Verso un autunno difficile: per le famiglie gas +62% e pellet +99%. Per le aziende del Nord 31-36 miliardi in più

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Le stime di Federconsumatori sui costi energetici per le famiglie e quelle di Confindustria per le aziende delle regioni più produttive.

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Ci avviamo verso aumenti delle spese delle famiglie per il riscaldamento che variano dal +49% per chi usa gasolio, al +62% per il gas, al +99% per il pellet.

Queste le stime diffuse da Federconsumatori, che ha effettuato uno studio sui costi che le famiglie dovranno sostenere per scaldarsi nell’autunno-inverno 2022-2023.

Intanto l’impennata del prezzo dell’energia sta colpendo ancora più duramentee le aziende: le industrie di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna quest’anno spenderanno in bollette nel complesso tra 36 e 41 miliardi di euro, contro i 4,5 mld del 2019.

Così hanno quantificato ieri i presidenti di Confindustria delle quattro regioni in un incontro con gli assessori allo sviluppo economico ed energia delle rispettive regioni.

Tornando alle famiglie, stando all’ultimo aggiornamento Arera delle tariffe del gas, ad oggi (III trimestre 2022 su III trimestre 2021) l’incremento del costo del gas è pari al +46%.

Federconsumatori prevede che, visto l’andamento dei mercati, sulla bolletta relativa al riscaldamento, vi sarà un incremento complessivo del +62%, con una spesa, per scaldare un appartamento di 100 mq, cioè di 1.479 euro nel 2022-2023, rispetto ai 912 euro del 2021-2022.

Nel caso il proprio impianto sia alimentato a gasolio, secondo l’associazione, la spesa ammonterà, quest’anno, a 2.309 euro, il +49% rispetto al 2021-2022 (circa 1.545 euro annui).

Per chi si scalda con una caldaia a pellet, il rincaro sarà ancora più rilevante: il costo di un sacco da 15 kg di pellet è infatti raddoppiato rispetto allo scorso anno, passando da 5 a 10 euro (si veda QualEnergia.it, Perché il prezzo del pellet è raddoppiato?). Per riscaldare la tipologia di appartamento preso in esame una famiglia spenderà, quindi, 1.333 euro nel 2022-2023, il 99% in più rispetto ai circa 670 euro del 2021-2022.

“Aumenti – commenta una nota di Federconsumatori – che si riverberano sui beni di largo consumo e che solo in parte sono giustificati dall’andamento inflattivo e dal conflitto in Ucraina: ecco perché chiediamo interventi immediati del Governo per sostenere famiglie e imprese e un piano capace di ridurre strutturalmente l’impatto delle attività finanziarie sui mercati all’ingrosso dell’energia, insieme con il rafforzamento dei poteri e del raggio di azione di Mr. Prezzi, anche attraverso appositi comitati territoriali di vigilanza, per contrastare ogni fenomeno speculativo.”

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