Auto elettrica, tra pochi anni le batterie saranno costruite tutte in Europa?

Potrebbe succedere nel 2025 grazie alle super-fabbriche di celle al litio della Battery Alliance. Il discorso di Maros Sefcovic, vicepresidente della Commissione Ue.

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Altro che batterie per l’auto elettrica fatte in Cina: l’Europa nel 2025 sarà autosufficiente in questo settore industriale, producendo una quantità di accumulatori tale da soddisfare la richiesta delle case automobilistiche nel nostro continente.

L’ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue, Maros Sefcovic, intervenuto alla recente conferenza europea sulle batterie (link al discorso completo in fondo all’articolo).

Addio alle importazioni, quindi? L’Europa riuscirà davvero a conquistare un ruolo di primo piano nell’industria mondiale degli accumulatori al litio per i veicoli alla spina?

L’obiettivo è ambizioso ma raggiungibile grazie alla Battery Alliance, ha spiegato Sefcovic, alleanza nata tre anni fa per sviluppare la filiera europea delle batterie, dall’estrazione di minerali e materie prime alla produzione di celle, senza dimenticare il recupero/riciclo dei diversi componenti e l’uso di fonti rinnovabili nei processi industriali.

Si punta, infatti, a creare delle batterie “verdi”, a basso impatto ambientale.

L’alleanza europea delle batterie conta oggi più di 500 partner industriali; Germania, Francia e Italia, ha ricordato il vicepresidente della Commissione Ue, sono i Paesi maggiormente coinvolti nelle attività della Battery Alliance.

Nel 2019, l’alleanza ha attirato investimenti per circa 60 miliardi di euro, il triplo della Cina. Finora nel 2020 gli investimenti hanno raggiunto 25 miliardi, il doppio di quanto visto a Pechino.

In questo momento, in tutta Europa, ha aggiunto Sefcovic, ci sono 15 super-fabbriche di batterie in costruzione: nel 2025 potranno fornire abbastanza celle per alimentare almeno 6 milioni di veicoli elettrici.

Per finanziare questo enorme sforzo industriale, Sefcovic ha confermato che il prossimo programma Horizon avrà una fetta rilevante riservata alle batterie (il programma Horizon deve ancora essere finalizzato da Bruxelles: potrebbe contare su 100 miliardi di euro in totale).

In questa partita delle batterie avranno un ruolo essenziale i cosiddetti “Ipcei”, Important projects of common european interest, gli importanti progetti d’interesse comune europeo; tra l’altro, Bruxelles ha appena avviato la consultazione per modificare le norme che regolano questi progetti, in modo che siano allineate ai nuovi obiettivi del Green Deal.

Il primo Ipcei per le batterie, ha precisato Sefcovic, è stato approvato lo scorso dicembre: coinvolge sette Stati membri con la Francia capofila, 17 aziende, e prevede fino a 3,2 miliardi di euro in prestiti, più 5 miliardi di ulteriori investimenti privati.

Il secondo Ipcei è stato proposto dalla Germania e interessa 12 Paesi, oltre a una cinquantina di aziende.

Intanto sta prendendo forma l’industria made in Ue per le batterie, perché lo scorso luglio BMW ha siglato un contratto da 2 miliardi di euro con l’azienda svedese Northvolt, per la fornitura di lungo termine di celle al litio.

Northvolt sta costruendo una super-fabbrica a Skelleftea, nel nord della Svezia; la gigafactory inizierà la produzione nel 2024 utilizzando energia di origine 100% rinnovabile da impianti eolici e idroelettrici.

Mentre ad agosto la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo ha approvato un prestito complessivo da 135 milioni di euro, destinato alla costruzione di una fabbrica di componenti innovativi per batterie al litio in Polonia.

Destinatario dei finanziamenti è il gruppo Johnson Matthey, multinazionale inglese specializzata nella chimica e nelle tecnologie sostenibili, che li userà per sviluppare uno stabilimento a Konin, il primo al mondo a produrre la nuova generazione di materiali per il catodo delle batterie, sviluppata dalla società con sede a Londra.

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