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La produzione annuale di gas raggiungerà i 5.100 miliardi di metri cubi nel 2035, cioè 1.800 miliardi di metri cubi in più rispetto ad oggi, che sono grosso modo il triplo della produzione attuale della Russia. Tutto questo metano servirà per rispondere ad una domanda in forte crescita, come quella della Cina che passerà dal livello della domanda della Germania nel 2010 ad eguagliare quella dell’intera Unione Europea nel 2035.
Il gas nel 2035 coprirà il 25% del consumo globale di energia totale. Quello ‘convenzionale’ soddisferà gran parte di questa aumentata richiesta globale, ma il gas non convenzionale – lo shale gas delle rocce scistose e il coal bed methane delle miniere di carbone – risponderà a più del 40% dell’aumentata domanda.
Questi alcuni dei dati indicati nello special report dell’Agenzia internazionale dell’energia ‘Are we entering a golden age of gas?’ presentato oggi nella sede Eni di Roma da Fatih Birol, capo economista dell’Aie e su cui il nostro portale Qualenergia.it farà un’analisi dettagliata nei prossimi giorni.
A spingere questa crescita sarà dunque la Cina, “dove oggi il metano rappresenta solo il 4% della produzione energetica rispetto al 33% della media mondiale”, segnala Birol. Un aumento del ricorso al gas nel gigante asiatico sarà richiesto anche dal fatto che “16 delle 20 città più inquinate al mondo sono proprio in Cina”, e il passaggio al metano consente migliori performance ambientali sia per i trasporti che per la produzione elettrica.
Nel 12mo piano quinquennale la Cina vuole portare il consumo di gas a 247 miliardi di metri cubi nel 2015 dagli 85 miliardi di metri cubi del 2008, e lo scenario dell’Agenzia internazionale dell’energia indica un livello di 634 miliardi di metri cubi di gas nel 2035.
Fonte: Agenzia Dire
