Crowdfunding e accettabilità sociale per i grandi impianti a fonti rinnovabili

Aumentare l’accettabilità sociale degli impianti di grande taglia fotovoltaici o eolici. L'iniziativa di Enel e Falck Renewables con il coinvolgimento dei cittadini residenti nelle aree limitrofe agli impianti.

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Sulla piattaforma Ener2Crowd, specializzata in lending crowdfunding energetico, sono presenti due campagne di raccolta per altrettanti impianti di Enel Green Power e Falck Renewables.

Entrambi riguardano impianti fotovoltaici, realizzati con tecnologie innovative.

Con il lending crowdfunding si può prestare denaro a imprese in cerca di fondi a fronte di un interesse e del rimborso del capitale a tassi e tempi concordati.

“La realizzazione di questi impianti aiuta il percorso di decarbonizzazione della produzione di energia”, ci dice Giorgio Mottironi di Ener2Crowd. “Con queste iniziative, per le comunità locali c’è l’opportunità di conseguire anche un beneficio finanziario diretto e una maggiore responsabilità sociale”.

La possibilità di condividere con i cittadini e con l’Ente Locale la proprietà degli impianti, destinando parte dell’energia prodotta al consumo locale, dà dei maggiori benefici (vedi Il valore dell’energia rinnovabile a KM ZERO) e consente di coinvolgere l’intera comunità locale, compresi coloro che non possono permettersi neanche i 100 euro della pur bassa quota minima di accesso alle iniziative.

Vediamo quali sono le soluzioni che hanno trovato le due imprese con i loro progetti proprio rispetto al coinvolgimento della comunità locale, al consumo di suolo, all’integrazione con l’attività agricola, alla comproprietà degli impianti e all’utilizzo locale dell’energia prodotta.

Ne abbiamo parlato con Eleonora Petrarca, Head of Business Development Italy di Enel Green Power, e Giangiacomo Altobelli, responsabile relazioni con il territorio di Falck Renewables.

L’impianto FV di Enel Green Power in provincia di Ferrara

Per l’EGP si tratta di un impianto fotovoltaico di 17 MWp in costruzione su un terreno a destinazione produttiva di circa 22 ettari nel comune di Poggio Renatico, in provincia di Ferrara. Con una produzione di energia rinnovabile pari al fabbisogno annuo di circa 8300 famiglie.

Verranno utilizzati moduli bi-facciali ad inseguimento che assorbiranno energia da entrambi i lati massimizzando la produzione di energia rinnovabile.

Dopo un periodo riservato ai soli residenti del Comune, la campagna è stata in seguito aperta a tutto il territorio nazionale e ha raggiunto la quota di 200.000 euro, il massimo della raccolta. Con differenti piani di restituzione del capitale versato, il finanziamento promette tassi di rendimento annui del 4,5% lordo, che salgono al 5,5% per i residenti.

Rispetto a quelle che un tempo chiamavamo compensazioni, Enel Green Power ha ideato il programma “Energia solidale”, che rientra nel progetto “Scelta rinnovabile” di cui fa parte l’iniziativa ferrarese, con lo scopo di estendere i benefici economici ai soggetti che soffrono di povertà energetica.

A valle di opportuni bandi comunali ad evidenza pubblica per l’identificazione degli aventi diritto, è prevista la copertura, totale o parziale ed entro certi limiti temporali, della spesa relativa alle bollette elettriche sostenuta dai cittadini a basso reddito residenti nei Comuni interessati dall’iniziativa.

Trattandosi di un impianto fotovoltaico a terra, pur in un terreno con connotazione industriale, il tema principale è stato quello del consumo di suolo.

“Secondo l’attuale PNIEC – ci dice Eleonora Petrarca – si richiedono almeno 40 GW di nuove rinnovabili al 2030, di cui, si stima, 30 GW da soddisfare con impianti di grande taglia. Insieme agli impianti rinnovabili già oggi in esercizio questi occuperanno il suolo italiano per circa lo 0,5%, destinato a ridursi con l’evoluzione tecnologica. Un consumo di suolo che è pari a circa la metà dello spazio attualmente occupato da piazzali e parcheggi”.

In virtù di questi numeri secondo Enel Green Power, quello del consumo di suolo è un falso mito; la decarbonizzazione resta l’obiettivo.

