La comunità energetica Valpellice: aspetti economici, energetici e sociali

CATEGORIE:

Dopo aver aperto la strada dei Gruppi di Autoconsumo Collettivo nei condomini residenziali, Acea Pinerolese presenta il progetto di "CER Valpellice". Orientata a favorire gli investimenti di produttori, la comunità energetica dovrà gestire la coperta corta degli incentivi.

ADV
image_pdfimage_print

Costituitasi il 29 giugno scorso, CER Valpellice è il nome della Comunità energetica che si colloca territorialmente nella Valpellice, in Piemonte, quasi ai confini con la Francia.

I soci della CER sono Acea Pinerolese, Tecnozenith srl (partner tecnico del progetto Energheia, vedi Condomini, operativo il primo “autoconsumatore collettivo” d’Italia), la Curia di Pinerolo e la Commissione sinodale in rappresentanze della chiesa Valdese.

La partecipazione di due confessioni religiose (Valdese e Cattolica), che hanno determinato la notevole presenza di strutture di assistenza e cura della persona, è la peculiarità socio-culturale della Comunità Energetica della Valpellice.

“Una valle caratterizzata da grande storia di accoglienza, inclusione sociale, progetti di comunità molto significativi e dove è forte la presenza della cultura della religione Valdese”, ci spiega Ezio Chiaramello, direttore operativo di Acea Pinerolese.

Anche il coinvolgimento del mondo sportivo, con strutture indoor, è significativo. Il fondovalle è caratterizzato da una importante industrializzazione (alimentare e metalmeccanica), un buon afflusso turistico grazie a un’accoglienza diffusa e, appunto, buone strutture per lo sport di base.

Normale, quindi, che l’elemento propulsivo della costituenda CER Valpellice sia la riconversione di un sito industriale dismesso, a Luserna San Giovanni, dove alla fine dell’estate nascerà una struttura per il padel.

Almeno nella prima fase, la CER sarà molto attrattiva per investimenti privati che condivideranno i vantaggi dell’autoconsumo, cioè gli incentivi, con gli altri partecipanti all’associazione. Eventualmente i membri della CER potranno decidere di reinvestire gli incentivi in nuovi impianti di proprietà della CER medesima.

Ma la coperta degli incentivi rischia di essere corta?

Aspetti socio-ambientali della CER

Il sito di Luserna non sarà solo un sito di produzione, ma anche un punto di socializzazione attraverso le attività ludico/sportive che si insedieranno e diventerà anche un hub di ricarica di autoveicoli privati o appartenenti a flotte aziendali, per massimizzare il consumo di energia scambiata sul posto e ottimizzare il ruolo della comunità energetica.

“Si tratta del primo modello di struttura sportiva, efficientata energeticamente, che viene incluso in una comunità energetica – dice Chiaramello – e che, in ragione della sua grande forza di traino di innovazione e catalizzatore di buone pratiche nel mondo dello sport, oltre che per la sua replicabilità, ha avuto il patrocinio del Coni nazionale”.

Realizzato da Acea Pinerolese e Tecnozenith con Progetto Energheia, ci spiega il direttore di Acea, “il progetto di riconversione rappresenta un modello per tutte le strutture sportive indoor d’Italia; un modo per coniugare i valori dello sport ad azioni concrete per il risparmio energetico, l’efficienza e la conversione progressiva alle energie rinnovabili per sostenere il fabbisogno degli impianti sportivi”.

La forma giuridica adottata è l’Associazione con personalità giuridica riconosciuta che “da un lato consente una buona flessibilità nella governance, dall’altro attraverso il riconoscimento legale consente un’autonomia patrimoniale perfetta tra il patrimonio dell’associazione e quello personale dei singoli associati, nonché degli altri soggetti che entreranno a diverso titolo in relazione con la comunità”.

“Tale aspetto – aggiunge – diventa ancora più importante se si ambisce, come è nelle nostre intenzioni, a creare una CER con molti associati con relative grandezze economiche che potrebbero diventare significative”.

