Renovo SpA, nelle biomasse la risposta all’abbandono dei terreni agricoli e forestali

CATEGORIE:

L’intervento proposto da Renovo mira alla realizzazione sul territorio nazionale di un network di centrali termoelettriche cogenerative di piccola taglia, alimentate utilizzando biomassa legnosa ottenuta da scarti agricoli, agro-industriali e agro-forestali da filiera corta.

ADV
image_pdfimage_print

Secondo le “Linee guida per la valutazione del dissesto idrogeologico e la sua mitigazione attraverso misure e interventi in campo agricolo e forestale, rilasciate lo scorso marzo dal Ministero dell’Ambiente, in Italia circa 4 milioni di ettari di terreno agricolo e forestale (il 13% del territorio nazionale) è a rischio di erosione e frane; servirebbero, pertanto, almeno 40 miliardi di euro per la messa in sicurezza del territorio.

Di fronte a questi dati allarmanti, Renovo SpA, realtà mantovana che promuove lo sviluppo di progetti legati alle energie rinnovabili, non solo ha trovato la soluzione al problema dello stato di abbandono delle aree boschive – col forte rischio di incendio e di dissesto idrogeologico – ma ha sviluppato un vero e proprio progetto per trasformare il cippato da bosco in biomasse, eliminando i pericoli e i danni conseguenti da questa situazione.

Questo scenario – afferma Stefano Arvati, Presidente di Renovo Bioenergy SpA –  dimostra chiaramente come il settore agro-forestale italiano possa diventare una leva strategica del Paese perché, oltre a garantire la produzione di cibo, può contribuire alla riduzione delle emissioni dei gas serra, sia attraverso l’utilizzo di combustibile a biomasse al posto delle risorse fossili, sia mediante l’adozione di pratiche agricole che favoriscano il presidio del territorio a tutela del paesaggio, delle biodiversità, della stabilità idrogeologica del terreno e delle sue tradizioni”.

L’intervento proposto da Renovo, in particolare, mira alla realizzazione sul territorio nazionale di un network di centrali termoelettriche cogenerative di piccola taglia, alimentate utilizzando biomassa legnosa ottenuta da scarti agricoli, agro-industriali e agro-forestali da filiera corta (cippato da bosco, resti di ulivi e vigne raccolti nei territori adiacenti agli impianti, ecc.).

Secondo l’azienda mantovana, infatti, questo è il miglior modo per trasformare degli oneri per la società (in termini di rischio e di costi di smaltimento) in vere e proprie risorse da trasformare in energia termica messa a disposizione a prezzi vantaggiosi per gli abitanti e imprenditori locali.

La produzione di biomassa, inoltre, rappresenta un’importante via di sviluppo per i territori rurali dal punto di vista economico, sociale e ambientale: consente, infatti, di mantenerli vitali, invertendo fenomeni di spopolamento e contribuendo a un generale miglioramento della qualità della vita degli abitanti. Non a caso, il progetto di Renovo trova ampio consenso presso le realtà del mondo associativo, cooperativo e ambientalista. Sono da annoverare, in tal senso, l’impegno assunto da Legambiente nel sostenere l’iniziativa come esempio di sviluppo sostenibile delle energie alternative e l’accordo che la società mantovana ha siglato con Gruppo Cooperativo Cgm, finalizzato all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate nei processi produttivi.

Renovo nasce come facilitatore di progetti energetici che concorrano alla produzione di energia termoelettrica da fonti rinnovabili, perseguendo un modello di sviluppo etico, sostenibile e meno dipendente dall’energia fossile. Con questo obiettivo prende vita Energia a Km 0, un network nazionale di centrali termoelettriche cogenerative alimentate a biomassa che valorizzano l’energia termica residua attraverso la cessione a realtà industriali, commerciali e residenziali situati in zone limitrofe.

Potrebbero interessarti
ADV
×