Danfoss, da gennaio l’inverter di stringa trifase di seconda generazione

Danfoss è il primo produttore ad introdurre un inverter di stringa trifase di seconda generazione, Gamma Danfoss FLX. In arrivo la gamma completa di inverter trifase da 6-17 kW.

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A partire da gennaio 2014, Danfoss metterà a disposizione per la vendita FLX, il nuovo inverter di stringa trifase di seconda generazione che, installato in alcuni impianti test, sta già riscuotendo grande successo.


Il nuovo FLX è stato progettato per garantire affidabilità e offrire la risposta ad un mercato, quello dell’energia solare, che chiede sempre di più installazioni semplici, massima resa e semplicità d’uso.


Danfoss è il primo produttore ad introdurre un inverter di stringa trifase di seconda generazione. La combinazione dell’esperienza derivata da oltre 2 miliardi di ore di funzionamento unita alle tecnologie più recenti e avanzate ha portato alla realizzazione di questo inverter flessibile e robusto.


Maggiore rendimento
Gli inverter di stringa Danfoss sono già noti per la loro flessibilità e versatilità. Conformi a circa 40 reti diverse, sono la soluzioni appropriate per ogni genere di impianto, dalle installazioni residenziali di vario tipo alle grandi centrali solari. Con l’introduzione della nuova gamma tutti questi aspetti vengono confermati.


L’FLX è tanto flessibile quanto il TLX suo predecessore, inoltre aggiunge una taglia in più. Prevede sempre i 1000 Vcc, fino a 3 MPPT indipendenti, un ampio intervallo di tensione MPP da 250-800 V e una curva di efficienza piatta, permettendo di sfruttare al massimo l’energia prodotta dall’impianto. In aggiunta, per rispondere alla crescente domanda di impianti in autoconsumo, i tecnici Danfoss hanno sviluppato due nuove tecnologie: l’ACC (Adaptive Consumption Compensation) e la DPD (Dynamic Power Distribution).


ACC
La tecnologia Adaptive Consumption Compensation (ACC) assicura il massimo utilizzo anche in caso di limitazione dell’energia erogabile imposta dal gestore. In caso di autoconsumo,  l’inverter è in grado di gestire l’energia prodotta e quella autoconsumata. Pertanto, se per esempio il gestore limita la produzione al 70%, l’inverter andrà a calcolare la quantità autoconsumata includendola nel 70% di energia erogata, producendo quindi la quantità di energia permessa dal gestore nel punto di connessione secondo i limiti richiesti.


Nella vita reale, significa che i gestori della rete riescono a livellare i picchi di produzione e soddisfare i requisiti di limitazione della potenza, mentre l’utente sfrutta pienamente il proprio impianto, recuperando l’investimento sostenuto.


DPD
In modo analogo, in caso di limitazione dell’energia erogabile per impianti con più inverter, la tecnologia Dynamic Power Distribution (DPD) assicura che l’inverter con il potenziale più alto sia quello autorizzato ad introdurre l’energia nella rete. Solitamente la limitazione di potenza è distribuita in modo uniforme tra tutti gli inverter dell’impianto. Quindi, se uno degli inverter non raggiunge la quantità di energia permessa perché è collegato a moduli in ombra, gli altri inverter dell’impianto non riescono a compensare la mancanza di produzione. Quando si attiva la DPD è invece possibile: gli inverter sono in grado di riconoscere quello che in quel momento produce di più e conoscono anche il limite imposto all’impianto nel punto di connessione. In questo modo garantiscono la massima produzione potenziale e aumentano la resa dell’impianto.


Limitazione delle perdite per ombreggiamento
L’FLX si avvale dell’Advanced PV Sweep, una funzionalità avanzata che permette di attivare la tecnologia PV Sweep in determinati momenti della giornata, in cui si rileva maggiore ombreggiamento. Tale funzione viene attivata e gestita tramite l’interfaccia web e permette di selezionare più intervalli in ogni stringa. E’ stato provato che una regolare scansione fotovoltaica può aumentare la produzione della stringa in modo considerevole in condizioni di ombreggiamento.

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