Le torri eoliche diventano sentinelle antincendio

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Intesa Sicilia-Alpiq per l’applicazione di telecamere. La Regione vuole rendere il servizio di monitoraggio vincolante in tutti i pareri ambientali sugli impianti.

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Il rapporto tra eolico e incendi è stato ampiamente dibattuto negli ultimi mesi, contrapponendo chi considera le torri un ostacolo agli interventi da terra e dal cielo e chi, invece, vede negli impianti un fattore che aiuta le operazioni e fa anche prevenzione.

Un aspetto ulteriore della questione è stato affrontato in Sicilia, dove Alpiq Energia Italia e Regione hanno deciso di avviare una sperimentazione che porterà su alcune turbine del parco eolico di Monte Mele (Agrigento) delle “telecamere di rilevamento antincendio”.

La tecnologia sarà installata dopo un intervento di repowering del sito e servirà come sistema di allarme precoce.

L’iniziativa è stata denominata “Torri sentinelle del territorio” e l’azienda svizzera, che conta nell’isola 14 impianti per una potenza di circa 770 MW, ha elaborando un piano per estendere il servizio a tutto il suo installato siciliano.

L’idea nasce in seno alla Commissione tecnica e specialistica regionale, da cui è arrivata l’indicazione iniziale, portata avanti nel confronto con tutti gli stakeholder interessati, tra cui Protezione Civile, Vigili del Fuoco e Forestali.

“Da alcuni mesi la Commissione tecnica ha deciso di affiancare ai pareri rilasciati anche una prescrizione che obbliga i produttori eolici di dotare gli impianti con telecamere”, scrive Alpiq in una nota. “Al momento mancano le linee guida sulla tipologia di strumenti da utilizzare e sull’interfaccia con la Regione stessa” ma l’azienda “ha deciso di anticipare tutti e di avviare”, grazie al progetto di Monte Mele, “un confronto con gli enti coinvolti per creare un modello applicabile anche agli altri operatori”.

Secondo quanto acquisito da QualEnergia.it, nel corso del 2025 il dipartimento Energia della Regione Siciliana emanerà uno specifico atto amministrativo per inserire il vincolo di installazione delle telecamere nel rilascio delle autorizzazioni ambientali per gli impianti.

Contemporaneamente, lo stesso dipartimento sta lavorando all’elaborazione delle linee guida di dettaglio.

Nel caso di Alpiq, le telecamere di ogni aerogeneratore dovrebbero coprire un monitoraggio pari alla distanza tra le torri eoliche coinvolte, non inferiore a 5 km.

In questo modo la Regione intende creare una rete di controllo direttamente connessa ai sistemi di Protezione Civile e Corpo Forestale.
In futuro “potremmo fornire centinaia di torri antincendio”, commenta l’assessore regionale all’Energia, Roberto Di Mauro. “Questo è un modo per creare forme di collaborazione sane tra pubblico e privato, a costo zero per le casse della Regione e con benefici enormi in ambito prevenzione”.

Più nel dettaglio, le telecamere da installare saranno acquistate, installate, collegate in rete e manutenute da Alpiq senza spese per l’ente pubblico che, invece, sarà il titolare del trattamento dei dati relativamente alle immagini acquisite.

Eolico e incendi tra Sardegna, fake news e iniziative parlamentari

Come accennato, il dibattito sugli incendi che si sviluppano in aree dove è presente l’eolico si è acceso negli ultimi mesi sull’onda delle proteste anti rinnovabili in Sardegna.

Ne è derivata anche una proposta di legge del deputato M5S sardo Emiliano Fenu, concentrata sul tema dei soccorsi aerei e recante “Modifica all’articolo 4 della legge 21 novembre 2000, n. 353, in materia di incendi boschivi, concernente l’individuazione di aree sottoposte a divieto di installazione di impianti eolici per la produzione di energia”.

L’atto, che ha preso il numero 1996 a Palazzo Montecitorio, attualmente è in attesa di essere assegnato a una commissione in sede referente.

Intanto è Anev che ha deciso di intervenire sul tema avviando una campagna contro le “fake news” sull’eolico in cui fa rientrare proprio il presunto ostacolo ai soccorsi in caso di incendio: “Le strade di accesso agli impianti che creano gli operatori sono utili al passaggio dei mezzi di soccorso”, secondo il presidente Simone Togni.

C’è inoltre da considerare che tutti gli impianti eolici sono oggi dotati di telecamere e quindi, a prescindere da accordi con le istituzioni, mettono nelle condizioni l’operatore di allertare i soccorsi in caso di incendi. Con il progetto siciliano, però, si potrebbe espandere l’effetto di controllo del territorio aumentando il numero di telecamere e orientandole secondo una logica, appunto, di monitoraggio più ad ampio spettro.

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