Dai laboratori delle università e delle aziende potrebbero presto uscire tecnologie che rivoluzioneranno il mondo dell’accumulo di energia, permettendo ad esempio di ricaricare le auto elettriche in qualche minuto anziché in ore e di portare la loro autonomia ai livelli di quella dei veicoli a benzina.
Tra le diverse notizie che ce lo fanno credere, quella che arriva dai ricercatori di Bristol University e Surrey University, dove si sta testando un nuovo materiale che potrebbe rendere la tecnologia dei supercapacitatori (o supercondensatori) competitiva rispetto a quella oggi predominante delle batterie al litio.
Il nuovo polimero creato, infatti, permetterebbe di superare uno dei limiti dei supercapacitatori, cioè quello della scarsa densità energetica, che finora è stato l’ostacolo più importante all’adozione di queste soluzioni per l’accumulo.
Supercapacitatori che però hanno il vantaggio di avere tempi di carica e scarica molto rapida e per un numero molto elevato di cicli. Ad esempio, ad oggi, i supercapacitatori sono usati in Cina su alcuni bus, che però devono essere ricaricati quasi a ogni fermata.
Già l’anno scorso, il team di ricercatori aveva annunciato di aver individuato dei materiali polimerici con proprietà dielettriche da 1.000 a 10.000 maggiori degli elettroliti esistenti. Ora sono riusciti a “mettere al lavoro” questi nuovi materiali su applicazioni dimostrative.
Per avere un’idea dei risultati ottenuti, si pensi che, applicando il polimero su elettrodi low cost in metallo, si è arrivati a una capacità di 4 farad per centimetro quadrato, mentre i supercapacitatori esistenti stanno solitamente sugli 0,3 F/cm2. Applicando il nuovo materiale su elettrodi speciali in acciaio stainless si sono poi ottenute capacità da 11 a 20 F/cm2.
Questi valori, stimano i ricercatori, potrebbero portare a produrre accumuli con densità energetiche fino a 180 Wh/kg, cioè nettamente superiore a quella di molte batterie agli ioni di litio.
Per ora, i ricercatori si sono limitati a far funzionare con il nuovo supercapacitatore un led o un piccolo ventilatore, ma Superdielectrics Ltd, l’azienda dietro al progetto, sta mettendo in piedi un centro per altri test e per avviare una piccola produzione su scala dimostrativa.
Insomma, come spesso scriviamo parlando di innovazioni, la promessa è interessante: terremo d’occhio la tecnologia per vedere se nei prossimi la potrà mantenere, passando in primis l’esame della scalabilità e della sostenibilità economica.