Da mesi non si fa che parlare di Superbonus, la maxi detrazione del 110% destinata agli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.
Sicuramente un incentivo molto generoso e interessante, a condizione però che gli interventi vengano realizzati su edifici residenziali esistenti e che consentano il miglioramento di almeno due classi energetiche. E quindi una misura che ha come obiettivo principale una riqualificazione globale dell’unita immobiliare oggetto dell’intervento.
Per tutti quelli, e sono molti, che invece vengono realizzati su edifici diversi dai residenziali o di carattere più puntuale come la sostituzione di una vecchia caldaia o di una stufa ormai obsoleta, il Conto termico continua a rappresentare lo strumento principe, quello più indicato per fare “presto e bene”.
Se poi l’intervento riguarda la sostituzione di una vecchia stufa o di un camino aperto o, ancora, di una piccola caldaia a gasolio con una nuova e più performante stufa (o termostufa) a pellet o legna…beh, in quel caso il Conto termico non ha eguali in termini di semplicità, tempi di rientro e entità dell’incentivo.
Due esempi di applicazione del Conto termico
Ecco di seguito descritti alcuni casi che permettono di mettere in evidenza quali sono i vantaggi, per il singolo e per la collettività, di questo strumento arrivato ormai al suo nono anno di vita.
Partiamo dal primo esempio dove la vecchia stufa a pellet di 10 kW viene sostituita con una stufa, sempre a pellet, ma 5 stelle di 10,4 kW.
Il costo complessivo per la dismissione della vecchia stufa e l’installazione di quella nuova è di 2.500 euro comprensivo di Iva a fronte di un incentivo di 1.600 euro, pari al 64% delle spese sostenute.
L’abitazione oggetto dell’intervento si trova in zona climatica D e la stufa ha un livello di emissioni inferiore a 15 mg/Nm3 che dà diritto a un bonus del 50% (coefficiente premiante = 1,5).
Se si sceglie il mandato irrevocabile all’incasso nei confronti del fornitore, procedura molto semplice che permette di ottenere l’equivalente di uno sconto immediato pari all’incentivo netto, la spesa complessiva per l’intervento è di solo 920 euro.
Un altro esempio. Ci troviamo in zona climatica E e viene sostituita una caldaia a gasolio molto vecchia e inefficiente di 19,5 kW con una termostufa a pellet 5 stelle di 20 kW.
Con un incentivo pari a 2.030 euro (coefficiente premiante=1,5) a fronte di una spesa complessiva di 3.250 euro, optando per il mandato all’incasso il soggetto responsabile ottiene uno “sconto di fatto” del 62%, pagando solo 1.245 euro.
Ricordiamo che in questi casi, anche senza avvalersi del mandato irrevocabile all’incasso, i tempi di erogazione dell’intero incentivo sono molto brevi: al massimo 7 mesi dalla fine dei lavori.
Procedure da seguire
Per quanto riguarda stufe, termostufe, termocamini a legna o pellet, la procedura e semplice e richiede pochi passaggi:
- raccolta della documentazione tecnico-amministrativa da allegare alla richiesta di incentivo: dichiarazione di conformità e certificato ambientale dell’apparecchio, dichiarazione di conclusione dell’intervento, fatture e contabili dei bonifici, documentazione fotografica, eventuale compilazione e sottoscrizione del mandato all’incasso;
- cura della documentazione da conservare in originale, con particolare riferimento al certificato di smaltimento del vecchio generatore e alla dichiarazione di conformità dell’impianto (può capitare che il Gse – Gestore dei servizi energetici – li chieda nell’ambito di un’eventuale richiesta di integrazione o preavviso di rigetto);
- caricamento della pratica sul Portaltermico e invio al Gse.
Vantaggi per tutti
Gli esempi illustrati evidenziano che i vantaggi non riguardano solo i singoli, cioè chi fa l’intervento e accede all’incentivo, ma anche la collettività.
La rottamazione di generatori ormai obsoleti, inefficienti e inquinanti con tecnologie avanzate e più performanti, infatti, permette di ridurre al minimo l’impatto ambientale in termini di emissioni in atmosfera, migliorare l’efficienza complessiva della climatizzazione invernale di edifici esistenti oltre a ridurre, ove possibile, l’utilizzo di combustibili fossili e quindi le emissioni climalteranti.
Gli strumenti di incentivazione non sono tutti uguali ed è importante, sia per gli operatori che per i cittadini, valutare volta per volta quale strumento funziona meglio rispetto alla situazione pre-intervento e alle esigenze di chi decide di farlo.
Quindi lo ribadiamo, nello scoprire nuovi e interessanti incentivi come il Superbonus non dimentichiamoci gli enormi vantaggi di un incentivo, il Conto termico, che ormai da diversi anni fa bene il suo lavoro e, se solo gli enti preposti lo “pubblicizzassero” di più, lo farebbe ancora meglio.
L’articolo è stato pubblicato sul n.1/2021 della rivista trimestrale Agriforenergy di AIEL