Avviso agli investitori: limitare il gas a vantaggio di eolico e solare

La fragilità del gas nella produzione elettrica e la crescente competitività delle rinnovabili, anche con accumuli, è spiegata dal nuovo rapporto di Carbon Tracker. Ecco perché va limitato sempre di più il ruolo del metano.

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Il ruolo del gas nel mix energetico europeo dovrà essere sempre più limitato, in modo da favorire il pieno emergere delle fonti rinnovabili e il raggiungimento degli obiettivi climatici con l’azzeramento delle emissioni nette di CO2 a metà secolo.

Il nuovo rapporto di Carbon Tracker, “Put gas on standby”, non poteva esprimere in modo più chiaro, fin dal titolo, cosa dovrebbero fare i governi nelle loro politiche su energia e clima. Mettere il gas in naftalina, lasciando solo alcuni impianti di riserva/backup per garantire la sicurezza e stabilità del sistema elettrico sul lungo periodo.

In sostanza, occorre investire di più in rinnovabili (con accumuli) e dismettere progressivamente le centrali fossili, senza realizzarne di nuove.

La stessa Commissione Ue, nel presentare le sue proposte contro il caro energia, ha sottolineato che la soluzione è aumentare la generazione da rinnovabili e ridurre la dipendenza dalle forniture di gas.

Tra i punti più interessanti toccati da Carbon Tracker ci sono le stime sulla competitività delle tecnologie pulite in confronto al gas, in un country focus dedicato al nostro paese.

In Italia, ricorda il documento, è in funzione il parco di centrali a gas più esteso in Europa, con quasi 42 GW di potenza installata.

Dal grafico seguente, tratto dal rapporto, si vede che produrre elettricità con nuovi impianti eolici e solari è più conveniente rispetto alle centrali a gas esistenti.

Più in dettaglio, il valore LCOE (Levelized cost of electricity: il costo tutto compreso di generazione elettrica) del nuovo fotovoltaico in Italia è meno della metà del costo marginale sul lungo periodo degli impianti a gas esistenti (LRMC: Long-run marginal cost).

Mentre il valore LCOE del nuovo eolico su terraferma, scrive Carbon Tracker, è del 27% più basso del costo marginale delle centrali a gas in esercizio.

Il costo marginale, ricorda Carbon Tracker, include il costo del combustibile e quello della CO2, oltre ai costi fissi e variabili di operatività e manutenzione.

E con il prossimo grafico si vede che nel 2023 anche il nuovo fotovoltaico con batterie di accumulo sarà più conveniente del gas, mentre i parchi eolici con storage batteranno il gas esistente, in termini di competitività economica complessiva, intorno al 2027 secondo le stime di Carbon Tracker.

Nelle analisi poi si evidenzia che il governo italiano dovrebbe modificare il suo capacity market, al fine di ridurre progressivamente il supporto dato dal meccanismo alle centrali fossili.

A simili conclusioni è giunto il think-tank indipendente Ember, in una sua analisi sul mercato elettrico italiano.

Dopo aver ricordato che in Italia i prezzi del gas sono più che quadruplicati dallo scorso gennaio e i prezzi elettrici sono più che triplicati da agosto 2020 a oggi (si vedano qui gli ultimi dati Gme), Ember sottolinea che per proteggere i consumatori da tale volatilità bisogna investire di più in nuovi impianti a fonti rinnovabili, eolici e solari, che hanno costi di generazione elettrica tre volte inferiori rispetto alle centrali fossili esistenti.

Eppure, fa notare Ember, il nostro Pniec (Piano nazionale su energia e clima) punta a un +24 TWh di produzione elettrica da gas al 2025, in confronto al 2018. Dovremo quindi capire quali conseguenze si potrebbero avere sui prezzi elettrici dei prossimi anni.

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