Il calore rinnovabile per l’industria spiegato alla politica e alla finanza europea

Il solare termico e la geotermia sono pronti a decarbonizzare i processi industriali che richiedono basse e medie temperature. Solar Heat Europe ha presentato presso l'Europarlamento i progetti già realizzati e le sue richieste.

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Il solare termico ha la capacità di decarbonizzare i processi industriali, in particolare quelli che richiedono basse e medie temperature.

Le aziende e i soci che ruotano intorno all’organizzazione Solar Heat Europe hanno potuto spiegarlo nel corso di un evento presso il Parlamento Europeo lo scorso 11 ottobre.

Il convegno, dal titolo “Enabling industrial decarbonisation: The vital role of solar thermal and geothermal for the energy transition in industry”, è stato organizzato in collaborazione con EGEC Geothermal ed è stata l’occasione anche per presentare alcuni progetti europei di queste applicazioni al mondo dell’industria, della politica e della comunità finanziaria.

L’obiettivo dell’incontro è anche spingere tutti queste componenti e gli stakeholder ad accelerarne la diffusione in Europa perché ciò significa contribuire agli obiettivi indicati dalla direttiva RED3, partendo dall’evidenza che metà del calore nelle produzioni industriali richiede intervalli di temperatura medio-bassi che possono essere meglio soddisfatti da risorse locali rinnovabili come, appunto, il solare termico e la geotermia.

L’industria è infatti uno dei principali utilizzatori di energia (al pari degli edifici o dei trasporti) e il calore rappresenta il 75% del suo fabbisogno energetico totale.

Con temperature del calore utilizzato da basse a medie (e fino a 400 °C), corrispondenti alla metà di questo fabbisogno di calore, un ampio numero di settori industriali sarebbero potenziali candidati per l’uso calore rinnovabile, in particolare nei settori chimico, alimentare e delle bevande, tessile (vedi anche Solare termico per calore di processo: un mercato interessante anche per l’Italia).

Con la Direttiva sulle energie rinnovabili adottata il 9 ottobre 2023, vengono fissati obiettivi vincolanti per la diffusione del riscaldamento e del raffreddamento rinnovabili, e un obiettivo indicativo al 2030 per la decarbonizzazione del settore industriale: un aumento medio annuo di 1,6 punti percentuali sulla quota di fonti rinnovabili sul totale delle fonti di energia utilizzate per fini energetici finali e non energetici.

Considerando anche la questione della sicurezza energetica (forniture e prezzi) e anche i crescenti impegni volontari delle principali aziende europee per decarbonizzare i propri processi produttivi, queste soluzioni possono diventare sempre di più delle opzioni affidabili e competitive per soddisfare la domanda di calore.

Su questa linea è l’intervento dell’eurodeputata Beatrice Covassi, presentatrice dell’evento e co-presidente di “Sustainable, long-term investments & competitive European industry Intergroup” che ha sottolineato come “solare termico e geotermia siano tra le opzioni più promettenti per la fornitura diretta di calore rinnovabile in generale, e per applicazioni industriali in particolare. È fondamentale che i decisori politici a livello Ue e nazionale forniscano un quadro normativo adeguato per realizzare la transizione energetica, in modo vantaggioso per tutti gli attori coinvolti”.

Ad oggi, nel mondo, più di 1000 impianti per la produzione di calore di processo solare (SHIP) alimentano industrie per circa 856 MW termici di capacità di generazione di calore. E in Europa, le aziende socie di Solar Heat Europe forniscono già soluzioni di calore solare per molti settori come quello della produzione della birra (Peroni, Carlsberg, Boortmalt), il settore della pasta di legno e della carta (Condat/Lecta) e il settore alimentare e delle bevande (Martini Rossi, Lactalis).

Secondo Hugues Defréville, amministratore delegato di New Heat e membro del consiglio di amministrazione di Solar Heat Europe, per gli obiettivi energetici e climatici continentali i progetti solari termici vanno ampliati da 10 a 20 volte.

Ha ricordato che i benefici principali del solare termico sono da ricercarsi nella stabilità dei prezzi e per la resilienza dei comparti industriali, visto che consentono di essere indipendenti dalle importazioni di combustibili fossili. “Oggi la tecnologia è disponibile e i produttori europei sono pronti alla sua implementazione in tante tipologie di industrie”, ha detto.

“Aumentare la consapevolezza sul solare termico come tecnologia pronta è fondamentale. Abbiamo bisogno di strumenti per accelerare la diffusione di progetti nel settore industriale che vanno combinati con altri finanziamenti e altri meccanismi di sostegno”, ha detto Guglielmo Cioni, Presidente di Solar Heat Europe.

La guida dell’Unione europea – ha aggiunto – è essenziale anche per lo sviluppo di contratti/accordi di acquisto di calore e freddo, rendendo il riscaldamento e il raffreddamento rinnovabili un’opzione sempre più accessibile per l’industria”.

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