Trasporti aerei, per tagliare le emissioni tornano i dirigibili?

Almeno tre produttori stanno sperimentando queste soluzioni per il trasporto merci.

ADV
image_pdfimage_print

Una volta i dirigibili erano considerati il ​​futuro del volo. Poi arrivarono i famosi incidenti dell’Akron e dell’Hindenburg e, complice anche l’evoluzione degli aerei, i dirigibili praticamente scomparvero. A distanza di quasi 90 anni, si torna ora a parlarne, come mezzi di trasporto più ecologici degli aerei.

Un dirigibile a energia solare in costruzione dalla società britannica Varialift Airships mira a proporsi come mezzo a basse emissioni per il trasporto internazionale di merci. Secondo Alan Handley, Amministratore delegato di Varialift, su un volo transatlantico tra il Regno Unito e gli Stati Uniti, il dirigibile userebbe l’8% del carburante di un aereo a reazione convenzionale.

I dirigibili – veicoli che fanno affidamento su gas più leggeri dell’aria per sollevarli in volo – hanno il vantaggio di non richiedere piste dedicate per decollare e atterrare. Ciò vuol dire che possono servire anche aree con scarse infrastrutture.

“Possiamo andare dal punto A al punto B senza dover trasferire le merci dagli aerei ai camion,” ha detto Handley a NewScientist. Realizzato con una struttura di alluminio, il Varialift sarebbe in grado di trasportare 50 tonnellate di carico, dice l’amministratore delegato.

Fra gli svantaggi, i dirigibili sono molto più lenti degli aerei. Secondo Handley, un dirigibile Varialift è capace di muoversi a circa la metà della velocità di un Boeing 747, che viaggia ad una velocità di crociera di circa 900 chilometri l’ora.

Il dirigibile è dotato di serbatoi di elio compresso per il “galleggiamento” in aria. Quando l’elio viene trasferito dal serbatoio più piccolo ad uno più grande, si espande e spinge fuori l’aria, imprimendo alla struttura una spinta verso l’alto.

Una volta raggiunta un’altezza di circa 10.000 metri, la spinta in avanti è generata da una combinazione di due motori a propulsione solare e due convenzionali. Poiché non è presente una batteria a bordo, i motori a energia solare sarebbero limitati alle ore di luce del giorno.

Il Varialift non è ancora in produzione. In un aeroporto di Châteaudun, in Francia, l’azienda sta attualmente costruendo un prototipo lungo 140 metri, largo 26 e alto 26. Il completamento è previsto per i prossimi nove mesi.

Secondo Robert Hewson, dello Imperial College di Londra, manovrare un dirigibile di queste dimensioni pone problemi significativi, a causa delle dinamiche fisiche in gioco.

Un altro produttore, la britannica Hybrid Air Vehicles, ha sviluppato Airlander, un dirigibile ibrido la cui spinta verso l’alto è generata sia dal gas che da meccanismi aerodinamici, e che si avvale di quattro eliche a motore diesel.

Anche il gigante aerospaziale Lockheed Martin è al lavoro da diversi anni per lo sviluppo di un dirigibile ibrido, ma non ne ha ancora avviata la produzione.

Un team dell’Università delle Highlands e delle isole del Regno Unito ha sviluppato un velivolo a energia solare che è spinto da variazioni di galleggiabilità. Il velivolo alterna la sua galleggiabilità tra valori positivi e negativi, e si spinge in avanti comprimendo l’aria.

Per il momento, i dirigibili rimangono un settore di nicchia, ha detto Hewson a NewScientist. Possono essere utili per trasportare merci di grandi dimensioni e grandi strutture, come turbine a gas e reattori nucleari, in luoghi inaccessibili. La sorveglianza e le telecomunicazioni sono altri due possibili usi, ha aggiunto.

Ma è improbabile che vedremo il ritorno dei dirigibili come mezzo di trasporto passeggeri su voli commerciali. Lo svantaggio significativo della velocità ne frena la diffusione, ha detto Hewson. “Ad esempio, occorrerebbero dei giorni per volare in Australia. Penso che non sia fattibile.”

ADV
×