In discesa i costi del fotovoltaico

  • 25 Novembre 2009

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Il costo del chilowattora da fotovoltaico a fine 2009 risulterà minore del 30-50% rispetto ad un anno fa e anche per le altre rinnovabili ci sarà un calo medio dei costi di produzione del 10%. Lo spiega l'ultima analisi di New Energy Finance. Ovunque diminuiscono i costi dei componenti per la realizzazione degli impianti.

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Entro la fine dell’anno il costo dell’elettricità solare a livello mondiale potrebbe essere dimezzato rispetto al 2008. Anche il prezzo del chilowattora prodotto con le altre fonti rinnovabili dovrebbe calare del 10%. È quanto emerge dall’analisi pubblicata nei giorni scorsi dalla società di consulenza New Energy Finance (scaricabile qui, a pagamento).
Stime che si riferiscono ai costi di produzione del kWh al netto dei vari incentivi e che considerano i costi operativi e di investimento sulla vita degli impianti. Se per tutte le rinnovabili i costi di generazione nel corso del 2009 sono scesi in media del 10%, il calo più forte interessa il fotovoltaico: “Il prezzo dell’elettricità da fotovoltaico è precipitato aprendo così interessanti prospettive: anche dove i governi stanno riducendo gli incentivi si continuerà ad avere una domanda in vivace crescita”, spiega a Greentechmedia Jenny Chase, direttrice della divisione energia solare di New Energy Finance .

Negli impianti più economici e redditizi, come quelli a film sottile nelle aree desertiche dell’ovest statunitense si è arrivati a produrre elettricità a 160 $ a megawattora. Un costo basso, ma ancora non competitivo senza incentivi con le fonti fossili che, a seconda che debbano o meno pagare le emissioni di CO2, producono  a costi che vanno da 55 a 105 $/MWh. A spingere in basso i costi di produzione del fotovoltaico il crollo nel prezzo di silicio, celle e moduli riscontrato durante l’anno, un calo che va dal 30 al 50%.

Anche nelle altre rinnovabili si registrano dinamiche simili, seppur meno accentuate: prezzi di impianti e componenti in calo anche se in parte compensati dagli aumenti nei costi per il finanziamento. Nell’eolico, ad esempio, il prezzo delle turbine è calato del 18-20%, mentre i costi di realizzazione di un impianto geotermico si sarebbero quasi dimezzati perché – dato il basso costo del petrolio che si è tradotto in in minori perforazioni per cercare greggio – c’è molto materiale da trivellazione “disoccupato” che si può avere a un prezzo più basso. Comprendendo tutte le fonti rinnovabili,  il chilowattora pulito a fine 2009, in media, dovrebbe così costare appunto il 10% in meno rispetto ad un anno fa.

Tornando al fotovoltaico, infine, va fatto un inciso sul mercato di silicio,delle celle e dei moduli: se il calo dei prezzi ha fatto accusare ai produttori un duro colpo nella prima parte dell’anno, ora arriverebbe un periodo migliore, dato che già dal terzo trimestre dell’anno la domanda è in netta ripresa.

Una ripresa particolarmente decisa in mercati importanti come quello tedesco dove entro fine anno grazie agli incentivi e all’interesse delle banche – spiega a Reuter l’associazione di settore nazionale – i gigawatt di capacità aggiunta nel 2009 potrebbero arrivare a 3, quasi il doppio degli 1,6 GW installati nel 2008 (Qualenergia – Impennata del fotovoltaico tedesco).
Grandi aspettative anche dai mercati asiatici, come l’indiano e il cinese. L’India nei giorni scorsi ha approvato ufficialmente il programma per arrivare a 1000 MW di fotovoltaico installati nel 2013 e a 20.000 MW al 2022. La Cina ha di recente stanziato finanziamenti pubblici per quasi 3 miliardi di dollari a favore di nuovi progetti solari per 642 MW.

GM

25 novembre 2009

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