Eolico “ostacolo” ai soccorsi durante gli incendi? Un altro attacco che parte dalla Sardegna

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Le dure contestazioni alla proposta di legge del M5S per vietare i parchi eolici nelle aree a rischio incendio. Tutto nasce da una segnalazione del corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna.

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Le turbine eoliche costituiscono un ostacolo ai mezzi di soccorso (canadair, elicotteri …) che intervengono per spegnere i grandi incendi?

Ne è convinto Emiliano Fenu, deputato sardo del Movimento 5 Stelle, che ieri alla Camera ha presentato una proposta di legge (link in basso) per consentire alle regioni di vietare la costruzione di parchi eolici nelle aree a rischio.

La proposta si basa su una segnalazione della Direzione generale del corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione Sardegna, secondo la quale “la presenza degli aerogeneratori costituirebbe un ulteriore e problematico ostacolo alla navigazione, sui corridoi di approccio alle fiamme, dei mezzi aerei ad ala fissa influendo negativamente sull’efficacia degli interventi di spegnimento e potrebbe addirittura escluderlo. Analoghe considerazioni vanno estese all’utilizzo dei mezzi ad ala rotante in particolare nelle fasi di spegnimento e di approvvigionamento idrico”.

Si tratta di un’osservazione fatta dalla Forestale nell’ambito di una procedura di Via per il parco eolico CE Nuoro Sud, con potenza complessiva di 66 MW, nei comuni di Orani, Orgosolo e Nuoro. Il documento è in allegato in basso.

“È un rischio che non mi sono inventato, ma che è stato sollevato dagli organi preposti”, osserva Fenu parlando con QualEnergia.it. “Sono favorevole alle rinnovabili, in Sardegna come in qualsiasi altra regione, tutte devono fare la loro parte, ma va fatto con criterio”.

Per il deputato M5S questo divieto rappresenta uno dei pezzi del puzzle per la regolamentazione degli spazi per le Fer, in attesa che vengano individuate le aree idonee. “Non è che la Forestale è contro le rinnovabili: così rispondiamo e interpretiamo un problema reale”.

Ma, ci chiediamo, non sarebbe il caso di investire invece su un maggiore controllo del territorio, anche usando la tecnologia, e soprattutto sulla prevenzione?

La replica di Anev

Secondo Anev, l’associazione italiana dell’energia eolica, invece, gli impianti eolici “non ostacolano lo spegnimento degli incendi, anzi aiutano la prevenzione degli stessi”.

In un comunicato diramato dopo aver appreso della presentazione della proposta, si legge: “Le aree dove sorgono gli impianti eolici sono individuate attraverso un accurato studio geografico e morfologico del territorio, sottoposte ad una meticolosa videosorveglianza, attiva 24 ore su 24, sia da parte degli operatori che dei produttori. Anche le aree limitrofe sono soggette manutenzione da parte degli operatori, che si occupano direttamente di aver cura di rimuovere eventuali sterpaglie la cui presenza, oltre ad ostacolare le normali attività di manutenzione, potrebbe portare all’insorgenza di incendi”.

È possibile che il rilievo del Corpo Forestale della Sardegna fosse riferito a quello specifico parco eolico nel Nuorese. Ma questi ultimi vengono progettati e installati tenendo cura del contesto in cui sorgono, e non si trovano circondati da vegetazione perché risulterebbe incompatibile con la fonte eolica e quindi con la produzione di energia elettrica.

Fonti della Regione Puglia ascoltate da QualEnergia.it hanno evidenziato come la questione delle pale eoliche non sia mai stata sollevata in materia di prevenzione incendi. A differenza, ad esempio, dei tralicci per la trasmissione dell’elettricità.

Le turbine sono peraltro “più basse rispetto all’altezza di volo dei Canadair, utili allo spegnimento degli incendi per via aerea”, osserva ancora Anev. Inoltre, per quanto riguarda i soccorsi via terra, “il raggiungimento delle aree interessate è facilitato dalle strade predisposte al passaggio dei mezzi necessari all’installazione e manutenzione degli impianti presenti sul territorio”.

Pertanto, conclude l’associazione, “le proposte di legge che sono state avanzate in Parlamento, non hanno ragione di esistere in quanto prive di fondamenta valide”.

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