Efficienza energetica: il grande giacimento, in parte ancora nascosto

L'efficienza energetica è da considerarsi la principale 'risorsa' a livello mondiale in termini di contributo energetico. Le politiche e le misure realizzate nel passato stanno oggi dando risultati notevoli: l'efficienza ha fatto risparmiare più energia di quanta ne abbia prodotta ogni singola fonte. Ma molto c'è ancora da fare. Il nuovo report della International Energy Agency.

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Per il contributo che porta attualmente, l’efficienza energetica è considerata da alcuni “la prima fonte di energia” al mondo. Anche il giro d’affari che muove ha un’entità paragonabile a quello dei combustibili fossili o delle rinnovabili. Eppure gli investimenti in risparmio ed efficienza energetica – circa 300 miliardi di dollari nel solo 2011 – non arrivano a due terzi degli aiuti pubblici che vengono concessi alle fonti fossili.

Questo è solo uno dei tanti dati interessanti contenuti nel report sull’efficienza energetica presentato oggi dalla IEA, l’International Energy Agency (executive summary allegato in basso). Solo considerando un gruppo di 11 membri IEA (Australia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Giappone, Olanda, Svezia, Regno Unito e USA), dal 2005 al 2010 le misure di efficienza energetica, si legge, hanno fatto risparmiare l’equivalente di 420 miliardi di dollari in petrolio. Grazie agli investimenti in efficienza realizzati dal 1974 in poi, nel 2010 si sono ridotti i consumi di 1,5 miliardi di tep. Solo per fare un paragone, gli investimenti nel settore del petrolio fatti nello stesso identico periodo, nel 2010 avevano reso solo un milione di tep. Come si vede dal grafico sotto, nel 2010 a livello mondiale l’efficienza ha fatto risparmiare più energia di quanta ne abbia prodotta ogni altra fonte.

Se le economie esaminate non avessero investito in efficienza energetica, si spiega, ora consumerebbero, e dunque spenderebbero, due terzi in più (vedi grafico qui). Ma il potenziale da sfruttare è ancora grande: nei 7 anni che ci separano dal 2020 la stima dell’Agenzia è che, solo considerando misure cost-effective, si possano ottenere a livello mondiale risparmi aggiuntivi per 900 milioni di tep: circa il 7% della domanda di energia mondiale del 2010, una quantità pari ai consumi di  Giappone, Corea e Australia messi assieme. Quanto risparmio si possa ancora attingere da qui al 2035 nei vari settori lo mostra bene il grafico qui sotto:

Quali gli strumenti idonei per promuovere l’efficienza? Il report fa un’analisi di quel che si è fatto in questi anni, arrivando alla conclusione che le misure chiave sono quelle che promuovono gli audit energetici e quelle che consentono l’accesso a finanziamenti agevolati; ma grandi risultati sono venuti anche dagli obblighi imposti ai fornitori di energia di fare (o acquistare) risparmio energetico.

Tra le diverse esperienze citate, i finanziamenti agevolati della KfW (la Banca per la Ricostruzione tedesca, un istituto pubblica) per l’efficienza in edilizia, che nel 2012 sono arrivati 12,7 miliardi di dollari, muovendo investimenti per 35 miliardi; l’esperienza delle ESCO negli Usa, che hanno visto il loro giro d’affari crescere da 1 a 7 miliardi di dollari dal 2000 al 2011; o il piano quinquennale cinese che ha portato a ridurre di oltre il 19% l’intensità energetica dell’industria domestica.

Quanto alle previsioni, la IEA si aspetta che i mercati dell’efficienza crescano praticamente ovunque, a stimolarli saranno soprattutto gli alti prezzi dell’energia e le politiche di supporto, ma gli investimenti saranno in gran parte privati. Le misure che fanno ben sperare sono diverse. Ad esempio l’obiettivo triplicato e portato a 600 TWh dei certificati bianchi francesi, il programma tedesco per rinnovare ogni anno il 2% del patrimonio edilizio, gli standard di efficienza per i veicoli che si stanno introducendo in Corea del Sud, gli incentivi per l’efficienza energetica britannici, che si stima faranno risparmiare 14,4 milioni di tep al 2020 e muoveranno 90 miliardi di dollari e, non ultimo, il dodicesimo piano quinquennale cinese che prevede di tagliare di un altro 17% l’intensità energetica.

Insomma, parte del grande giacimento nascosto di energia verrà recuperata. I governi sembrano aver capito ormai quanto la IEA ripete da tempo e ribadisce anche in questo ultimo studio: “L’efficienza energetica, riducendo o limitando la domanda di energia, può produrre benefici multipli. Tra questi consente di ridurre la pressione sui sistemi di approvvigionamento energetico sia livello a domestico che internazionale, migliorando così sicurezza e resilienza. Inoltre, può produrre benefici economici, ad esempio permettendo di riallocare su altri settori economici le risorse spese per l’energia e riducendo la spesa pubblica.”

L’executive summary del report (pdf)

Le slide di presentazione (pdf)

Lo studio si può acquistare qui

 

 

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