Tagliare la bolletta delle aziende: contratti EPC, fotovoltaico e comunità energetiche

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Alcuni spunti da Viessmann per tagliare la bolletta delle imprese: Contratti di Prestazione Energetica (EPC) per investire in efficienza senza anticipare liquidità e Comunità Energetiche Rinnovabili per l’autoproduzione da fotovoltaico.

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Il caro energia sta penalizzando le imprese italiane e al momento non è possibile sapere quando i prezzi di elettricità e gas torneranno ad abbassarsi.

Investire in efficienza energetica è lo strumento più efficace per correre ai ripari, perché riduce l’impatto dei costi energetici sulle imprese e lo fa in modo duraturo e strutturale. Tuttavia, oggi investire è difficile, perché sono richiesti capitali che in questo momento le imprese potrebbero non avere.

Come fare? Il primo consiglio è tenere d’occhio i Bandi nazionali e regionali che consentono di accedere a contributi economici o a finanziamenti agevolati per interventi di efficientamento e di riduzione dell’impatto ambientale (vedi anch QualEnergia.it, rubrica “Bandi e appalti”, ndr).

Ci sono però altri strumenti da considerare che possono fare la differenza: sono contratti particolari, come quelli di noleggio a lungo termine, oppure dei contratti EPC da stipulare con una ESCo. Queste forme contrattuali consentono a un imprenditore di ridurre il costo dell’energia senza dover anticipare liquidità (vedi anche guida Viessmann in fondo all’articolo).

Contratti EPC: l’efficienza a costo zero

I contratti EPC (Energy Performance Contract o Contratto di Prestazione Energetica) permettono di evitare il costo iniziale dell’intervento, perché l’investimento viene effettuato da un soggetto terzo.

Questo soggetto è una ESCo (Energy Service Company), ossia una società che realizza interventi che favoriscono l’efficienza energetica occupandosi interamente dell’opera, generalmente a seguito di una Diagnosi Energetica: dalla progettazione alla realizzazione, fino alla conduzione e manutenzione.

Mediante un Energy Performance Contract, una ESCo assume totalmente l’onere e il rischio dell’investimento, venendo poi remunerata in funzione del risparmio energetico o del raggiungimento di altri criteri di rendimento stabiliti in fase contrattuale. In questo modo, il cliente ottiene anche la certezza dei risultati di risparmio nel tempo.

I contratti EPC non sono ancora molto diffusi nel settore delle aziende private, mentre stanno prendendo piede in quello pubblico. Eppure, si possono ottenere ottimi risultati in tutti i settori e per interventi diversi, dalla produzione di caldo e freddo e per processi specifici.

In sintesi, ecco i principali vantaggi offerti da un contratto EPC per investire in efficienza energetica senza impegnare capitale proprio (vedi anche Come finanziare l’efficienza energetica senza costi d’investimento):

  • ridurre i costi per l’approvvigionamento energetico;
  • ridurre i costi per manutenzione, avarie e malfunzionamenti;
  • disporre di un impianto che funziona sempre ai massimi livelli di efficienza.

Le Comunità Energetiche per condividere l’energia autoprodotta dal fotovoltaico

La tecnologia offre molte opportunità per la riduzione dei consumi energetici.

Oltre alla sostituzione di vecchie caldaie e generatori di vapore energivori (e spesso sovradimensionati) con sistemi efficienti e dotati di dispositivi per il recupero del calore, bisogna pensare ad autoprodurre la propria energia ogni volta che sia possibile e conveniente, tramite impianti di cogenerazione e fotovoltaici.

Inoltre, dallo scorso anno esiste una possibilità per l’approvvigionamento energetico che prima non c’era: sono le Comunità Energetiche Rinnovabili, uno strumento innovativo nato per promuovere le fonti rinnovabili e l’efficienza che si rivolge a persone fisiche, imprese ed enti locali, permettendo loro di ridurre le bollette e di fare bene all’ambiente.

Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono formate da un gruppo di consumatori finali di energia che costituiscono un vero e proprio soggetto giuridico, con lo scopo di produrre e auto-consumare la propria energia pulita (tipicamente da fotovoltaico). La normativa italiana è stata modificata appositamente per consentire tali configurazioni: ora siamo nella fase embrionale, ma il PNRR sa per mettere sul banco oltre 2 miliardi di euro proprio per le comunità energetiche e l’autoconsumo e alcuni operatori si stanno già muovendo sul mercato per offrire questi servizi.

Vediamo anche un esempio di risparmio con autoproduzione fotovoltaica, con qualche calcolo:

  • Impianto da 20 kWp → costo 25.000 €
  • Zona climatica E → producibilità 22.000 kWh annui (1.100 kWh/kWp)
  • Impianto senza accumulo → 30% autoconsumato e 70% ceduto in rete
  • 6.600 kWh autoconsumati: 0,2 €/kWh → 1.320 € valorizzazione energia
  • 15.400 kWh ceduti in rete: RID 0,05 €/kWh → 770 € ricavo cessione
  • Totale risparmio → circa 2.100 €/anno con rientro dell’investimento in più di dieci anni
  • Se i prezzi dell’energia aumentano → rientro inferiore ai dieci anni al netto di qualsiasi incentivo

Gli incentivi che vengono riconosciuti per le configurazioni delle Comunità Energetiche, oppure altre forme di agevolazione (come il Bonus alberghi che consente di detrarre l’80% delle spese per l’efficientamento energetico, fotovoltaico compreso) possono ridurre ulteriormente il tempo di ritorno dell’investimento.

Allargando lo sguardo dal concetto prettamente economico ai parametri di valutazione incentrati sulla sostenibilità ambientale (sono i criteri ESG, Environmental, Social, and Corporate Governance), per i quali il ritorno economico diretto rappresenta solo una parte degli elementi da considerare, allora un intervento di autoproduzione di energia pulita è da valutare con un interesse ancora maggiore.

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