“Tra le prossime iniziative di Scelta Rinnovabile includeremo anche progetti di agrivoltaico – spiega Petrarca – che stiamo sviluppando già oggi laddove vi è l’opportunità di utilizzare o riutilizzare al meglio tutte le risorse, tra cui il terreno, integrando e valorizzando colture idonee con il contributo di Università e Centri di ricerca, eventualmente anche attraverso iniziative di fitodepurazione per la valorizzazione di terreni ad oggi non coltivati”.

“Quanto all’opportunità di condividere la proprietà degli impianti ed eventualmente l’energia prodotta con i cittadini – aggiunge – il Gruppo è impegnato attraverso i progetti e le soluzioni della società Enel X sulle Comunità Energetiche”.

“Purtroppo, abbiamo lunghi e incerti tempi per l’autorizzazione dei progetti, che spesso richiedono anche di varianti per il loro adeguamento tecnologico. Sono i procedimenti autorizzativi che non sono pienamente efficaci rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione del Paese, non tanto questi impianti”.

L’impianto siciliano agrivoltaico di Falck Renewables

L’impianto di Falck Renewables da 9,7 MWp è ubicato nel comune di Scicli,in provincia di Ragusa, su un terreno di circa 22 ettari, di cui 5 interamente dedicati alla piantumazione di alberi. La producibilità è di 20.000 MWh/anno, come il fabbisogno di oltre 5mila famiglie.

La campagna, tuttora in corso, che mira a una raccolta massima di 300.000 euro, è riservata ai residenti del Comune di Scicli, in provincia di Ragusa, il cui investimento è remunerato con un tasso di interesse del 5%, e a quelli della Sicilia, con un tasso del 4%. Nei primi dieci giorni di campagna è prevista una premialità aggiuntiva dell’1%.

Quello installato sarà un sistema agrivoltaico innovativo, costituito da pannelli fotovoltaici orientabili, con una resa di 2.000 MWh/MWp.

“I pannelli ruoteranno su un asse disposto a 2-2,5 metri dal suolo – spiega Giangiacomo Altobelli – per permettere una migliore ricezione del sole da est a ovest. Quando i pannelli si troveranno tutti orientati a est o a ovest, lo spigolo superiore dei moduli arriverà a circa 4,5 metri dal suolo. Questa disposizione renderà possibile la coltivazione”.

“Siamo impegnati a progettare solo agrivoltaico – aggiunge Altobelli – e con questa scelta non solo non consumiamo suolo ma tendiamo a valorizzarlo recuperando colture abbandonate. Grazie al diritto di superficie acquisito oltre alla realizzazione dell’impianto, ci occuperemo della predisposizione dei terreni per le nuove colture, selezionate insieme all’Università di Catania, che poi saranno affidate a soggetti quali cooperative, dando nuova opportunità di lavoro per il territorio”.

Per una schermatura visiva completa, la Società prevede la realizzazione di una fascia arborea perimetrale profonda 10 metri, con mandorli, carrubi e ulivi. Provvederà inoltre al mantenimento e ripristino dei muretti a secco preesistenti.

Nell’ambito delle più consuete compensazioni, il progetto prevede inoltre la costituzione di un fondo annuale a beneficio del territorio circostante, rinnovato per tutta la vita dell’impianto, e il finanziamento di un programma annuale per l’accesso a progetti di sostegno per la formazione professionale degli studenti residenti nel Comune di Scicli nell’ambito delle tecnologie rinnovabili e della sostenibilità.

“Quanto alla opportunità di condividere la proprietà degli impianti con le comunità locali – ci dice Altobelli – peraltro già sperimentata in un parco eolico in Gran Bretagna, in Italia ci sono problematiche di tipo burocratico che non hanno sin qui agevolato questo percorso”.

Quello del lending crowdfunding invece è uno schema che si ripeterà. La società ha realizzato infatti una piattaforma apposita (coltiviamoenergia.it) su cui saranno caricati i prossimi impianti fotovoltaici, tutti agrivoltaici.

“Escluso l’eolico marino galleggiante, in Italia abbiamo una pipeline di circa 1.400 MWp, di cui oltre 400 MWp in Sicilia, e intendiamo replicare questi schemi di crowdfunding anche in futuro – conferma Altobelli – impegnandoci in qualche modo anche per diffondere la cultura di questi strumenti finanziari, innovativi per l’Italia e forse anche più per la Sicilia, che è per noi una regione strategica. Con il fine di sensibilizzare la Comunità locale, oltre alla comunicazione online, abbiamo fatto anche promozione locale con attività di marketing territoriale, visitando e coinvolgendo in particolare i soggetti impegnati in attività produttive, agricole o della trasformazione”.

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