Non solo elettricità: come già sottolineato in alcuni dei precedenti articoli, la Direttiva Europea REDII non esclude la possibilità che le comunità energetiche rinnovabili (CER) producano, consumino e condividano anche altre forme di energia come, ad esempio, il calore.
Proprio l’impiego di energia termica generata da fonti rinnovabili disponibili localmente sul territorio è stato l’oggetto del convegno “Teleriscaldamento da rinnovabili ed energia termica di comunità: come valorizzare le risorse locali e i territori”, organizzato il 9 novembre 2022, nell’ambito della manifestazione Key Energy, da Ambiente Italia e IFEC, Italian Forum of Energy Communities.
Il contributo del calore: efficiente, sostenibile e resiliente
Efficienza, sostenibilità e resilienza: queste sono alcune delle caratteristiche dei piccoli sistemi di teleriscaldamento alimentati con risorse rinnovabili locali (solare termico, biomasse, geotermia e calore di recupero), come chiaramente evidenziato da Chiara Lazzari di Ambiente Italia nel suo intervento introduttivo.
Questi sistemi, inoltre, per la loro stessa natura, possono essere il fulcro di “CER termiche” che si sviluppano sul territorio dal basso, con un coinvolgimento forte e tempestivo di tutti i soggetti potenziali produttori e consumatori di calore.
Tra le altre cose, Lazzari ha anche riportato che un caso pilota di CER termica, da sviluppare nella regione del Friuli-Venezia Giulia, è previsto nel progetto europeo ConnectHeat, finanziato nell’ambito del programma LIFE e che durerà da ottobre 2022 a settembre 2025.
Considerare il contributo dell’energia termica nelle CER è anche una delle nuove linee di attività dell’Italian Forum of Energy Communities, come sottolineato da Paolo D’Ermo, Segretario Generale di WEC Italia e Membro del Comitato di Indirizzo di IFEC: un processo iniziato a giugno 2022 con un primo convegno introduttivo del tema, realizzato alla Mostra Convegno Expocomfort di Milano e descritto in dettaglio nell’articolo “Comunità energetiche: non dimentichiamo il calore“, e proseguito proprio con questa iniziativa realizzata a Key Energy.
Il video integrale della registrazione del workshop è disponibile sulla piattaforma on demand di Key Energy, alla quale bisogna accedere previa registrazione.
Biomassa… a banda larga
La sessione centrale del convegno, poi, è entrata nelle specificità delle CER termiche, tramite una carrellata di esempi concreti.
La biomassa è, senza dubbio, una delle risorse locali che, soprattutto in territori montani, può essere alla base di esperienze di energia di comunità di piccola e media taglia. Interessante su questo tema è l’esempio della ACSM, società a capitale interamente pubblico costituita da 10 Comuni della zona di Primiero, in Trentino-Alto Adige.
Simone Canteri, AD e Direttore Generale del gruppo, ha riportato i principali dati delle reti termiche di ACSM di due impianti per un totale di 38 MW e di circa 40 GWh/anno di calore ceduto agli utenti. Si tratta di una rete estesa per più di 60 km con oltre 2.000 punti di fornitura e un consumo di biomassa pari a 100.000 mst/anno.
Un altro aspetto fondamentale è quello della provenienza della risorsa legno: il 60% della biomassa è ottenuta da filiera locale, cioè in un raggio di 20 km dalla centrale, mentre il restante 40% viene comunque da filiera corta, cioè entro un raggio di 50 km.
Un ulteriore elemento positivo di questa rete di teleriscaldamento è stata la sinergia infrastrutturale che ha permesso di posare, assieme ai tubi di distribuzione del calore, anche la rete a banda larga, fornendo così un potente servizio di modernizzazione del territorio.
Molteplicità di fonti e “sector coupling”
Cosa succede, invece, all’estero su questo tema?
Il resoconto dalla Germania, presentato da Thomas Pauschinger dell’associazione tedesca del teleriscaldamento (AGFW), fornisce un quadro davvero completo delle più rilevanti tendenze: le reti sono alimentate sempre di più da molteplici fonti energetiche, le rinnovabili sono essenziali per la decarbonizzazione del settore termico e, infine, il “sector coupling” sta diventando prassi comune in tutti i nuovi progetti.
Parlando di numeri, il Paese tedesco ambisce a una penetrazione del teleriscaldamento negli edifici pari al 30% entro il 2050. Entro il 2030, inoltre, l’energia che alimenta le reti deve essere coperta almeno al 45% da fonti rinnovabili.
Un esempio particolarmente ispirante è quello dei cosiddetti “villaggi bio-energetici” dove si realizzano piccole e medie reti di teleriscaldamento utilizzando una combinazione delle fonti rinnovabili disponibili localmente e dove le iniziative si caratterizzano anche per un forte e diretto coinvolgimento dei consumatori finali nello sviluppo progettuale e nelle principali decisioni.
Partecipazione economica diretta
Una della modalità di coinvolgimento più innovative e interessanti è, fuori di dubbio, quella economica, come sottolineato nel suo intervento, incentrato sul crowdfunding, da Chiara Candelise di GREEN – Bocconi.
Grazie a questo meccanismo, i cittadini consumatori possono partecipare a investimenti in progetti energetici e beneficiarne dei ritorni economici con la conseguenza di una “democratizzazione” degli investimenti e una redistribuzione economica dei profitti sull’intera comunità interessata da un progetto.
Un’altra implicazione non trascurabile di questo approccio è la riduzione delle contestazioni locali con conseguenti riduzioni dei tempi di realizzazione e dei costi autorizzativi di un progetto.
Chiaramente un sistema come il crowdfunding non si sostituisce del tutto alla finanza tradizionale ma ne è, invece, un interessante meccanismo complementare, come sottolineato anche da Sergio Olivero, membro del Comitato Scientifico di IFEC, nel suo intervento riassuntivo di chiusura.