In arrivo un decreto per aumentare la produzione di gas nazionale

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La misura punta a sbloccare 4-5 miliardi di metri cubi da giacimenti esistenti tra Adriatico e Canale di Sicilia, ha annunciato Cingolani. L'obiettivo è fornire il gas aggiuntivo a prezzo scontato alle aziende in difficoltà. Previsti incentivi per compensare gli operatori.

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Il governo italiano dimissionario di Mario Draghi, a pochi giorni dalle elezioni, rilancia la partita del gas nazionale come soluzione alla crisi energetica per aiutare le aziende in difficoltà.

La settimana prossima il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, presenterà un decreto specifico, finalizzato a sbloccare nuove estrazioni per 4-5 miliardi di metri cubi da giacimenti esistenti tra Adriatico e Canale di Sicilia.

Ad annunciare la misura è stato lo stesso Cingolani durante una intervista a Radio 24.

Il ministro ha spiegato che intende presentare un provvedimento molto chiaro nel quale “si chiede di mettere a disposizione una certa quantità di gas alle aziende che stanno soffrendo a un prezzo controllato. Ovviamente gli operatori che mettono a disposizione questo gas non sono delle onlus, sono delle aziende quotate in borsa, quindi non si può chiedere di regalare del gas allo Stato o darlo a prezzo scontato”.

Il governo sta pensando “di consentire l’estrazione di una piccola ma significativa quantità di gas, 4-5 miliardi di metri cubi su giacimenti esistenti senza toccare l’alto Adriatico, che è critico per tanti motivi, in modo tale da aumentare l’autonomia italiana e consentire agli operatori di compensare questo sforzo che farebbero, per dare all’Italia e alle nostre aziende questo gas a prezzo scontato“.

Questa, ha precisato Cingolani, “è l’unica cosa che possiamo fare per alleviare la sofferenza delle aziende”.

In sostanza, si tratta della gas release a prezzo calmierato alle industrie italiane, già avviata dal Gse e prevista dal decreto Energia (dl 17/2022, art. 16).

Il decreto in arrivo destinerebbe la produzione nazionale aggiuntiva alle piccole-medie imprese manifatturiere con elevati consumi di energia, a prezzi scontati, allo scopo di alleggerire le bollette e preservare la loro competitività sui mercati.

Nel decreto ci saranno incentivi, probabilmente in forma di sconti fiscali, pensati per compensare gli operatori.

Secondo le ultime stime diffuse da Assorisorse, con una serie di azioni volte a valorizzare i permessi esistenti, la produzione italiana di gas naturale potrebbe aumentare in pochi anni, passando da 3,3 miliardi di metri cubi nel 2021 a circa 6 miliardi di metri cubi/anno entro il 2025 e oltre 7 negli anni successivi.

Nel complesso, come ha ricordato anche Cingolani a Radio 24, le riserve italiane di gas ammontano a un centinaio di miliardi di metri cubi.

Ma le cose stanno diversamente e non sono così lineari. Quanto dice Cingolani fa riferimento a riserve ipotetiche, peraltro molte delle quali costose da estrarre.

Infatti proprio sul sito del MiTE si contano le riserve nazionali di gas (dati di fine 2021): sono di 39,8 miliardi di Sm3 (metri cubi standard) considerando solo le “certe”, cui si sommano 44,5 mld Sm3 di riserve “probabili” e 26,7 mld Sm3 di “possibili”, ma in realtà non facilmente estraibili.

Solo sommandole (un’ipotesi di scuola) sarebbero in totale di circa 111 mld Sm3. Da confrontare inoltre con un consumo nazionale di circa 76 miliardi di m3 /anno (qui i dati per  il 2021).

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