Una casa senza gas richiede progettazione, esperienza e nessuna improvvisazione

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Eliminare il gas nelle abitazioni è un passo fondamentale nel processo di transizione energetica neppure troppo complicato e soprattutto economicamente vantaggioso se gestito con le giuste competenze e professionalità. È questo il tratto forte di un protocollo di certificazione.

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Con l’obiettivo di sfatare il mito per cui per scaldarci o cucinare dobbiamo usare gas, gasolio o gpl, QualEnergia.it ha dedicato diversi articoli alle tecnologie disponibili per sostituire il gas con le rinnovabili per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici, abbassare la bolletta, migliorare la qualità dell’aria delle abitazioni e ridurre le emissioni in atmosfera.

Come in tutti i processi di cambiamento anche per sostituire il gas è opportuno fare una buona analisi, a partire dalla descrizione della situazione attuale, per valutare conseguenze, costi e benefici di questi interventi.

Un gruppo di tecnici e progettisti ha registrato il marchio CASA GAS FREE e definito un protocollo di certificazione per accompagnare la transizione delle abitazioni dal gas alle rinnovabili.

Nel 2011 hanno sviluppato il primo progetto grazie al quale è stato eliminato il gas da un edificio in Val Susa, in zona climatica E con temperatura di progetto di -9 °C, installando una pompa di calore ad alta temperatura su radiatori esistenti in abbinamento ad un impianto fotovoltaico trifase da 13 kWp. A distanza di dieci anni, non si è mai resa necessaria l’attivazione della caldaia perché la pompa di calore è riuscita sempre a scaldare casa senza problemi.

Un caso fortunato? Un impianto ben progettato? Quali sono le condizioni che consentono una transizione efficace ed economicamente sostenibile a un edificio gas free?

Ne abbiamo parlato con l’ingegner Simone Scotto di Carlo, uno dei principali ideatori del protocollo di certificazione che, insieme al suo team, nel 2017 ha registrato il marchio e dato il via al progetto su scala nazionale.

Ingegner di Carlo, perché una certificazione?

È successo che alcune persone abbiano avuto pessime esperienze a causa di interventi improvvisati: chi ha tolto la caldaia e poi non è riuscito più a scaldare casa, chi ha avuto costi di elettricità superiori a quelli del metano, chi ha installato una pompa di calore troppo potente per la fornitura monofase, chi ha avuto continui malfunzionamenti del sistema e ha dovuto disinstallarlo per tornare al generatore a fonte fossile. Per evitare il verificarsi di questi incidenti abbiamo sviluppato il protocollo di certificazione CASA GAS FREE, un metodo di verifica e controllo che, pur lasciando ampia libertà progettuale al termotecnico, sia sulla scelta delle tecnologie che dei prodotti da utilizzare, garantisce che il risultato finale rispetti i principi fondamentali di una casa senza gas, ovvero massimo comfort abitativo con minima spesa di gestione, il tutto senza fonti fossili.

In cosa consiste la certificazione

La nostra certificazione genera un circolo virtuoso di precisione, perizia e controllo da parte di tutti gli attori della riqualificazione energetica o della nuova abitazione, aumentando la responsabilizzazione delle figure fondamentali del cantiere.

Qual è la “CASA GAS FREE”?

Abbiamo tre tipologie: l’elettrica, che va per la maggiore, alimentata quasi sempre da fotovoltaico e riscaldata/raffrescata con pompe di calore; quella a biomassa, che in presenza di una filiera corta può rivelarsi una buona alternativa, e infine la casa passiva, molto diffusa in Nord Europa, ma che può essere una soluzione per vivere “gas free” anche alle nostre latitudini.

Quali sono i passaggi necessari per valutare se e con quali soluzioni può essere eliminata la caldaia a gas?

Il primo passo è la diagnosi energetica del fabbricato o dell’appartamento, per evitare i problemi di cui abbiamo detto. Soprattutto negli anni scorsi, il cliente che si è affidato all’idraulico esperto in caldaie, ha commesso l’errore di sostituire la caldaia con la pompa di calore partendo dalla potenza nominale. Se ho una caldaia da 30 kW termici e la sostituisco con una pompa di calore di pari potenza nominale commetto un grave errore, perché la pompa di calore sviluppa 30 kW termici ma con 7 °C esterni e una mandata di 35 °C. La caldaia, invece, con qualsiasi condizione esterna sviluppa 30 kW termici nominali e con una mandata di 70-75°C. Una pompa di calore così dimensionata risulterà, con ogni probabilità, non sufficiente per riscaldare la casa.

Ci spieghi meglio…

Poiché la pompa di calore lavora normalmente con 50 °C di temperatura media sui radiatori, oltre al generatore di calore, occorre anche considerare il sistema di distribuzione del calore: se mantengo i caloriferi precedentemente dimensionati per lavorare a 70 °C di temperatura media, devo considerare che per avere la stessa potenza dovrò aumentare, circa raddoppiare, la superficie dei termosifoni oppure optare per una pompa di calore ad alta temperatura capace di sviluppare temperature di mandata fino ad 80 °C con temperature esterne fino a -20 °C. Ovviamente con costi e difficoltà di installazione differenti. La soluzione migliore sarebbe passare al riscaldamento a pavimento o al soffitto radiante dopo il recente aggiornamento normativo, ma non è sempre possibile, sia economicamente, sia tecnicamente. Scelte progettuali sbagliate alimentano quel falso mito della pompa di calore che non funziona, ma in realtà è la mancanza di progettazione e di esperienza a generare i problemi.

