Amazon, BP, Total, Shell: tutti ad investire nell’eolico offshore

  • 9 Febbraio 2021

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I grandi progetti di energie rinnovabili in mare attirano sempre più le grandi aziende, dai colossi del web a quelli del petrolio. Le attività in corso e qualche contraddizione.

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L’eolico offshore (ma non solo: anche fotovoltaico e batterie) è protagonista in tutto il mondo dei nuovi investimenti in energie rinnovabili delle grandi aziende.

Vediamo i progetti più importanti annunciati a inizio 2021, partendo dall’accordo siglato tra Shell e Amazon per la fornitura di elettricità 100% pulita da un mega parco eolico marino in costruzione in Olanda, da parte del consorzio CrossWind (una joint-venture tra Eneco e Shell).

L’impianto, battezzato Hollandse Kust Noord, avrà una potenza totale di 759 MW con 69 maxi turbine eoliche da 11 MW di capacità nominale e sarà in grado di generare 3,3 TWh/anno di energia elettrica; l’entrata in esercizio è prevista entro la fine del 2023.

Amazon, grazie all’accordo sottoscritto con Shell, informa una nota del colosso petrolifero, si è aggiudicata una fetta del parco – con relativa produzione elettrica – pari a 380 MW complessivi.

Ricordiamo che Amazon punta ad arrivare al 100% di energia rinnovabile entro il 2030, con la possibilità, già ventilata dal colosso americano delle spedizioni, di raggiungere il traguardo nel 2025.

Il colosso fondato da Jeff Bezos vuole anche azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2040, un obiettivo ancora più ambizioso perché comprende tutte le emissioni prodotte direttamente da Amazon e dai suoi fornitori nelle varie attività, come il confezionamento dei prodotti da spedire, i trasporti sulle lunghe distanze, le consegne urbane e così via.

Questi impegni non hanno risparmiato Amazon da alcune critiche sulla sostenibilità ambientale del commercio online: in pratica, considerando ad esempio l’incidenza del packaging e dei trasporti, c’è il rischio che i colossi del web facciano almeno un po’ di greenwashing, vale a dire, che spaccino per “verdi” delle attività che invece emettono CO2. Per approfondire si veda l’articolo Amazon e l’e-commerce: non solo greenwashing, ma neanche vera sostenibilità.

Accuse di greenwashing sono state rivolte di recente anche a Shell, che da un lato sta aumentando gli investimenti in fonti rinnovabili puntando ad azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050, dall’altro continua a estrarre nuovo petrolio e gas e scommette su tecnologie di dubbia efficacia come il CCS (Carbon Capture and Storage: sistemi per “catturare” la CO2 degli impianti industriali) e i bio-combustibili.

Tornando ai nuovi progetti annunciati nel 2021, BP è entrata nell’eolico offshore della Gran Bretagna aggiudicandosi due contratti – insieme alla tedesca Energie Baden-Wuerttemberg (EnBW) – per costruire circa 3 GW nel mare d’Irlanda, nell’ambito di una gara indetta da Londra per assegnare aree marine in cui realizzare futuri impianti offshore (Offshore Wind Leasing Round 4).

BP e l’operatore tedesco formeranno una joint-venture paritetica, spiega una nota, per sviluppare i progetti. Ricordiamo che anche BP ha annunciato di voler diventare una compagnia a zero emissioni di CO2 entro il 2050 con il traguardo intermedio di 50 GW di rinnovabili al 2030.

L’amministratore delegato di BP; Bernad Looney, ha dichiarato che i progetti nell’eolico offshore in Gran Bretagna sono in linea con la strategia di investire in fonti rinnovabili con almeno un 8-10% di ritorno sull’investimento.

Looney ha poi ricordato il piano della rivoluzione energetica verde di Boris Johnson, che prevede di quadruplicare a 40 GW la potenza totale installata nell’eolico in mare nel Regno Unito nei prossimi dieci anni.

Lo scorso settembre 2020, BP aveva anche siglato una partnership con la norvegese Equinor per acquistare le partecipazioni in due progetti di eolico offshore negli Stati Uniti.

Nello stesso Offshore Wind Leasing Round 4 del Regno Unito, dove hanno partecipato con successo BP-EnBW, la joint-venture tra Total e Macquarie’s Green Investment Group (GIG) si è aggiudicata il diritto di realizzare fino a 1,5 GW di eolico in mare al largo delle coste orientali.

Allo stesso tempo, Total ha rafforzato la sua presenza sul mercato americano delle rinnovabili acquisendo 2,2 GW di progetti fotovoltaici con 600 MW di batterie per l’accumulo, tutti in Texas, che saranno in funzione nel 2023-2024.

Nel complesso, Total sta sviluppando un pacchetto da quasi 4 GW di fotovoltaico negli Stati Uniti, in modo da coprire l’intero fabbisogno elettrico dei suoi stabilimenti negli Usa con energia 100% rinnovabile.

E nel 2020 Total aveva siglato contratti PPA per complessivi 5 GW di fotovoltaico in Spagna, che consentiranno a Total di alimentare con energia rinnovabile tutti i suoi consumi elettrici annuali in Europa entro il 2025.

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