Con la direttiva Epbd si possono fare 150-200 GW di solare sui tetti

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Cosa prevede la nuova normativa sulle "case green" per quanto riguarda gli obblighi di installare impianti FV sugli edifici. La stima preliminare di SolarPower Europe.

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La nuova direttiva Epbd, nota come direttiva “case green”, ha il potenziale di far installare tra 150 e 200 GW di nuovo fotovoltaico sui tetti degli edifici tra il 2026 e il 2030.

È la stima preliminare diffusa da SolarPower Europe (SPE), l’associazione europea del settore FV, contestualmente alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale europea dell’8 maggio della Energy Performance of Buildings Directive 2024/1275.

Ciò ipotizzando, precisa SPE in una nota, che il 60% degli edifici pubblici sia idoneo e rientri nell’ambito di applicazione dello standard Ue per l’energia solare sui tetti.

Cosa prevede la direttiva per il FV sugli edifici

Vediamo meglio che cosa prevede l’articolo 10 della direttiva sulla prestazione energetica degli edifici, intitolato “Energia solare negli edifici” (per un’analisi complessiva si veda Direttiva Case green, perché gli obiettivi non devono spaventare).

Tra gli obiettivi, quello di progettare tutti i nuovi edifici “in modo da ottimizzare il loro potenziale di produzione di energia solare […] consentendo l’installazione successiva di tecnologie solari efficienti sotto il profilo dei costi”, si legge nel testo.

In particolare, la Epbd come prima fase prevede che gli Stati membri assicurano l’installazione di impianti solari adeguati, laddove tecnicamente appropriato ed economicamente e funzionalmente fattibile”, entro il 31 dicembre 2026, su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie coperta utile superiore a 250 metri quadrati.

Poi gli Stati membri devono assicurare la realizzazione di impianti fotovoltaici su tutti gli edifici pubblici con superficie coperta utile superiore a:

  • 2.000 mq entro il 31 dicembre 2027;
  • 750 mq entro il 31 dicembre 2028;
  • 250 mq entro il 31 dicembre 2030.

Previsto anche l’obbligo di assicurare l’installazione di impianti solari, entro il 31 dicembre 2027, “sugli edifici non residenziali esistenti con una superficie coperta utile superiore a 500 mq, se l’edificio è sottoposto a una ristrutturazione importante o a un’azione che richiede un’autorizzazione amministrativa per ristrutturazioni edilizie, lavori sul tetto o l’installazione di un sistema tecnico per l’edilizia”.

Infine, gli Stati membri devono assicurare l’installazione del fotovoltaico su tutti i nuovi edifici residenziali entro il 31 dicembre 2029 e, sempre entro la stessa data, su tutti i nuovi parcheggi coperti adiacenti agli edifici.

Sono previste diverse scappatoie, perché si stabilisce che “gli Stati membri stabiliscono e rendono pubblici i criteri a livello nazionale per l’attuazione pratica degli obblighi stabiliti nel presente articolo e per le eventuali esenzioni da tali obblighi per tipi specifici di edificio, tenendo conto del principio della neutralità tecnologica rispetto alle tecnologie che non producono alcuna emissione in loco e conformemente al potenziale tecnico ed economico valutato degli impianti solari e alle caratteristiche degli edifici soggetti a tale obbligo”.

Da ricordare, in tema di fonti rinnovabili negli edifici, che in Italia dal 13 giugno 2022 è entrato in vigore il nuovo obbligo di coprire con le rinnovabili almeno il 60% dei consumi energetici degli edifici nuovi o sottoposti a ristrutturazioni rilevanti (65% per gli immobili pubblici), previsto dal decreto legislativo 199/2021 (art. 26 e Allegato III), che ha recepito la direttiva Ue 2018/2011 Red II.

Tornando al potenziale teorico del fotovoltaico, secondo uno studio pubblicato lo scorso febbraio del Joint Research Center della Commissione europea, si potrebbero aggiungere 560 GW di impianti FV solo sui tetti a livello Ue.

Quello stesso studio parla anche di 403 GW potenziali di fotovoltaico bifacciale lungo strade e ferrovie, oltre a 157 GW da impianti galleggianti sui bacini idroelettrici, per un totale (sommando i tetti), pari a 1.120 GW, con una produzione stimata di 1.208 TWh/anno, quasi metà del consumo totale di energia elettrica Ue nel 2022.

C’è quindi tanto spazio per fare fotovoltaico senza occupare suolo, anche se va sottolineato che il Jrc non ha considerato i costi: se vogliamo aggiungere potenza FV velocemente e con il miglior rapporto costi-benefici, come abbiamo scritto, queste strade devono essere complementari e non alternative alla realizzazione di grandi impianti a terra.

Tuttavia, come sta dimostrando la vicenda del dl Agricoltura, il governo non sembra intenzionato a favorire ulteriormente la costruzione di parchi solari utility-scale.

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