Auto elettriche in Italia: raddoppiate nei primi 9 mesi del 2021

Immatricolate 100mila nuove vetture tra full electric e ibride plug-in, ma per il Pniec dobbiamo arrivare a 6 milioni entro il 2030. L'analisi dell'Energy&Strategy Group del PoliMi.

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In Italia i trasporti sono il primo settore per emissioni di gas a effetto serra con 104 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel 2018 (per il 93% dovuti alla mobilità su strada), mentre nel mondo sono il secondo (8,2 miliardi di tonnellate su 49, con un +79% dal 1990).

Non stupisce dunque che le tante iniziative a supporto della decarbonizzazione promosse a livello comunitario dedichino un focus specifico alla “mobilità pulita, sicura e connessa”: l’ultimo è il maxi-pacchetto ‘Fit for 55’ con cui la Commissione Europea intende ridurre le emissioni del 55% al 2030 e del 100% al 2050.

Su questi elementi si è soffermata l’ultima analisi dell’Energy&Strategy Group del PoliMi raccolta nello “Smart Mobility Report 2021“, riassunto in una nota diffusa dai ricercatori.

Oggi in Italia circolano 200.000 auto elettriche, il doppio di quelle che si contavano nel 2020 (99.000, più 6.400 veicoli commerciali leggeri).

Circa 60.000 sono state immatricolate lo scorso anno, quasi il triplo del 2019 (+251%); rappresentano il 4,3% delle immatricolazioni totali.

Solo tra gennaio e settembre 2021 se ne sono aggiunte altre 100.000 – spiega il gruppo del Politecnico di Milano – con una crescita “impressionante” soprattutto se rapportata alle performance non brillanti del mercato dell’automotive. Secondo i dati Anfia, sono state immatricolate nel 2021 in Italia 47.069 auto full-electric e 53.439 ibride plug-in.

Le auto elettriche nel 2020 sono state comprate in particolare al Nord (67%), seguito dal Centro (26%) e dal Sud (7%), con una distribuzione regionale molto eterogenea che rispecchia anche il diverso grado di diffusione delle infrastrutture di ricarica ad accesso pubblico e degli incentivi locali all’acquisto o all’utilizzo dei veicoli elettrici.

Potremmo parlare di un boom, eppure si tratta ancora di una goccia nel mare se paragonato ai 6 milioni di veicoli elettrici che secondo il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima dovremmo avere sulle strade nel 2030.

Considerando anche biciclette (+44% sul 2019), motocicli (+210%) e bus (+49%), i mezzi elettrici immatricolati in Italia nel 2020 sono cresciuti del 61%, e tuttavia rappresentano ancora solo l’1% del parco circolante.

“I numeri hanno subìto un’impennata; potremmo immaginare di trovarci a un punto di svolta, ma ancora non basta, poiché uno sviluppo di mercato inerziale, in linea con l’attuale trend di crescita, ci porterebbe al 2030 a disporre di circa 4 milioni di veicoli elettrici, ben al di sotto degli obiettivi del Pniec”, commenta Simone Franzò, Direttore dell’Osservatorio Smart Mobility dell’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, che oggi ha presentato lo Smart Mobility Report 2021.

“Un’azione di policy più decisa, coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione comunitari e supportata dalle iniziative degli operatori di mercato – prosegue Franzò – ci permetterebbe invece di arrivare fino a 8 milioni di auto elettriche sulle strade, con un volume d’affari associato di 245 miliardi di euro. Senza contare un calo di emissioni di CO2 del 42% secondo le nostre simulazioni, che ipotizzano il rispetto delle soglie emissive stabilite dalla Ue e la parziale dismissione dei mezzi più inquinanti”.

I motivi della crescita

La crescita degli ultimi mesi è dovuta a tre fattori principali secondo l’Energy&Strategy Group:

  • il potenziamento degli incentivi all’acquisto (all’ormai consolidato Ecobonus si sono aggiunti i bonus per le immatricolazioni tra agosto e dicembre 2020 e tra gennaio e dicembre 2021, contenuti rispettivamente nel Decreto Rilancio e nella Legge di Bilancio);
  • l’ulteriore  incremento dei modelli elettrificati offerti dalle case automobilistiche, che puntano decisamente su questo mercato; a luglio erano 116 i veicoli plug-in, un terzo in più del 2020, di cui 71 PHEV e 45 BEV: dal 2015 sono quasi sestuplicati, con un’accelerazione nell’ultimo triennio, e oggi coprono, pur non in modo omogeneo, tutti i segmenti e le fasce di prezzo;
  • il potenziamento dell’infrastruttura di ricarica ad accesso pubblico, che a luglio 2021 contava circa 21.500 punti di ricarica (+34% rispetto a un anno prima), in particolare concentrati in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Trentino Alto Adige, Lazio e Veneto.

“Da qui al 2030 serve un deciso supporto normativo a favore della mobilità sostenibile, che può abilitare un giro d’affari pari almeno a 200 miliardi di euro, includendo l’acquisto dei veicoli e lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, con potenziali benefici per tutta la filiera”, rincara Franzò.

“Sono certamente una buona notizia i 38 miliardi stanziati dal Pnrr, cioè circa il 20% dei fondi disponibili, per promuovere iniziative come la diffusione delle infrastrutture di ricarica, o del biometano e dell’idrogeno nei trasporti; ma Francia, Germania e Spagna, ad esempio, hanno deciso di supportare maggiormente l’acquisto di veicoli elettrici, il cui elevato costo iniziale rispetto alle auto tradizionali rimane in Italia il principale scoglio da superare”.

L’osservatorio ha condotto un sondaggio su potenziali acquirenti e ben il 70% degli intervistati ha ribadito che la spesa iniziale è troppo alta per procedere all’acquisto, dimostrando che il rapido abbattimento della stessa grazie all’annullamento di tante spese legate alla vita dell’auto non riesce a vincere le resistenze.

In forte diminuzione, invece, le preoccupazioni legate all’inadeguatezza percepita della rete di ricarica pubblica (21%) e all’autonomia dei veicoli (24%).

Per gli attuali possessori di auto elettriche, le principali spinte all’acquisto sono state l’impatto positivo sull’ambiente, la possibilità di installare un punto di ricarica privato e di sostenere costi minori lungo la vita utile dell’auto.

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