Smart meter gas quel ritardo che crea uno “stallo insostenibile”

  • 10 Dicembre 2013

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L'introduzione degli smart meter per il gas sarebbe dovuta partire nel 2011, ma tra proroghe e deroghe si attende ancora. Se ne è parlato oggi ad un convegno a Roma. “Una situazione di stallo insostenibile per le aziende che hanno investito nello sviluppo e nell’industrializzazione di nuovi prodotti “, denuncia ANIE Confindustria.

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Fare il punto sui fattori tecnologici ed economici che porteranno all’introduzione delle apparecchiature di misura Smart in tutti i settori dei servizi a rete, ponendo in particolare l’accento sul processo di applicazione dello Smart Meter Gas, che sta già attualmente rendendo il Paese all’avanguardia nel settore a livello internazionale. Questo l’obiettivo  che si è tenuto oggi a Roma1° Smart Utility Open Meters – Verso l’attuazione in Italia dello Smart Metering nel gas”, organizzato da ANIE Confindustria.

Quella dello Smart Meter per il gas – spiega ANIE – è una storia che parte nel 2008, con la storica delibera (155/08) dell’AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas), che rifletteva la volontà di “svecchiare” il settore con provvedimenti a loro modo rivoluzionari, quali la differenziazione delle tariffe su base stagionale e la tele-lettura dei consumi. La scaletta temporale della diffusione dello Smart Meter avrebbe dovuto partire dal 2011, ma di fatto l’Autorità ha ripetutamente concesso proroghe e deroghe alle scadenze prefissate. Ad oggi, non è stato ancora reso noto un effettivo piano di sostituzione dei contatori residenziali, in linea con tale provvedimento.

Questa situazione di incertezza – denuncia l’associazione – rende nei fatti vani gli investimenti che le aziende costruttrici hanno sostenuto in anni recenti: si parla di una cifra importante, ben 25 milioni di euro spesi nello sviluppo e nell’industrializzazione di nuovi prodotti che, attualmente, possono ritagliarsi una fetta di mercato piuttosto esigua, essendo la reale domanda di questa tecnologia molto inferiore alle aspettative generate dai provvedimenti presi in materia.

Tali investimenti sono stati per altro mirati al mercato italiano, con la realizzazione di prodotti rispondenti in tutte le loro caratteristiche ai requisiti temporali e funzionali indicati a suo tempo dall’AEEG. Per ANIE si tratta di “una situazione preoccupante, che si va ad aggiungere negativamente alle già precarie condizioni dell’industria elettronica ed elettrotecnica, prostrata dalla crisi economica in atto”.
 
“La dimensione economica del piano originariamente predisposto esige certezze dal punto di vista dell’effettiva attuazione dello Smart Meter – ha dichiarato Diego Gajani, Presidente del Gruppo Gas Static Smart Meters di ANIE – Gli acquisti di contatori partiranno solo quando l’Autorità fisserà degli obblighi definitivi per i distributori. Al momento, le quattro aziende ANIE attive in questo settore si trovano in una situazione di stallo che sta diventando insostenibile, anche dal punto di vista economico e finanziario. I dubbi relativi all’introduzione nel residenziale di questa tecnologia derivano sia da una poco diffusa cultura in materia, sia da una certa resistenza ai cambiamenti, sia da un clima di difficoltà economica nel settore delle Utility. Occorre aprire un tavolo di confronto e collaborazione, perché tutti gli interlocutori devono coordinarsi e integrare le loro azioni. Una misura evoluta porterà maggiori informazioni e quindi maggiori leve competitive alle società di vendita, e di conseguenza aumenterà il livello di liberalizzazione del settore, innescando un meccanismo virtuoso e creando un nuovo terreno di eccellenza per l’Italia.”
 
“Modalità più evolute e complete di misurazione del gas e dei diversi tipi di energia porteranno vantaggi anche all’utente, in termini di maggior trasparenza e valutazione puntuale ed immediata dei consumi – ha concluso Gajani – In questo contesto, il settore elettrico è sicuramente più avanzato rispetto al gas ed altri, ma la sua tecnologia ad oggi è ancora troppo poco sfruttata. L’obiettivo è quello di arrivare, con un maggiore impiego delle tecnologie elettroniche, a un modello comune di misura per tutte le energie, con più trasparenza nella fatturazione, maggiore possibilità di scelta per il cliente finale, possibili ottimizzazioni nella gestione reti, il tutto a vantaggio dell’utente: un principio fino a ieri impensabile con l’impiego dei prodotti e delle tecnologie tradizionali.”

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