Quanto è opportuno agire anche sull’involucro?

Siamo tutti un po’ figli di CasaClima, che ha fatto scuola in Italia dal 2000 in poi ed è un punto di riferimento. Questo protocollo tuttavia è più centrato sull’involucro, mentre la nostra analisi riguarda più il progetto impiantistico – generatore di calore, sistema di emissione o distribuzione, ventilazione meccanica controllata, generatore fotovoltaico, eccetera- Questo perché abbiamo visto che spingere troppo sull’involucro a volte porta a degli extra-costi importanti che alle nostre latitudini è forse meglio spostare sugli impianti, considerato che oltre al calore dobbiamo preoccuparci anche del raffrescamento. Una casa con un super involucro è progettata per “trattenere il calore” e lo fa benissimo anche d’estate, ma richiede attenzione per non far salire la temperatura interna, altrimenti non si riesce a smaltire il calore, al netto del free-cooling, e si crea discomfort. Con un sistema di climatizzazione diffusa “leggera”, invece, si riescono a gestire temperatura e umidità anche d’estate, creando maggior comfort abitativo. Un buon involucro con ottimi impianti è la strada che suggeriamo di seguire nelle zone climatiche con temperature estive elevate.

Torniamo alla diagnosi energetica: quali informazioni ci deve fornire?

Realizzato uno studio sulla situazione involucro e impianti, con un sopralluogo in sito bisogna elaborare un modello dettagliato al computer che stabilisca lo stato di fatto e disegni degli scenari di intervento, da quello minimo a quello più evoluto, corredandoli delle relative valutazioni costi-benefici. In questo modo il cliente vede quali sono i costi iniziali e i tempi di ritorno dell’investimento, anche in considerazione delle detrazioni fiscali e dei costi di gestione per le diverse opzioni. Il mantenimento o il miglioramento del livello di comfort interno e la riduzione delle emissioni in atmosfera sono infine due parametri importanti da considerare nella valutazione.

Il superbonus copre anche soluzioni ibride? Che ne pensa?

I sistemi ibridi sono basati su una caldaia a condensazione su cui si innesta una pompa di calore, semplificando si tratta spesso di un “grosso climatizzatore”. A patto che la soluzione nasca già ibrida è ammessa al 110%, ma un sistema di questo tipo su radiatori farà lavorare principalmente la caldaia e pertanto non produce un grosso passo avanti. Per termosifoni progettati per lavorare a 70 °C, ad esempio, la pompa di calore darà un contributo bassissimo e di conseguenza un modestissimo vantaggio ambientale. Certo è che l’installazione di una caldaia ibrida, peraltro completamente finanziata, rende superflua una seria diagnosi energetica perché c’è il generatore a combustione fossile che garantisce la potenza necessaria in qualsiasi situazione. Si tratta di una delle storture provocate dal superecobonus, tra le quali annoveriamo l’aumento dei prezzi, la carenza di materiali e tanta improvvisazione di nuovi soggetti che tentano di approfittare dell’occasione pur in assenza di competenze e esperienze comprovate.

Chiarito che gli interventi di riqualificazione energetica e in particolare i processi per una casa gas free devono essere realizzati a valle di una diagnosi energetica seria, qual è il valore aggiunto della vostra certificazione?

Una certificazione indipendente può essere molto utile soprattutto in questo periodo dove con lo sconto in fattura un unico soggetto progetta, realizza e assevera. La certificazione prevede una costante interazione tra lo staff di CASA GAS FREE e il tecnico richiedente, e definisce le condizioni per l’acquisizione e il mantenimento della stessa. Il nostro protocollo di certificazione ha ottenuto negli ultimi quattro anni il sostegno e l’approvazione di importanti protagonisti del settore: questo ci ha dato fiducia e ci ha convinti che siamo sulla strada giusta. Le case senza gas, certificate o meno, sono ospitate nella vetrinaonline e sono corredate di fotografie e schede di descrizione degli interventi per testimoniare che è possibile affrancarsi dalle fonti fossili con il 100% di soddisfazione.

A cosa serve esattamente la vetrina online?

È un punto di forza per il progettista, che auto-certifica il livello di comfort della casa e l’utilizzo esclusivo di fonti rinnovabili. Ci sono poi committenti, progettisti o installatori che vogliono qualcosa in più e quindi ci chiedono di certificare la casa con il nostro protocollo per dare maggior valore all’intervento, anche in vista di un’eventuale futura vendita. Con la certificazione, il committente ottiene una targhetta da esporre presso l’abitazione e il certificato firmato da un professionista abilitato del nostro team, a garanzia di serietà ed indipendenza.

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