Lo studio (vedi allegato) ha considerato la tassazione ambientale e il relativo impatto sulla competitività delle imprese in sette paesi europei: Danimarca, Finlandia, Germania, Svezia, Slovenia, Paesi Bassi e Regno Unito. Con l’inclusione nel calcolo della riduzione delle contribuzioni sanitarie degli impiegati e il valore aggiunto derivante dal risparmio energetico, la tassazione corrisposta dei settori industriali ad alta intensità energetica ammonta a meno del 2% del loro profitto.
Valutato in termini di valore aggiunto lordo delle imprese, il costo dell’inquinamento delle emissioni di anidride carbonica in quasi tutti i settori considerati è meno dello 0,5%. Questo equivale ad una tassa di 1-2 € a tonnellata. I calcoli non includono gli effetti sui prezzi delle quote di emissione di CO2 del sistema europeo di Emissions Trading delle proposte legislative di modifica di tale sistema presentate dalla Commissione Europea il 23 gennaio 2008.
In tal senso, a partire dal 2013 (terza fase EU ETS) è atteso un aumento dei prezzi della CO2 dovuto al piano dell’esecutivo europeo di incrementare la porzione delle quote di emissione distribuite tramite asta. La ricerca indica che le industrie più vulnerabili agli aumenti del prezzo delle quote in termini di competitività internazionale sono quelle del ferro e degli altri metalli industriali.
LM
3 marzo 2008