Vernici termoisolanti: come funzionano e con quali risultati

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Sul mercato ci sono diverse pitture che promettono di ridurre le dispersioni termiche delle pareti, con un conseguente risparmio energetico. Con l'aiuto di alcuni esperti cerchiamo di capire se funzionano davvero, in quali situazioni sono consigliate, quali sono i loro costi e quando godono di incentivi quali le detrazioni fiscali.

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Vernici termoisolanti, queste sconosciute. Promettono vantaggi consistenti per il benessere termico e il risparmio energetico, stando alle dichiarazioni dei produttori sulle etichette. È proprio così? Per approfondire l’argomento, occorre innanzitutto citare il test eseguito l’inverno dello scorso anno da Altroconsumo su quattro termo-pitture di altrettante aziende (Atriathermika, Boero, Thermoschield, Surfapore).

I tecnici dell’associazione dei consumatori avevano suddiviso una parete interna del loro centro-studi in vari riquadri, dipingendoli con le vernici speciali e con un prodotto tradizionale. Poi avevano monitorato le variazioni della temperatura media superficiale per una settimana, attraverso delle sonde; inoltre, avevano condotto delle analisi termografiche istantanee. La parete non era isolata, quindi la differenza di valori tra esterno e interno era piuttosto elevata, consentendo di valutare nel miglior modo possibile il rendimento delle diverse stesure.

Caratteristiche e costi

Ebbene, racconta Stefano Casiraghi, esperto di energia e riscaldamento di Altroconsumo, le pitture termoisolanti avevano fatto innalzare la temperatura media superficiale della parete interessata di circa mezzo grado, o poco più nel migliore dei casi. Queste vernici, spiega allora Casiraghi, possono migliorare l’ambiente interno in determinate circostanze: il classico esempio è la stanza esposta a nord, magari con poca ventilazione e scarso isolamento. Certo se la situazione è molto compromessa a livello strutturale, con un ponte termico eccessivo, far eseguire un’imbiancatura speciale non è la soluzione ottimale né preferibile. Meglio pensare a un intervento più esteso, cioè coibentare pareti e soffitti, sostituire gli infissi o realizzare un cappotto termico.

Quali sono le principali caratteristiche di queste pitture? «Sono a base di resine acriliche o sintetiche – prosegue Casiraghi – che contengono microsfere cave di vetro o ceramica. In questo modo, creano un effetto barriera che dovrebbe aumentare l’isolamento e ridurre la formazione di condense e muffe, che tendono ad apparire più facilmente in corrispondenza dei ponti termici». Ad esempio negli angoli e nelle murature che inglobano travi o piloni. I costi variano moltissimo, perché si va da un minimo di circa 3 euro a un massimo di circa 12 euro/metro quadro, manodopera esclusa.

Le prestazioni

I problemi risolti dalle termo-pitture, ci tiene però a precisare Casiraghi, sono molto contenuti rispetto a quello che potrebbero fare dei pannelli coibentanti. A questo punto, abbiamo chiesto un parere agli ingegneri dell’Anit, l’Associazione nazionale per l’isolamento termico e acustico. Se intendiamo l’isolamento termico «come riduzione delle dispersioni per trasmissione che attraversano la struttura (generalmente nei mesi invernali) – spiegano Valeria Erba, Rossella Esposti e Alessandro Panzeri, dopo essersi confrontati sull’argomento – il contributo delle pitture è paragonabile a meno di un centimetro di materiale isolante tradizionale. Dall’esterno, le vernici possono avere un effetto di controllo sul carico solare estivo, se si tratta di prodotti con opportune caratteristiche, cioè alta riflettività della radiazione solare incidente e alta emissività della radiazione infrarossa, riducendo così la temperatura superficiale esterna. Invece, se vantano proprietà di risoluzione dei problemi di muffa, l’azione alla base del loro funzionamento è di tipo biologico, cioè batteriostatica o battericida».

Detrazioni fiscali

Secondo gli ingegneri, quindi, queste pitture possono fornire risultati apprezzabili per ridurre il surriscaldamento estivo delle superfici esterne, soprattutto se queste ultime sono poco o per nulla isolate termicamente. Le vernici in questione possono godere della detrazione fiscale per il risparmio energetico? Dipende, perché il bonus del 65%, per quanto riguarda l’isolamento dell’involucro opaco (i muri di un edificio), è legato al raggiungimento di determinate prestazioni complessive, non quindi alle singole tecnologie utilizzate. La vernice speciale potrebbe però accedere alla detrazione del 50% destinata alle ristrutturazioni immobiliari.

Occhio all’etichetta

Il consiglio, infine, è leggere sempre con attenzione le etichette delle confezioni. Difatti, evidenziano gli ingegneri Anit, quando un prodotto è immesso sul mercato presentandolo come “isolante”, in accordo con il Regolamento europeo sui materiali da costruzione, occorre fornire dati tecnici, attestati da laboratori certificati e indipendenti, sulle prestazioni d’isolamento termico: conduttività e resistenza termica, emissività, riflettenza. L’assenza di tali dati non consente di valutare in modo uniforme e confrontabile i benefici derivanti dall’applicazione.

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