Il più grande rischio per il paesaggio è proprio nel clima che sta cambiando. Per tentare di evitare gli effetti più catastrofici del riscaldamento globale, dobbiamo raddoppiare entro il 2050 la produzione elettrica da rinnovabili e, per certe fonti come il fotovoltaico, addirittura decuplicarla.
Sarà dunque inevitabile pensare a come integrare i grandi impianti a energia pulita in un territorio prezioso come quello italiano. Le soluzioni ci sono, a partire da quelle per far convivere solare a terra e agricoltura, ma più che la battaglia dei costi, ormai vinta, la vera sfida delle fonti pulite è riuscire a inserirle nel paesaggio.
Questo, in estrema sintesi, l’intervento di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di QualEnergia e Kyoto Club, tenuto ieri in occasione della Giornata mondiale del Paesaggio, nell’ambito della maratona online organizzata da AssoCEA Messina Onlus.