Come ci si aspettava, il Consiglio Energia conclusosi nella mattinata di oggi non ha prodotto una decisione sulla proposta per un tetto del gas presentata dalla Commissione europea.
Il meccanismo disegnato da Bruxelles è stato criticato duramente anche da chi è a favore del cap, così oggi si è arrivati a un accordo informale sugli elementi meno controversi del pacchetto, ma non sul tetto ai prezzi del gas.
C’è stato dunque un ok informale ai piani della Commissione su accelerazione del permitting delle rinnovabili e sul pacchetto di solidarietà, che include l’acquisto congiunto di gas, misure per lo scambio di forniture di gas nell’Ue e un nuovo parametro di prezzo per il Gnl, ma resta da sciogliere il nodo del price cap sul metano.
Per affrontarlo, i ministri dell’Energia dell’Ue si riuniranno di nuovo prima di Natale, molto probabilmente il 13 dicembre, in modo da far firmare l’auspicato accordo ai leader degli Stati membri che si riuniranno al Consiglio europeo il 15 e 16 dello stesso mese.
Stando a quanto emerge da fonti diplomatiche citate da Politico.eu, Belgio, Spagna, Italia, Polonia e Grecia si sarebbero messi di traverso, dichiarando che non avrebbero formalmente accettato il pacchetto più ampio fino a quando la questione del prezzo del gas non fosse stata risolta.
Lo stesso ministro italiano Gilberto Pichetto Fratin, prima di entrare al vertice con gli altri ministri, aveva parlato di una riunione tenuta “con i Paesi critici verso la proposta della Commissione, che sono quindici” (Italia, Belgio, Bulgaria, Croazia, Francia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna) dalla quale era emerso che “c’è la condivisione di non aderire alla proposta presentata alla Commissione europea” e di “valutare complessivamente sia la proposta sul price cap sia gli altri termini dell’accordo, come la solidarietà e la trasparenza, tutto in un unico blocco”.
La commissaria Ue all’Energia, Kadri Simson, si è detta pronta a facilitare un accordo, affermando che il meccanismo proposto “ci dà una solida base per la discussione” e spiegando che “siamo qui per affrontare le preoccupazioni degli Stati membri”, preoccupazioni che però sono molte.
Il meccanismo di correzione del mercato proposto dalla Commissione, come abbiamo riportato, prevede un tetto massimo al prezzo sul TTF, che però scatterebbe solo quando i prezzi superano i 275 €/MWh per due settimane e quei prezzi sono 58 € al di sopra del prezzo internazionale del gas naturale liquefatto (Gnl) per 10 giorni.
Un’idea che non è piaciuta né ai favorevoli né ai contrari al price cap sul gas. I paesi a favore di un tetto, in sintesi, hanno criticato il meccanismo, perché con una soglia di prezzo così alta, sembra progettato per non essere mai utilizzato.
Gli scettici sul cap, come Germania, Austria, Danimarca e Paesi Bassi, lamentano invece le poche garanzie e temono che il cap sui prezzi del gas possa allontanare i fornitori e minare la stabilità finanziaria del blocco.