L’eolico oltre la crisi

  • 24 Marzo 2009

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A Marsiglia nel corso di EWEC 2009 si è confermato che la crescita del settore continua e si sarebbe sulla buona strada per uscire dalla crisi. Un'eolico più forte perché meno dipendente dai finanziamenti delle banche, ma i problemi di liquidità non sono ancora superati.

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L’eolico uscirà dalla crisi per primo, perché la sua crescita attira capitali che compensano la stretta del credito. Il settore dell’energia dal vento pare ottimista al termine della European Wind Energy Conference 2009 (EWEC), tenutasi la settimana scorsa a Marsiglia.

Di numeri sull’espansione di questa fonte, tra le rinnovabili quella economicamente più competitiva, abbiamo avuto modo di darne molti su queste pagine. I dati che escono dall’EWEC 2009 confermano il trend: nel 2008, sono stati installati 8.454 MW di potenza eolica, il 36% del totale delle installazioni. Al momento il vecchio continente può contare sul vento per 65 GW di potenza che in un anno normale danno una produzione di 142 TWh, circa il 4,2% del fabbisogno europeo. Negli ultimi 15 anni, la capacità installata a livello globale è passata dai 2,5 GW del 1992 agli oltre 94 GW della fine del 2007: una crescita media annua di oltre il 25%.

Con l’evolversi delle tecnologie e delle conoscenze necessarie per individuare i siti migliori – si scopre dall’esauriente rapporto “The Economics of Wind Power” presentato alla conferenza (vedi allegato) – l’eolico diventa sempre più conveniente. In alcune localizzazioni ventose il costo del kWh da vento potrebbe già competere senza incentivi con quello da fonti tradizionali come gas e carbone. Ma la generazione da eolico comporta alti costi di investimento a fronte di costi d’esercizio praticamente trascurabili: stretta del credito e bassi prezzi dei combustibili fossili sono ostacoli oggettivi alla crescita del settore.

Ostacoli, emerge però da quanto detto all’incontro di Marsiglia, che sarebbero superabili in tempi rapidi. L’eolico europeo, infatti, dipenderebbe dai finanziamenti bancari molto meno rispetto a 3-4 anni fa. Sempre più compagnie elettriche con alle spalle bilanci solidi riversano i loro capitali nel settore, ed è forte l’interesse anche degli investitori istituzionali: secondo New Energy Finance il 75% di questi dichiara di voler investire nell’eolico da qui al 2012. Il tasso d’interesse chiesto per finanziare un progetto eolico, rileva poi l’EWEA, grazie agli sconti sul costo del denaro praticati dalle banche centrali e passato dal 5,2% di luglio 2007 al 4,3% di febbraio 2009.

Insomma, l’eolico sarebbe sulla buona strada per uscire dalla crisi, ma quello dei finanziamenti non è in realtà ancora un problema risolto: le centinaia di miliardi di euro iniettati dai governi nel sistema bancario – denuncia all’EWEC New Energy Finance – non arrivano all’economia reale per la scarsa disponibilità delle banche a investire nei progetti eolici. Chiaro, dunque, perché dalla conferenza europea del settore siano partiti appelli affinché la Banca d’Investimento Europea (BEI) si faccia garante per risolvere il problema della crisi di liquidità e, a livello sia europeo che dei singoli Stati, si destinino maggiori risorse a far ripartire il settore.

A ben rappresentare la delicata situazione dell’eolico europeo va segnalato quello che sta accadendo per i progetti off-shore inglesi: come raccontava ieri il Times, se le compagnie energetiche hanno espresso grande interesse per questi progetti, con un valanga di offerte di partecipazione, ora le stesse aziende paventano che, senza un finanziamento statale di almeno 2 miliardi di sterline, gran parte delle installazioni in programma dovrà essere momentaneamente accantonata.

GM

24 marzo 2009
 
 
 
 
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