Solare termico, tra un precario 55% e un deludente conto energia

  • 7 Marzo 2012

Le detrazioni del 55%, in dubbio ogni anno e spalmate su dieci anni, non sono sufficienti a stimolare il settore. Il conto energia termico per come si prospetta sarebbe fortemente depotenziato, dato che escluderebbe i privati e lo stesso vale per il Fondo per Kyoto. Il punto di vista di Assolterm sugli incentivi al solare termico.

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La scorsa settimana si è tenuta a Roma la Conferenza dell’Industria Solare – Italia 2012 dedicata anche al solare termico. Si è parlato del mercato italiano con particolare attenzione alle novità relative ai prossimi incentivi. Riceviamo da Assolterm, l’associazione italiana del solare termico, la loro visione sulle problematiche emerse al convegno.

La sessione di apertura, emblematicamente intitolata “Scenari di breve e medio periodo per il mercato del solare: paradiso o inferno?” ha visto la partecipazione del Presidente di Assolterm, Sergio D’Alessandris, insieme ad altri rappresentanti delle associazioni del solare, tra i quali Robin Welling, Presidente dell’European Solar Thermal Industry Federation (ESTIF). Sugli incentivi sono stati tutti concordi nel considerare prioritario un quadro chiaro, affidabile e di lungo periodo.

Per quanto riguarda in particolare il solare termico, è emerso come l’attuale quadro legislativo sia del tutto inadeguato. Quella che manca è una regia complessiva che permetta di supportare il settore senza un eccessivo sforzo finanziario da parte dello Stato. Gli strumenti ci sono ma non vengono implementati in modo efficace. “Le detrazioni fiscali del 55% su 10 anni e con orizzonte temporale che non supera mai l’anno non sono più appetibili per l’utente finale“, ha sottolineato Sergio D’Alessandris.

Le detrazioni fiscali sono state un ottimo strumento e potrebbero esserlo ancora, ma non è più pensabile avere un incentivo che, da una parte, si rinnova di anno in anno, privando l’industria di un adeguato orizzonte temporale per poter programmare gli investimenti, e, dall’altra, impone all’utente finale un recupero del 55% dell’investimento inziale in ben 10 anni. Perché uno strumento come la detrazione fiscale funzioni in modo efficace come incentivo all’acquisto, i tempi di recupero devono essere più brevi o, almeno, permettere una maggiore flessibilità.

Ma non finisce qui. Il cosiddetto “conto energia termico” di cui si parla da più di un anno e che l’industria del solare, al fianco di altri settori afferenti al comparto delle rinnovabili termiche, da tempo chiede a gran voce, non è ancora partito (il decreto attuativo previsto dal Dlgs 28 doveva essere pubblicato entro fine settembre dell’anno scorso). L’ultima bozza circolata, oltre ad avere tariffe basse (che incentivano molto meno del 55% coperto dalle detrazioni fiscali), si rivolge solo ai soggetti pubblici. Quindi, se la bozza verrà confermata, i privati, che siano cittadini, imprese o Esco, non potranno accedere al conto energia, con una conseguente riduzione, se non annullamento, dell’impatto positivo che avrebbe potuto avere sul settore.

E la stessa sorte è capitata al Fondo rotativo per Kyoto! Atteso da anni dal comparto delle rinnovabili, questo finanziamento a tasso agevolato per la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili, per il solo solare termico, e senza nessuna reale e credibile giustificazione, prevede che i finanziamenti siano destinati solo a soggetti pubblici. Ancora una volta, i privati – cittadini e imprese – ne sono totalmente esclusi.

Su questo punto è intervenuto anche Robin Welling ribadendo che “non serve un incentivo alto, ma un quadro stabile a medio termine”. Tutto questo tra l’altro a fronte di un’industria produttiva italiana già ben sviluppata, di una filiera tutta italiana che crea ricchezza e occupazione sul nostro territorio tanto che, si è calcolato – dice ancora Robin Welling – “che per ogni euro investito in termini di incentivi nel solare termico si ha un ritorno locale di 1,40 euro“.

Ma allora che cosa stiamo aspettando? Perché gli enti preposti non si coordinano e non integrano in modo più efficiente ed efficace gli strumenti a disposizione?

Va detto inoltre che dopo la raggiunta intesa sul burden sharing, anche gli amministratori regionali attendono di avere una situazione ben definita in Italia, soprattutto per quanto riguarda gli incentivi. Sempre all’interno della CIS-IT2012, nell’ambito della tavola rotonda su “Normative regionali e solare termico tra obbligo negli edifici e burden sharing: un confronto con le Amministrazioni regionali“, Stefania Crotta della Regione Piemonte, responsabile per le tematiche energetiche nell’ambito della Conferenza Stato Regioni, ha dichiarato: “Se non abbiamo un quadro di riferimento chiaro a livello nazionale, le Regioni non possono pianificare e implementare misure incentivanti sinergiche e alternative rispetto a quelle nazionali”.

Il settore non può più aspettare! Il 2020 è dietro l’angolo e gli obiettivi delineati nel PANER sono raggiungibili, ma solo a patto che si metta in campo un sistema integrato ed efficace di misure che non possono e non devono essere viste come un mero costo. E non stiamo parlando solo di incentivi, anzi! Siamo così certi che la nostra sia una tecnologia di qualità, affidabile, efficiente, semplice e versatile che pensiamo che anche un incentivo basso potrebbe bastare se si investisse in una buona campagna di informazione e sensibilizzazione diretta all’utente finale.

I benefici con il solare termico si raccolgono in tempi molto rapidi! Perché non approfittarne? Crediamo che questa domanda meriti una risposta in tempi rapidi, prima che vengano sprecate risorse in un mix di misure inefficaci – che non permetterebbero di raggiungere gli obiettivi – e inefficienti – che non permetterebbero di raccogliere tutti i benefici che il solare termico può portare all’economia locale e che sono invece a portata di mano!

(fonte: Comunicato Assolterm)

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