Ecco la strategia energetica europea

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Un piano da mille miliardi di euro che delinea le scelte energetiche europee per i prossimi dieci anni. Fondamentale sarà promuovere l'efficienza in tutti i campi, unificare il mercato dell'energia, realizzare le reti intelligenti e promuovere una politica estera unitaria in materia di energia. L'anticipo della bozza di strategia preparata dalla Commissione.

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Progetti intercontinentali come il Desertec per il solare a concentrazione e la grande rete per l’eolico offshore nel Mare del Nord, politiche stringenti per l’efficienza energetica, mercato elettrico unificato e una politica estera dell’energia coerente: ecco la strategia europea per l’energia da qui al 2020. Un programma che dovrà muovere 1000 miliardi di euro, tra investimenti pubblici e privati, per garantire che il fabbisogno energetico dell’Unione Europea sia soddisfatto in maniera sostenibile.

Sicurezza energetica, mercato unico e transizione verso il low carbon sono le parole d’ordine che ispirano il documento. Una bozza che la Commissione presenterà ufficialmente mercoledì 10 novembre, ma i cui contenuti sono già anticipati da Euractiv. L’approvazione da parte del Parlamento è prevista per la primavera 2011 e ciò costituisce un importante passo avanti verso una politica energetica efficace ed unitaria a livello europeo.  “Nella prossima decade – si legge negli stralci riportati – gli investimenti necessari per rimpiazzare le fonti energetiche esistenti a soddisfare il fabbisogno in aumento obbligheranno le economie europee a scegliere tra diversi prodotti energetici. Decisioni che, data l’inerzia dei sistemi energetici, condizioneranno i prossimi 30 anni“. E la scelta prioritaria indicata dalla Commissione è chiara: l’efficienza energetica prima di tutto.

È proprio il risparmio energetico infatti la colonna portante della strategia proposta. Occorre innanzitutto rendere concreto l’obiettivo 2020 di ridurre i consumi del 20%. I piani nazionali per l’efficienza energetica, si fa notare, non hanno avuto in questi anni lo stesso peso di altri documenti, come i piani analoghi per le rinnovabili e soprattutto perché l’obiettivo sulla riduzione dei consumi al 2020 non è vincolante. Occorre invece mettere in campo obiettivi minori misurabili, che saranno monitorati proprio attraverso i piani nazionali per l’efficienza.

Secondo la strategia europea bisogna innazitutto agire sul patrimonio edilizio promuovendo la riduzione dei consumi con incentivi e strumenti finanziari innovativi come i prestiti agevolati. Ad esempio, occorrono misure per spingere anche i  locatori a migliorare l’efficienza energetica delle loro proprietà. Proprio in questi giorni – ricordiamo per inciso – in Gran Bretagna si sta discutendo di una legge che obbligherebbe i proprietari che affittano casa a garantire certe prestazioni energetiche. Centrale poi dovrà essere il ruolo dell’amministrazione pubblica: la concessione di fondi pubblici dovrà essere sempre condizionata al rispetto di criteri di efficienza energetica e anche nel privato andranno incoraggiati gli audit energetici.

L’obiettivo è fare dell’efficenza energetica “un investimento redditizio in sé, creando un robusto mercato interno per tecniche e pratiche di risparmio energetico”. Anche nel settore trasporti, responsabile di circa un quinto delle emissioni europee, si dovrà promuovere prima di tutto il risparmio energetico, tramite standard più stringenti (Per una fotografia della situazione attuale: Qualenergia.it, Emissioni CO2 auto, c’è ancora tanto da fare).

L’efficienza servirà ovviamente anche a migliorare la sicurezza energetica che però andrà rafforzata anche con una politica estera coordinata in materia di import energetici, diversificando quanto più gli approvvigionamenti per evitare crisi come quelle legate alla dipendenza dal gas russo (il contrario di quello che sembra fare il nostro governo che in materia di gas sembra “tifare Russia”, anzichè Europa: Qualenergia.it, Afghanistan e gas. Berlusconi e Putin contro UE e Usa?).

Fra le priorità della strategia della Commissione c’è la costruzione di un mercato pan-europeo integrato dell’energia: occorre rimuovere le barriere commerciali, che è un passo necessario anche per rendere possibile il raggiungimento di obiettivi ambiziosi sulle rinnovabili: nel documento quindi si parla anche delle infrastrutture necessarie come la rete elettrica intelligente continentale che servirebbe per accogliere la produzione delocalizzata di elettricità pulita da progetti come il solare a concentrazione nel Nord Africa (Qualenergia.it, Desertec, elettricità solare in Europa già tra 5 anni) e l’eolico nel Mare del Nord (Qualenergia.it, Verso la super-rete europea).

Opere e misure che richiederanno molte risorse. Come anticipato il piano ipotizza investimenti per 1000 miliardi di euro. Fondi sia privati che pubblici, con la possibilità di mobilitare risorse aggiuntive dal budget comunitario. Il problema, fa notare ad Euractiv Jason Anderson, responsabile europeo del settore clima-energia del WWF, è che sull’aspetto riguardante il finanziamento la strategia resta ancora piuttosto vaga.

 

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