Teleriscaldamento con le rinnovabili: tre esempi su scala locale

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Comuni tedeschi in prima fila e coinvolgimento diretto dei cittadini per piccole reti di teleriscaldamento a fonti rinnovabili locali: esempi di eccellenza che strizzano l’occhio anche alle nuove configurazioni delle comunità energetiche.

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Solare termico, biomassa e altre fonti energetiche rinnovabili possono alimentare piccole reti di teleriscaldamento con notevoli benefici per tutta la comunità locale.

Affidabilità e basse esigenze di manutenzione, impiego di risorse locali pulite e a basso costo, stabilità del prezzo al consumatore per un lungo periodo di tempo, coinvolgimento diretto dei cittadini (anche sotto forma di comunità energetiche), sviluppo dell’economia locale e, infine, creazione di posti di lavoro.

Questi, in estrema sintesi, i benefici derivante dall’applicazione di una tale soluzione tecnologica e organizzativa.

Risorse energetiche su 1.200 ettari a disposizione

Per dimostrare questi innegabili vantaggi con esempi concreti, il progetto ENTRAIN ha recentemente messo a disposizione un video (durata: 19′; vedi in fondo all’articolo), con voce narrante tradotta in italiano, che presenta alcuni casi di eccellenza relativi ai piccoli centri rurali di Rosenfeld, Breitenholz, Mehrstetten e Pfronstetten, situati nel sud della Germania.

Circa dieci anni fa, l’impianto di riscaldamento della scuola pubblica di Rosenfeld è stato sostituito, a causa dei guasti e dei malfunzionamenti sempre più frequenti. Dopo aver consultato diversi possibili fornitori di calore, il soggetto gestore dell’istituto si è posto la fatidica domanda: perché non provare a sfruttare le risorse energetiche locali?

Il centro rurale tedesco, infatti, ha a disposizione 1.200 ettari di bosco nei quali gran parte della potenziale risorsa viene, ormai da quarant’anni, considerata inutilizzabile perché non destinata alla lavorazione industriale.

Quando la popolazione locale ha cominciato a percepire che si stava muovendo qualcosa, l’interesse è cresciuto e, solo in un paio di mesi, il Comune ha ricevuto molte manifestazioni di interesse per l’allacciamento a una rete di teleriscaldamento alimentata con biomassa locale. Grazie a questa notevole partecipazione, il Sindaco ha deciso di spostare la localizzazione della centrale termica dalla scuola all’area industriale, data la necessità di aumentarne la taglia.

Tra il 2008 e il 2009, allora, è stata realizzato il nuovo impianto con caldaia a cippato e la rete di teleriscaldamento che ha collegato prima solo gli edifici comunali ma poi si è estesa ad alcune utenze industriali, al palazzetto sportivo, a un condominio e a diverse case unifamiliari.

Nelle stagioni più calde, inoltre, il calore della rete viene impiegato anche per mantenere costante la temperatura della piscina scoperta quando l’apporto solare non è sufficiente.

Il lavoro di “persuasione” dei potenziali utenti è stato portato avanti in maniera davvero capillare, anche con sopralluoghi casa per casa. Grazie a questo supporto continuo, le statistiche locali dicono che ben l’80% delle richieste di collegamento preliminari da parte degli utenti vanno a buon fine.

Oggi la rete conta 700 edifici collegati, molti dei quali anche nel centro storico della città, dove l’impiego di una rete di teleriscaldamento consente, tra l’altro, di utilizzare energie rinnovabili senza la complicazione di agire sulle singole case, spesso protette dalla normativa sugli edifici storici. Complessivamente, la domanda termica a Rosenfeld costituisce più del 50% del consumo energetico complessivo.

Per alimentare la centrale, poi, sono nate, nella zona attorno al paese, colture a crescita rapida come, ad esempio, quelle di salice.

