Dalle imprese delle rinnovabili un soffio di ottimismo

  • 3 Settembre 2012

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Secondo l'indagine presentata sul Grant Thornton International Business Report su un campione di 3.000 imprese di tutto il mondo e di tutti i settori - quotate, piccole e medie - risulta che almeno il 68% delle imprese cleantech prevede di incrementare i ricavi nei prossimi 12 mesi, contro il 52% delle imprese degli altri settori.

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Il settore delle energie rinnovabili a livello globale è solido e in rapida espansione, un comparto che avrà di sicuro sviluppi positivi nei prossimi 12 mesi. È il risultato del Grant Thornton International Business Report, un’indagine condotta a livello globale su un campione di 3.000 imprese di tutti i settori, quotate e piccole e medie.

L’indagine IBR indica che il 68% delle imprese cleantech prevede di incrementare i ricavi nei prossimi 12 mesi, contro il 52% delle imprese degli altri settori. Allo stesso modo, il 62% prevede un aumento degli utili, contro il 38% negli altri settori. Inoltre, gli imprenditori del settore sembrano intenzionati a investire nella crescita a lungo termine delle loro imprese: il 52% di loro prevede di incrementare la spesa per la Ricerca & Sviluppo nei prossimi 12 mesi e il 51% prevede di investire maggiormente in impianti e macchinari, percentuali in entrambi i casi ben al di sopra delle medie degli altri settori.

Secondo un recente report del WWF, il settore è cresciuto globalmente del 31% annuo sia nel 2009 che nel 2010. Nonostante il tasso di crescita sia sceso al 10% nel 2011, rimane un valore ben al di sopra dei tassi di crescita medi del PIL. In Cina il settore è passato da 17,5 miliardi di dollari a 71,3 miliardi di dollari tra il 2008 e il 2011, con un incremento del 77%. Negli Stati Uniti il settore è cresciuto del 17% tra il 2010 e il 2011 raggiungendo i 46,3 miliardi di dollari.

Pensiamo poi al settore del solare fotovoltaico che è passato da un giro di affari di 2,5 miliardi di dollari del 2000 ai 71,2 mld di dollari del 2010, cresciuti ulteriormente nel 2011: in 10 anni un tasso di crescita annuale composto di quasi il 40% (39,8% per l’esattezza), secondo le analisi di Clean Edge. Per l’eolico questo tasso è del 29,7%.

“I dati registrati dall’ultimo International Business Report sono confortanti, perché dipingono lo stato dell’arte di un settore promettente che si rivela all’altezza degli investimenti e degli sforzi in research&development impiegati da molte economie, emergenti e non.” – dichiara Stefano Salvadeo – parner Studio Bernoni  Professionisti Associati, member firm di Grant Thornton International Ltd. “Quello del cleantech è un settore in continua evoluzione: gli studiosi ricercano nuove tecnologie da applicare alle fonti energetiche per poterne sfruttare al meglio il potenziale, come nel caso dell’energia marina che avrà in futuro un ruolo sempre più centrale. Senza contare che molti Paesi nel mondo hanno piani di sviluppo energetico per i prossimi decenni, come l’India che ha annunciato di voler raddoppiare fino a 55.000 MW la produzione di energia da fonti pulite entro il 2017: +30.000 MW rispetto al valore attuale, dei quali 15.000 MW arriveranno dal settore eolico. Numeri che fanno ben sperare e giustificano l’ottimismo delle aziende che operano in questo settore.”

Secondo Nathan Goode, responsabile cleantech globale di Grant Thornton “Il settore cleantech continua a far registrare tassi di crescita notevoli, con Paesi come la Cina che vanno via via assumendo un ruolo centrale. L’incertezza economica globale sta pesando sulle prospettive di crescita a breve termine, ma i dati suggeriscono che le imprese dinamiche nel settore cleantech sono decise a investire in piani di crescita ambiziosi per accrescere la competitività.

La domanda di prodotti e servizi cleantech è abbastanza elevata. Cina, Stati Uniti ed Europa rappresentano a oggi circa il 50% della produzione totale globale, ma la relativa percentuale potenziale di produzione di queste tecnologie raggiunge circa il 75%; saranno proprio questi Paesi, probabilmente, a guidare l’innovazione e la crescita in futuro.

Per il 41% delle imprese cleantech, il maggior vincolo all’espansione è rappresentato dalla burocrazia, percentuale che scende al 34% per le imprese degli altri settori. La mancanza di lavoratori qualificati è citata quale vincolo alla crescita da un ulteriore 38% di imprese cleantech, dieci punti percentuali in più rispetto alla media degli altri settori. Questa scarsità di forza lavoro qualificata spiega probabilmente perché il 79% delle imprese cleantech prevede di offrire ai propri dipendenti un aumento di stipendio nei prossimi 12 mesi (negli altri settori la percentuale si ferma al 68%).

Nathan Goode ha aggiunto: “Il cleantech è un settore ancora relativamente giovane e non sorprende vedere l’innovazione crescere più velocemente del talento. Tuttavia, visti gli elevati tassi di disoccupazione nelle economie mature in particolare, una rapida crescita del settore offre chiaramente un’opportunità di incrementare occupazione e produzione.”

I Governi possono essere d’aiuto, a tal fine, tramite politiche di settore e politiche energetiche mirate. In Corea del Sud, per esempio, sono stati introdotti incentivi alla Ricerca & Sviluppo e alla produzione, così come obiettivi di efficienza energetica ed energia rinnovabile allo scopo di attrarre investimenti.

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