Nel 2022 il sistema degli scali rappresentato da Assaeroporti annunciò di voler investire complessivamente 1,1 miliardi di euro nella decarbonizzazione e nella digitalizzazione degli hub. Un piano articolato sui 32 aeroporti che fanno capo all’associazione confindustriale, circa il 70% di quelli presenti in Italia.
Come si è evoluto il processo di transizione fino a oggi? Alcune indicazioni si ricavano da molti degli annunci arrivati da dicembre 2024 a oggi.
L’aeroporto di Napoli, ad esempio, sul finire dello scorso anno ha ottenuto il “Livello 5” dell’Airport Carbon Accreditation, il più alto raggiungibile nell’ambito di questo programma internazionale di certificazione volontaria.
Si tratta del primo scalo in Italia a vantare questo traguardo sui 19 accreditati per il nostro Paese. Alla base del risultato, spiegano i referenti del sistema di valutazione, ci sono anche l’installazione di un impianto fotovoltaico da 2,4 MW che si estende su circa 15.000 mq e la progressiva sostituzione della flotta di veicoli con modelli completamente elettrici, con il relativo sistema di ricarica.
Del 12 febbraio scorso, invece, l’annuncio che l’aeroporto di Alghero ha raggiunto il “Livello 2” grazie a “un approccio strutturato alla riduzione delle emissioni” che comprende l’ottimizzazione del consumo energetico, l’integrazione delle fonti rinnovabili e l’uso di tecnologie efficienti come illuminazione a Led, motori inverter e sistemi di climatizzazione automatizzati.
Questi risultati si inseriscono in una strategia di sistema portata avanti dagli scali nazionali, concretizzatasi, ad esempio, nel lancio del “Manifesto degli aeroporti italiani” per “sottolineare l’impegno delle società di gestione in innovazione, transizione green e per un futuro sempre più inclusivo e attento alle esigenze dei passeggeri e dei territori”, spiega Assaeroporti.
Tra i cinque punti chiave dell’iniziativa c’è “una mobilità aerea più sostenibile” in cui “gli aeroporti investono in energie rinnovabili, adottano modelli di economia circolare e realizzano interventi a basso impatto ambientale. Promuovono, inoltre, mezzi di trasporto green per ridurre l’impronta ecologica”.
Ad andare in questa direzione è, tra gli altri, l’aeroporto di Venezia. Enrico Marchi, presidente del Gruppo Save che gestisce l’hub veneto, è intervenuto il 25 febbraio nel corso del convegno “Green Deal del trasporto aereo” organizzato da Enac e Luiss School of Law a Roma. L’obiettivo è raggiungere le zero emissioni nel 2030 attraverso una serie di iniziative già avviate, da implementare con quelle previste dal “masterplan 2037”, attualmente in fase di valutazione d’impatto ambientale.
“Le macroaree di azione su cui ci stiamo concentrando riguardano l’efficientamento energetico, la circolarità dei processi di produzione, gli interventi che favoriscono la biodiversità e l’intermodalità”. Il masterplan, inoltre, “prevede importanti investimenti per la produzione di energie alternative”; ad esempio con la realizzazione di un fotovoltaico che coprirà il 47% dei fabbisogni energetici dello scalo.
Sempre a Roma, ma il 26 febbraio, Enac ha organizzato anche un altro convegno, in questo caso con la collaborazione del Gse e titolato: “Il Sistema Italia per la riconciliazione del trasporto aereo con l’ambiente”. Per l’occasione l’ente nazionale e il Gestore hanno annunciato la firma di un accordo finalizzato a migliorare l’efficienza energetica delle infrastrutture aeroportuali e a promuovere l’utilizzo di fonti rinnovabili nel settore.
Il nostro Paese è in anticipo rispetto agli obiettivi di sostenibilità”, secondo il presidente Enac, Pierluigi Di Palma. “Basti pensare al parco fotovoltaico recentemente inaugurato a Roma Fiumicino da Adr, il più grande impianto d’Europa realizzato in un aeroporto. A livello di motoristica favoriremo lo sviluppo dei biocarburanti che, rispetto all’elettrico e all’idrogeno, rappresentano una soluzione compatibile con gli attuali velivoli”.
Senza dimenticare, aggiunge Paolo Arrigoni, presidente del Gse, che il settore aeroportuale riveste un ruolo strategico per la crescita del Paese e deve essere al centro di un percorso di innovazione sostenibile. Con questa collaborazione vogliamo accompagnare gli aeroporti italiani nell’adozione di soluzioni energetiche all’avanguardia, favorendo un modello di sviluppo che coniughi efficienza e rispetto per l’ambiente”.
Aeroporti fuori dal Pnrr, ma dentro le aree idonee alle rinnovabili
Un aspetto da tenere in considerazione quando si parla di investimenti degli aeroporti è che questo comparto non accede ai finanziamenti del Pnrr per una scelta europea del 2021. Si tratta, dunque, “di investimenti ingenti effettuati tutti in autofinanziamento, per i quali il Pnrr sarebbe potuto essere un acceleratore”, secondo Enrico Marchi, presidente del Gruppo Save. “Un’occasione mancata, che ha del tutto estromesso le infrastrutture aeroportuali”.
Aperture alle istanze del settore sul Pnrr, se ci sarà la possibilità, sono state fatte dal ministro Gilberto Pichetto Fratin nel corso del convegno Enac del 26 febbraio a Roma.
Intanto, però, un’opportunità arriva dal fatto che gli spazi aeroportuali sono fatti salvi per l’installazione di impianti Fer nel Dl Agricoltura 62/2024 e nel Dm Aree idonee 21 giugno 2024. Condizione che potrebbe favorire le soluzioni impiantistiche in tali zone.