CoP21, perché serve una carbon tax

  • 2 Dicembre 2015

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Luigi De Paoli, docente di Economia dell'energia alla Bocconi, spiega perché per ridurre le emissioni di CO2 la carbon tax è uno strumento insostituibile: bisogna penalizzare il carbone rispatto a fonti meno climalteranti.

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Limitare le emissioni di CO2 non è a costo zero né per l’economia in generale né per ciascuno di noi. La produzione di energia elettrica, che nel 2005 aveva un costo di circa il 10% del pil, secondo una road map dell’Unione Europea, nel 2050 costerà il 14,50%; dovremo quindi pagare circa il 4% in più per limitare le emissioni.

Un modo efficace per agire subito, secondo Luigi De Paoli della Bocconi, perlomeno sul fronte della produzione dell’energia elettrica, è favorire la riduzione dell’uso del carbone a vantaggio di quello del gas attraverso l’introduzione di una carbon tax di 50 euro a tonnellata, che potrebbe portare a livello europeo a un risparmio di circa 400 milioni di tonnellate di CO2 per la minore quantità di energia elettrica prodotta da carbone ogni anno.

Luigi De Paoli è professore ordinario di Economia applicata alla Boconi,  direttore del master in Economia e management ambientale e direttore della rivista Economia delle fonti di energia e dell’ambiente.

 

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