pronto a guidare questo processo di consapevolezza che l’energia non va semplicemente consumata, ma anche e soprattutto gestita con intelligenza.

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