La CER quindi si rivolge a tutte le realtà e ai cittadini, con l’obiettivo di diventare il centro propulsivo della Comunità e raggiungere l’integrale soddisfacimento dei fabbisogni energetici con le rinnovabili, creando gli strumenti per favorire gli investimenti in impianti di produzione e, attraverso l’efficientamento, ridurre i fabbisogni grazie a un uso razionale dell’energia.

Aspetti economico-energetici della CER Valpellice

La CER Valpellice verrà realizzata su un territorio di 11 comuni, con oltre 37mila abitanti e una superficie complessiva di circa 440 kmq.

Il territorio è di tipo collinare e montano con la presenza di molti impianti di produzione idroelettrica e un impianto in cogenerazione (termica/elettrica) a biomasse legnose.

L’intera area coinvolta è servita da un’unica cabina primaria. Una situazione ideale che, oltre a consentire la condivisione incentivata dell’energia tra tutti i membri della CER, crea un’ulteriore connotazione territoriale dell’iniziativa (immagine cabina primaria).

La riqualificazione in senso energetico dell’ex manifattura è solo il punto di partenza della CER. Infatti, le superfici utilizzabili per la produzione fotovoltaica consentono l’installazione di circa 2,2 MW di fotovoltaico oltre alla riattivazione di una vecchia centrale idroelettrica presente all’interno del sito industriale.

Gli impianti di produzione saranno finanziati con capitali privati che, spiega Chiaramello, “troveranno un sito ready to use e, attraverso la partecipazione alla CER, potranno ottenere una redditività aggiuntiva rispetto alle ordinarie forme di vendita dell’energia prodotta”.

I consumatori saranno le utenze dei soci fondatori, già significative, e di quelle di tutti cittadini e imprenditori della Val Pellice che vorranno partecipare alla CER.

“Dal lato della produzione – ci dice Chiaramello – si è ipotizzato l’apporto di fonti rinnovabili alternative al solo fotovoltaico, come l’idroelettrico e le biomasse già presenti all’interno della Val Pellice. E su questa base, lato consumi, sono state privilegiate quelle utenze che consentono una maggiore condivisione dell’energia prodotta”.

“Le ipotesi tengono ovviamente conto della massima apertura della CER alla popolazione e alle attività del territorio, soprattutto per finalità sociali che caratterizzano i soci fondatori della CER”.

Durante la fase preparatoria e di studio di fattibilità della CER si sono fatte simulazioni su diverse configurazioni atte a massimizzare l’energia condivisa tra i partecipanti.

“Il regolamento per la ripartizione degli incentivi è pronto – spiega Chiaramello – ma per la sua definizione e approvazione da parte dell’organo direttivo della CER attendiamo l’approvazione del decreto che introduce in via definitiva gli incentivi”.

Come abbiamo potuto verificare durante la crisi che ha portato all’aumento dei costi dell’energia e alla luce del nuovo schema di incentivi in via di approvazione, in caso di aumento dei prezzi dell’energia elettrica, il vantaggio è tutto per il produttore o prosumer, mentre il consumer subisce una riduzione dell’incentivo sia in termini assoluti che di incidenza sul prezzo dell’energia pagato in bolletta (Comunità energetiche: contributi Pnrr e incentivi dentro il decreto del Mase).

Vista la necessità di rendere attrattiva la CER per i soggetti produttori, sulla base delle simulazioni, Chiaramello ritiene ipotizzabile per i consumatori, in presenza di quotazioni normali dell’energia, un contributo economico da parte della CER equivalente a quello di una bolletta bimestrale, tenendo nella debita considerazione l’effettiva partecipazione di ciascun consumatore alla determinazione dell’incentivo.

La CER è aperta alla partecipazione degli Enti locali che potranno contribuire con i propri spazi disponibili o con gli impianti di produzione installati, oltre alle utenze di consumo che contribuiranno anch’esse alla determinazione degli incentivi Gse.

ADV
×