Cattura CO2, fallimento del mega-progetto Chevron: manca il suo obiettivo

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Il gigantesco sistema di cattura del carbonio (CCS) di Chevron doveva sequestrare un minimo dell’80% delle emissioni di un impianto australiano di gas liquefatto, ma negli ultimi cinque anni ne ha stoccate solo una piccola parte.

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Il gigante petrolifero statunitense Chevron ha clamorosamente mancato l’obiettivo di ridurre di almeno l’80% le emissioni di CO2 del suo impianto per la liquefazione del gas naturale a Gorgon, in Australia.

L’impianto, il più grande del mondo, è stato progettato per catturare 4 milioni di tonnellate l’anno di CO2, ma Chevron ha confermato lunedì di essere riuscita a catturare solo 5 milioni di tonnellate di anidride carbonica dal suo avvio nell’agosto 2019. Si tratterebbe quindi di circa un quarto solamente delle emissioni che la società si era prefissa di abbattere, col 75% circa che è invece finito in atmosfera.

Tale divario potrebbe costare a Chevron più di 100 milioni di dollari australiani se le venisse richiesto di compensare le emissioni che violano i requisiti di approvazione del progetto, secondo la stima di un analista.

L’azienda collaborerà con l’autorità di regolazione dello stato australiano dove sorge l’impianto su come “recuperare il deficit”, ha detto in una nota il capo australiano della società, Mark Hatfield, senza quantificarlo ufficialmente e indicando che l’azienda sta “impiegando la tecnologia, l’innovazione e le competenze per fornire energia più pulita e ridurre la nostra impronta di carbonio”.

“La strada non è sempre stata liscia, ma le sfide che abbiamo affrontato e superato la rendono più facile per coloro che aspirano a ridurre le loro emissioni attraverso la CCS”, ha aggiunto Hatfield, che dovrebbe pubblicare un rapporto ufficiale in merito nelle prossime settimane.

“È un fallimento scioccante di uno dei più grandi progetti di ingegneria del mondo”, ha detto, da parte sua, Ian Porter, presidente del centro studi Sustainable Energy Now, nello stato dell’Australia Occidentale.

“Ma, data la mancanza di rigore e di test sulla tecnologia utilizzata, non posso dire di essere sorpreso… Il fallimento di Gorgon pone un grosso problema per qualsiasi compagnia petrolifera e del gas che scommetta sulla CCS per raggiungere lo zero netto di emissioni. Il CCS semplicemente non funziona nella scala e al prezzo necessari per annullare il danno che sarà creato da questi progetti”, ha detto.

“Spero sinceramente che la CCS funzioni un giorno. In definitiva, ne abbiamo bisogno. Ma fino a quel momento, è sconsiderato e falso che il settore [idrocarburi] continui a fingere di poter espandere le operazioni e raggiungere lo zero netto”, ha aggiunto Porter.

Sebbene l’impianto di Gorgon sia entrato in funzione nel 2016, vari problemi ne hanno ritardato la messa a regime fino al 2019 e continui inconvenienti tecnici ne hanno impedito il funzionamento regolare.

L’impianto, costato tre miliardi di dollari statunitensi e che ha ricevuto 60 milioni di dollari di finanziamenti pubblici, è controllato al 47,3% da Chevron, con ExxonMobil e Shell che ne detengono il 25% ciascuno.

Photo credits: Pixabay, Wikimedia Commons, and Chevron. Photo montage by Andrea Steffen

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