Venti di burrasca nel comparto ESCo per le accuse di pratiche scorrette

ASSOESCo diffida una Energy Service Company di Treviso, che nega qualunque addebito.

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ASSOESCo, una delle due maggiori associazione italiane di Energy Service Company, meglio note appunto come “ESCo,” ha diffidato E+E S.p.A. – conosciuta anche come Ecologicamente Energia SpA – dall’utilizzo del proprio marchio associativo.

QualEnergia.it ha fatto una sommaria verifica su due siti internet riconducibili a E+E e non ha riscontrato attualmente la presenza del logo di ASSOESCo nella comunicazione online dell’azienda, che ha sede a Treviso.

Può sembrare una questione di poco conto, ma ad un esame più attento, la questione ha risvolti importanti. Vediamo perché.

L’Unione Europea ha assegnato alle ESCo un ruolo rilevante per il proprio efficientamento energetico. Esse forniscono infatti tutti i servizi tecnici, commerciali e finanziari necessari per realizzare interventi di efficienza energetica, assumendosi l’onere dell’investimento e il rischio di un mancato risparmio, a fronte della stipula di un contratto in cui si riconoscono loro degli utili, derivanti dal risparmio energetico ottenuto dai clienti.

Chi sceglie una ESCo lo fa quindi con l’idea di rivolgersi a partner particolarmente qualificati e affidabili.

ASSOESCo afferma che E+E non è un’azienda associata e che ciò nonostante ha millantato l’appartenenza all’associazione, tramite l’uso non autorizzato del proprio logo, almeno in passato.

Una persona raggiunta telefonicamente da QualEnergia.it presso l’ufficio marketing dell’azienda trevigiana, che non si è voluta qualificare, ha negato fermamente l’accusa. Ha detto che E+E è una ESCo certificata e che non ha mai usato il logo di ASSOESCo nella propria comunicazione.

Nell’elenco ufficiale delle ESCo in possesso di certificazione accreditata per la fornitura di servizi energetici, stilato da Accredia – l’ente unico nazionale di accreditamento designato dal governo – la denominazione sociale presente è quella di Ecologicamente Energia S.p.A., di cui E+E condivide la partita Iva, secondo quanto dichiarato dal rappresentante di E+E.

Da parte sua, ASSOESCo ha scritto in un comunicato che E+E ha usato, senza averne titolo, il logo di ASSOESCo nei messaggi commerciali dell’azienda e nell’ambito, fra l’altro, della promozione di un tipo di servizio che sta sollevando lamentele fra alcuni clienti di varie aziende (fra le quali QualEnergia.it non sa se sia presente E+E), alcuni dei quali hanno già fatto degli esposti in merito alla Guardia di Finanza, come abbiamo raccontato in un recente articolo.

La promozione in questione viene presentata, a seconda dei casi, come “Energy Sharing,” “power sharing,” “accumulo virtuale” o diciture simili.

Secondo ASSOESCo, tale offerta si basa a volte sull’installazione di “scatolotti di semplice domotica, venduti come in grado di condividere apparecchiature quali pompe di calore, pannelli fotovoltaici o caldaie, promettendo contestualmente la fornitura di energia elettrica e gas a costo zero per 10 o 20 anni.”

In realtà, le apparecchiature montate, in vari casi, non sarebbero collegate a impianti fotovoltaici o altri sistemi per la produzione di energie rinnovabili o per efficienza energetica.

Inoltre, fa notare ASSOESCo, la fattura emessa al cliente per le apparecchiature installate riporterebbe talvolta un ammontare di gran lunga superiore rispetto ai prezzi di mercato. Ciò in quanto coprirebbe anche i costi di fornitura di elettricità e gas, venduti però a prezzi gonfiati rispetto al mercato o con la promessa di evitare, per esempio, gli oneri di rete.

Secondo ASSOESCo, inoltre, sulla spesa totale sostenuta dall’acquirente, verrebbe scorrettamente comunicata da alcune società ai propri clienti la possibilità di accedere al cosiddetto “Ecobonus,” cioè alle detrazioni fiscali del 50% o 65%, a secondo dai casi. Ciò è ingannevole poiché le forniture di luce e gas non sono spese detraibili nell’ambito degli interventi di efficientamento energetico e, dunque, il cliente che le portasse in detrazione rischierebbe di incorrere, pur inconsapevolmente, in un illecito.

Il comportamento di alcune aziende “non è per niente positivo per tutto il settore delle ESCo e dell’efficienza energetica in generale,” ha detto il presidente di ASSOESCo, Roberto Olivieri, parlando in generale di fenomeni come quello della comunicazione pubblicitaria ingannevole e delle pratiche commerciali scorrette. “Ci sono delle vere e proprie truffe”.

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