Total spinge ancora sulle rinnovabili: sbarcherà nell’eolico off-shore?

Il gigante francese dell'oil&gas ha annunciato due nuovi investimenti in rinnovabili ed efficienza energetica, acquisendo Green Flex e una quota di Eren Re. Anche se il core business resta sugli idrocarburi, la corporation punta entro il 2035 a spostare un quinto degli asset sul low carbon.

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I grandi del petrolio, lungi da abbandonare il loro core business, stanno comunque diversificando la loro attività con investimenti in rinnovabili.

L’ultimo annuncio in tal senso è quello arrivato da Total: entrerà nel capitale della società attiva nelle rinnovabili, Eren Re, per acquisirla completamente entro 5 anni, e acquisterà GreenFlex, attiva nell’efficienza energetica.

Le due nuove operazioni

L’operazione su Eren Re porterà alla compagnia guidata da Patrick Pouyanné una partecipazione indiretta del 23% dell’azienda specializzata in rinnovabili, con la sottoscrizione di un aumento di capitale da 237,5 milioni di euro, nell’ambito di un accordo di partnership in base al quale Total potrà acquisire il controllo della società in 5 anni.

Nata nel 2012, Eren Re conta una capacità installata di 650 MW tra eolico, solare e idroelettrico, e ha piani per arrivare a oltre 3 GW entro 5 anni, anche grazie alla nuova iniezione di capitali dal gigante transalpino del petrolio.

Le attività, spiega una nota, si concentreranno nei Paesi in via di sviluppo, dove la richiesta elettrica è in crescita. Una volta completata la transazione il nuovo nome di Eren RE sarà Total Eren.

Quando alla seconda operazione, Green Flex è un’azienda con un fatturato 2017 previsto in oltre 350 milioni di euro, e l’acquisizione – si legge in una nota Total – accelererà l’espansione del gruppo nell’efficienza energetica, che vede già in campo le controllate Bhc Energy in Francia e Tenag in Germania.

Un quinto degli asset sul low carbon entro il 2035

Lo scorso anno, l’azienda francese ha dichiarato di puntare a spostare sul low carbon almeno un quinto dei suoi asset entro il 2035, ma nei mesi scorsi ha investito circa 7,5 miliardi di dollari nel buyout di Maersk Oil & Gas.

A maggio 2016, ha acquisito per 950 milioni di euro, il gruppo francese Saft, specializzato nella produzione di batterie al nickel e agli ioni di litio per molteplici applicazioni in ambito industriale e dei trasporti.

Total è attiva nel fotovoltaico dal 2011 come azionista di maggioranza di SunPower, acquisita per 1,4 miliardi di dollari, e da quest’anno il gruppo ha dato vita all’affiliata Total Solar per lo sviluppo di parchi FV.

L’eolico off-shore e gli esempi dalle altre

Per Total si tratta dell’esordio nell’eolico, anche se nel 2016, tramite Total Energy Ventures, ha acquisito delle quote di un’azienda statunitense che offre turbine di piccola taglia in leasing.

Secondo alcuni analisti, l’ingresso in Eren Re potrebbe essere una strada per arrivare a investire nell’eolico off-shore: un mercato che, per taglia degli investimenti e tipologia delle installazioni, sembra fatto su misura per le grandi dell’oil & gas, come ci insegna il caso Statoil (ne abbiamo parlato di recente a proposito del progetto Hywind per il primo parco eolico galleggiante).

Quasi tutti i grandi nomi del petrolio al momento si sono mossi in qualche modo nell settore dell’energia del vento.

Shell, ad esempio, controlla parchi eolici per 400 MW e ha annunciato di voler spendere un miliardo all’anno da qui al 2020 nella sua divisione New Energie, mentre BP ha circa 1,5 GW di eolico, negli Usa.

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