Superbonus, la proroga al 31 dicembre per la Cila potrebbe arrivare con la manovra

Il ministro Giorgetti conferma anche gli interventi per sbloccare i crediti, in arrivo con la conversione del dl Aiuti quater, mentre la proroga dovrebbe essere inserita nel ddl Bilancio.

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Sembra non finire mai il tiramolla tra “sì” o “no” alla proroga dei termini per presentare la Cila e usare il Superbonus 110% anche nel 2023 nei condomini.

Ora pare che la proroga ci sarà e arriverà con il ddl Bilancio e non, come si ventilava, con la conversione del decreto Aiuti quater.

A dirlo è stato il ministro delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che ha confermato anche che sono in arrivo, tramite emendamenti al dl Aiuti quater, gli inteventi per sbloccare i crediti.

La possibilità di presentare la Comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila) entro il 31 dicembre, ha affermato Giorgetti, “probabilmente confluirà nella legge di bilancio: perché è un problema di tempi di conversione di questo decreto-legge [decreto Aiuti quater, ndr]; se il decreto sfora e l’approvazione definitiva va nel 2023 forse è meglio per tutti che sia in manovra”.

In sostanza, la novità non arriverebbe con degli emendamenti al dl Aiuti, perché il suo iter di conversione in legge rischia di prolungarsi fino a gennaio.

La proroga invece verrebbe inserita nella manovra, che entra in vigore il 1° gennaio 2023, quindi probabilmente per rendere efficare la proroga negli ultimi giorni di dicembre si userà un ordine del giorno da approvare in commissione Bilancio (ordine che poi confluirà nella manovra stessa).

Ricordiamo che il termine per presentare la Cila e avere il Superbonus al 110%, anziché al 90%, nel 2023 per lavori negli edifici condominiali, è scaduto lo scorso 25 novembre. Anche con eventuale proroga al 31 dicembre, dovrebbe rimanere la condizione che i lavori devono essere stati approvati dalla delibera assembleare entro il 24 novembre.

Altro tema che fa discutere a livello politico è quello dei crediti fiscali incagliati, collegati ai bonus edilizi.

In una recente interrrogazione alla Camera Giorgetti ha affermato che sono in elaborazione specifiche modifiche all’articolo 9 del decreto Aiuti quater, “che consentiranno una maggiore circolazione dei titoli tra gli intermediari qualificati e che garantiranno i cosiddetti prestiti ponte per le imprese edili che si trovano in possesso di tali crediti”.

Nella stessa risposta, il ministro ha sottolineato che i dati in possesso dell’Agenzia delle entrate, “per il periodo ottobre 2020-novembre 2022, mostrano che l’ammontare dei crediti è pari complessivamente a 99,4 miliardi di euro, di cui riferibili al superbonus 52,1 miliardi e al bonus facciate 24,8 miliardi”.

Giorgetti ha precisato che “l’Agenzia delle entrate conosce l’ammontare dei crediti, ma non è in grado di stabilire i motivi in base ai quali i contribuenti abbiano deciso di mantenere i crediti nella propria disponibilità, ad esempio, ai fini del successivo utilizzo in compensazione tramite modello F24, oppure se non riescano ad utilizzarli ovvero a cederli ad altri soggetti”.

“Ricordo, comunque –  ha aggiunto – che tale istituto andrebbe più correttamente ricondotto nell’alveo delle detrazioni fiscali, evitando l’ampio ricorso allo sconto in fattura, consentito indipendentemente dal livello di reddito e dall’utilizzo per l’abitazione principale”.

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