L’Italia è una delle prossime frontiere su cui l’uomo più ricco del mondo, Elon Musk, punta a espandere la sua influenza industriale.
Il settore è quello dell’energia, più precisamente i grandi sistemi di accumulo per la rete che Tesla – l’azienda texana fondata da Musk che produce auto elettriche e batterie – ha battezzato Megapack (container pieni di batterie al litio usati per immagazzinare l’energia prodotta in eccesso dai parchi eolici e solari).
L’opportunità di investire nel nostro Paese nello storage energetico potrebbe diventare più interessante, ricordiamo, grazie alle prossime aste del Macse, il nuovo meccanismo per l’approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico.
Come abbiamo scritto, la prima gara dovrebbe svolgersi non prima di giugno 2025 e riguarderà la sola tecnologia delle batterie, mentre in seguito saranno compresi anche i pompaggi idroelettrici.
Non a caso, Tesla sta cercando un nuovo responsabile per le politiche pubbliche e lo sviluppo aziendale per il suo team Energy dell’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa).
In questo ruolo, che potrà essere basato a Madrid, Milano o Roma, si legge nell’annuncio pubblicato online dalla società americana, “svolgerai un ruolo fondamentale nel dare forma e influenzare i quadri politici, normativi e fiscali che supportano la missione di Tesla Energy in Spagna e Italia”.
L’obiettivo del manager sarà “promuovere la crescita dei prodotti Energy di Tesla come Megapack, Powerwall e Autobidder”; i Megapack, come detto, sono le grandi batterie per la rete, mentre Powerwall è un accumulatore domestico e Autobidder è un software che consente di gestire in tempo reale i diversi servizi forniti dalle batterie alla rete (flessibilità, regolazione, copertura dei picchi eccetera) per ottimizzare i ricavi economici sui mercati.
Tra i compiti richiesti, “gestire le relazioni quotidiane per mantenere e far crescere una rete ad alto impatto all’interno di uffici chiave degli stakeholder pubblici, partner del settore e associazioni di categoria”.
Il manager dovrà anche “identificare in modo proattivo le opportunità e le barriere normative e risolverle”, oltre a “fornire alla leadership di Tesla valutazioni interne di impatto dei cambiamenti politici sulle attività correlate all’energia di Tesla, oltre alle azioni consigliate”.
Il Macse italiano e gli sviluppi di Tesla nello storage
Tornando al Macse italiano, la cui disciplina è stata approvata a ottobre 2024, il meccanismo gestito da Terna incentiverà in totale 9 GW/71 GWh di capacità di accumulo per dieci anni, fino al 31 dicembre 2033, con risorse per 17,7 miliardi di euro.
Per mantenere un certo livello di competitività, Terna ha ideato un sistema in cui il contingente della singola asta sarà dimensionato in base a quanti sono i progetti autorizzati, mettendo a gara al massimo l’80% della potenza autorizzata in quel momento (fatto salvo il raggiungimento dell’obiettivo complessivo al 2033, come detto di 9 GW).
Tesla quindi potrebbe puntare ad acquisire commesse rilevanti per le future installazioni di batterie, cercando accordi con le utility per la fornitura di Megapack in Italia e facendo concorrenza ai colossi asiatici, in particolare le cinesi CATL e BYD
Più in generale, scorrendo i risultati globali di Tesla nei primi nove mesi del 2024 (pdf), si vede che i ricavi del settore energia/storage sono cresciuti del 52% nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2023, superando 2,3 miliardi di dollari.
Sempre nel terzo trimestre 2024 Tesla ha distribuito 6,9 GWh di accumuli, +72% in confronto a luglio-settembre 2023; si prevede che le implementazioni di sistemi di accumulo energetico raddoppieranno anno su anno nel 2024.
Più a stretto contatto con Trump?
Intanto la figura di Musk è diventata sempre più ricca di contraddizioni.
La più rilevante è perché abbia deciso di sostenere apertamente la presidenza bis di Trump – elargendo milioni di dollari di supporto durante la campagna elettorale repubblicana – considerando che Trump non è certo un paladino delle energie pulite su cui Musk finora ha costruito la sua reputazione industriale.
Musk ha però anche contratti multimiliardari con il governo federale Usa tramite alcune sue aziende, come SpaceX, quindi un suo stretto coinvolgimento nella politica americana non farebbe che aumentarne la capacità di influenzare le decisioni a proprio vantaggio.
Come scriveva il 13 gennaio il New York Times, Musk dovrebbe utilizzare uno spazio per uffici nel complesso della Casa Bianca per lavorare al cosiddetto “Dipartimento per l’efficienza governativa” (DOGE: Department of Government Efficiency), che mira a tagliare la spesa pubblica nell’amministrazione Trump ma le cui future attività restano ancora avvolte in un sostanziale mistero.
Musk dovrebbe avere un suo spazio nell’Eisenhower Executive Office Building, adiacente alla Casa Bianca, riporta il quotidiano Usa. Questa posizione “consentirebbe al signor Musk, che possiede aziende con miliardi di dollari in contratti con il governo federale, di continuare ad avere un accesso significativo al presidente eletto Donald J. Trump quando entrerà in carica questo mese”.
Musk inoltre “ha avuto discussioni con i funzionari di transizione su quale sarà il suo livello di accesso alla West Wing [Ala Ovest che ospita gli uffici del presidente Usa, ndr], ma questo non è stato chiaro, secondo due persone informate sulla questione. I membri dello staff e gli altri che possono entrare e uscire liberamente dalla West Wing in genere necessitano di un pass speciale”.