“Buco del gas”, l’Autorità propone nuovo corrispettivo in bolletta per coprire le perdite

Sarebbe una "Neutrality charge" come quella tedesca, da applicare dal 1° aprile 2024 anche ai punti di interconnessione con l'estero, con un valore pari a 0,0232 euro/Smc. Il documento in consultazione fino al prossimo 22 gennaio.

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Un nuovo corrispettivo in tariffa da aprile 2024 per coprire il potenziale buco da 4 miliardi di euro di minusvalenze derivanti dal servizio di ultima istanza, con cui il Gse, di concerto con Snam, ha garantito il riempimento degli stoccaggi gas durante la crisi energetica.

È la proposta messa in consultazione dall’Autorità per l’energia (Arera) con la delibera 588/2023 pubblicata il 12 dicembre (si possono inviare osservazioni entro il 22 gennaio 2024 all’indirizzo di posta elettronica certificata [email protected]).

Le perdite di circa 4 miliardi dipendono dal fatto che il Gse, in seguito alle misure di emergenza decise dal governo nel 2022, ha acquistato gas a prezzi altissimi per riempire gli stoccaggi di Snam (il prezzo del gas sul TTF aveva superato 300 euro/MWh nel 2022 mentre al momento di scrivere viaggia sui 33 euro/MWh), allo scopo di scongiurare eventuali razionamenti di combustibile.

Tuttavia, ora quel gas può essere rivenduto sul mercato a un prezzo molto più basso, generando appunto delle potenziali perdite che andranno recuperate in qualche modo sulle bollette future o tramite la fiscalità generale.

La proposta dell’Autorità è una “Neutrality charge” come quella già introdotta dalla Germania e che altri Paesi europei stanno valutando di adottare “per recuperare i costi per la sicurezza degli approvvigionamenti”, si spiega.

Il nuovo corrispettivo sarebbe una componente aggiuntiva della tariffa di trasporto del gas; sarebbe applicato anche ai punti di interconnessione con l’estero (oltre che ai punti di uscita nazionali dalla rete), per tre anni partendo dal 1° aprile 2024 con un valore di 0,0232 euro/Smc, corrispondente a 2,1908  euro/MWh, da aggiornare con cadenza annuale.

Finora, ricorda l’Arera, “in Italia la copertura dei costi derivanti dal servizio di riempimento degli stoccaggi di ultima istanza è stata assicurata dalle risorse raccolte tramite il corrispettivo CRVos applicato ai soli punti di uscita nazionali dalla rete di trasporto e da alcuni stanziamenti previsti dalla Legge di Bilancio 2023”.

La scelta di non coprire tali costi “tramite nuovi corrispettivi presso i punti di interconnessione con l’estero era stata operata dall’Autorità nella convinzione che un aumento dei costi di trasporto transfrontalieri potesse avere effetti distorsivi e non essere conforme allo spirito di solidarietà richiesto a livello europeo nonché alle norme relative al buon funzionamento del mercato interno del gas”.

Ora invece l’Arera ritiene che “la decisione adottata dalla Germania e la prospettiva che una simile scelta possa essere fatta anche da altri Paesi europei, rendono necessario riesaminare la posizione dell’Autorità in merito al recupero dei costi legati alle misure di emergenza finalizzate al riempimento degli stoccaggi. Peraltro, sarebbe auspicabile addivenire quanto prima a una definizione di regole armonizzate a livello europeo per il recupero dei citati costi”.

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