L’agenzia energetica locale, infine, sta lavorando per replicare questo tipo di progetti in altri centri. La vera sfida per la realizzazione di reti di teleriscaldamento è la notevole dispersione delle utenze: quasi l’80% degli edifici nell’area, infatti, è di tipo unifamiliare.

Sole e legna per rimpiazzare il gasolio

Per descrivere il secondo esempio ci spostiamo nel Comune di Ammerbuch e, in particolare, nella piccola frazione di Breitenholz, situata a sud-ovest di una riserva naturale.

In questa frazione, dove vivono circa 750 persone, non arriva la rete del gas e il 75% degli edifici è riscaldato a gasolio.

Ciò ha spinto l’amministrazione locale, in un’ottica di protezione del clima e di contenimento dei costi presenti e futuri, a pensare a una soluzione del tutto differente: una rete di teleriscaldamento che attraversi l’intero villaggio e alimentata da un impianto che funziona al 100% grazie a fonti energetiche rinnovabili.

Il sistema realizzato da un’azienda energetica di cittadini della vicina Tubinga ed è costituito da 3 caldaie a cippato e da un grande impianto solare termico. Questo impianto solare è in grado di coprire, come media nell’anno, il 37% del fabbisogno termico complessivo, riducendo così la pressione sulla risorsa legno e le relative emissioni in aria. Ciò permette un risparmio di circa 200.000 litri di gasolio ogni anno e, dal punto di vista climatico, ben 600 tonnellate di emissioni di CO2 evitate.

Il progetto non è stato di semplice realizzazione e ha richiesto tre anni di sviluppo, nonché diversi passi di calcolo economico. Il risultato finale, però, è stato positivo e più di 100 edifici hanno ormai aderito, o stanno aderendo, all’iniziativa.

Per la gestione della rete, inoltre, è stata fondata una società specifica, della quale sono azionisti gli abitanti stessi, che hanno versato una quota pari a circa 1.000 euro.

I Comuni in prima fila

Anche nel centro di Mehrstetten, i sistemi di riscaldamento, alimentati a gasolio o legna, si dimostrano poco efficienti e obsoleti. Tra l’altro, un elemento piuttosto scomodo per gli utenti è che ciascuno di essi, singolarmente, si deve preoccupare e occupare anche dell’approvvigionamento del combustibile per il funzionamento del suo impianto.

Tre anni fa, allora, è nata nell’Amministrazione Comunale l’idea di una rete di teleriscaldamento alimentata a fonti energetiche rinnovabili locali, originata dalla domanda: cosa faremo quando gli edifici comunali dovranno cambiare i sistemi di teleriscaldamento?

Il Comune si è rivolto allora all’agenzia locale per il clima e il progetto è ora in corso di sviluppo. Molto interessante è anche il punto di vista della Sindaca del paese, secondo la quale questo progetto sviluppa “il nostro calore” e, proprio perché fonda la fornitura energetica su un elemento comune, sarà capace di rinforzare la coesione sociale.

A Pfronstetten, a 25 chilometri di distanza, la scuola, l’asilo e il palazzetto comunale sono dotati di impianti di riscaldamento vecchi e malfunzionanti. Il ragionamento del Comune, allora, è stato simile: se dobbiamo realizzare una rete di teleriscaldamento per alimentare gli edifici pubblici, perché non offrire il servizio anche ai privati cittadini?

È stata organizzata, quindi, una serata informativa dove sono state raccolte le prime adesioni al progetto.

Un altro elemento centrale è che il Comune ha deciso di scendere in campo direttamente nella gestione della futura rete, così da avere voce in capitolo sulle decisioni più importanti, soprattutto quelle relative alla determinazione dei prezzi di vendita del calore all’utente finale.

Dal punto di vista dell’economia locale, infine, ci si aspetta un notevole ritorno grazie a questi progetti: i boschi presenti nelle aree, infatti, sono di proprietà non solo pubblica ma anche privata e, quindi, saranno in grado di stimolare anche iniziative imprenditoriali per lo sfruttamento della risorsa legna.

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