Accumulo “distribuito” a blockchain a servizio della rete: come funzionerà in Germania

Lanciato da TenneT e sonnen il primo progetto-pilota europeo di storage domestico, totalmente integrato nel sistema elettrico e gestito con la tecnologia blockchain. Si punta a stabilizzare domanda-offerta di energia secondo l’andamento della produzione rinnovabile, eliminando sprechi e colli di bottiglia. Le prospettive in Italia.

ADV
image_pdfimage_print

Una rete elettrica, una moltitudine di batterie di accumulo, una piattaforma digitale avanzata per lo scambio di dati: sono questi gli ingredienti essenziali del primo progetto-pilota europeo per stabilizzare il sistema energetico grazie allo storage distribuito e alla tecnologia blockchain, appena lanciato in Germanaia dall’operatore di rete  TenneT e dal produttore di batterie sonnen.

Dopo alcuni mesi di sperimentazioni, le due società sono pronte a testare su più vasta scala la loro soluzione di smart grid capace di gestire in tempo reale i flussi bidirezionali di energia.

TenneT è l’operatore olandese che possiede oltre 22.000 chilometri di linee elettriche in Olanda e Germania; sonnen è l’azienda tedesca che in Germania ha creato una comunità di produttori-consumatori di energia, la sonnenCommunity, basata sulla condivisione dell’elettricità immagazzinata in migliaia di batterie domestiche (vedi come funziona su QualEnergia.it).

Il nuovo programma durerà circa sei mesi. In questo periodo, il protocollo blockchain, sviluppato da IBM, consentirà ai dispositivi sonnen di essere totalmente integrati nelle infrastrutture di trasmissione-distribuzione energetica di TenneT.

Ci sarà, quindi, un “dialogo” costante tra le batterie delle diverse abitazioni e il sistema elettrico nel suo complesso. I singoli accumulatori, in sintesi, risponderanno in pochissimi secondi alle richieste che si presenteranno sulla rete, caricando o scaricando energia, in base alle necessità del momento.

L’obiettivo è rendere la rete più flessibile, nell’ambito della transizione dai combustibili fossili alle risorse rinnovabili: queste ultime, essendo molto soggette alle condizioni meteorologiche (ventosità, irraggiamento solare), rischiano di congestionare il sistema elettrico quando ci sono dei picchi di produzione che le linee non sono in grado di assorbire.

Sono quei colli di bottiglia che hanno fatto spendere alla Germania circa 800 milioni di euro nel 2016 per le opportune contromisure, come incrementare la capacità di riserva e tagliare l’output eolico e fotovoltaico eccedente.

La tecnologia blockchain, nel progetto TenneT-sonnen, permetterà agli accumulatori di scambiare energia tra loro e tramite la rete, con la stessa logica dei sistemi informatici distribuiti che supportano le transazioni della moneta elettronica (per approfondire: articolo di QualEnergia.it sul Bitcoin mining).

Così migliaia di apparecchi intelligenti costituiranno una centrale elettrica virtuale, in grado di sostituire almeno in parte gli impianti “fisici”, perché le batterie assorbono o rilasciano energia per offrire determinati servizi alla rete, come la regolazione di frequenza, il livellamento dei picchi di domanda, l’accumulo del surplus elettrico, che altrimenti andrebbe tagliato e di conseguenza sprecato.

In Germania, a fine ottobre, l’eolico ha coperto per un giorno il 61% dei consumi elettrici nazionali con 793 GWh prodotti e prezzi super-negativi in Borsa (tutti i dati su QualEnergia.it).

Sono queste le circostanze che spingono le utility a investire in sistemi di accumulo, sia distribuito-residenziale come nel programma TenneT-sonnen, sia a livello di rete, come l’impianto di storage al litio più grande d’Europa, Schwerin 2, realizzato dalla società regionale tedesca WEMAG in Germania settentrionale.

Pure in Italia il mercato elettrico potrebbe seguire l’evoluzione tecnologica-digitale che altri paesi hanno già abbracciato con maggiore convinzione, anche realizzando impianti eolici e solari in parità di mercato, abbinati a batterie di grandi dimensioni (tra questi la Gran Bretagna: vedi QualEnergia.it).

L’apertura del mercato dei servizi di dispacciamento (MSD) alla generazione distribuita e allo storage con le Unità Virtuali Abilitate (UVA), dovrebbe portare gradualmente – si partirà con dei progetti pilota: articolo di QualEnergia.it su come sta procedendo la riforma del settore – a una crescente integrazione tra le fonti rinnovabili non programmabili e la rete, rendendo più centrale la figura del prosumer, l’utente attivo che autoproduce e scambia energia, non limitandosi a consumarla.

ADV
×