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Superbonus e fotovoltaico, due ostacoli da rimuovere subito

Le proposte di Ater per sbloccare interventi paralizzati dalla combinazione tra burocrazia e carenza di materiali.

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Garantire l’accesso al Superbonus senza aver necessariamente allacciato alla rete l’impianto e inserire tolleranze nelle potenze nominali.

Questi, in estrema sintesi, gli interventi chiesti da Ater, l’Associazione dei tecnici delle energie rinnovabili, per sbloccare i progetti FV.

Elementi di burocrazia “incompatibili con la realtà operativa”, ossia una “rigidità e lentezza nei rapporti con i distributori di rete”, stanno frenando il fotovoltaico, specie quello incentivato con Superbonus, assieme alla carenza di materiali, in primis batterie, è la premessa che Ater fa in una nota.

Le regole tecniche attuali non consentono infatti di modificare in alcun modo le potenze dichiarate al distributore di rete in sede di richiesta di preventivo di connessione, mentre i cambi in corsa dei componenti (moduli, inverter e batterie), dovuti alla penuria degli stessi, non consentono di avere certezze fino alla consegna.

I tempi di connessione diventano, per questa ragione e per l’intasamento di pratiche presso i distributori, lunghi. A questo si aggiunge l’interpretazione data dall’Agenzia delle entrate, per la quale servirebbe l’accettazione del contratto di ritiro dedicato presso il Gse, per elaborare visti di conformità ed asseverazione.

Nella migliore delle ipotesi, dalla richiesta di connessione al distributore all’ottenimento del contratto di ritiro dedicato intercorrono almeno 3-4 mesi. Nella peggiore, con connessioni complesse, i tempi possono prolungarsi anche a 6-7 mesi.

“E’ evidente come queste tempistiche siano del tutto incompatibili sia con le esigenze delle imprese che con le scadenze fiscali. Ad oggi, nella sostanza, la realizzazione di impianti fotovoltaici in Superbonus presenta gravi ostacoli burocratici che penalizzano questa tecnologia rispetto agli altri sistemi impiantistici interessati dal provvedimento”, sottolinea Ater.

Da qui le due proposte dell’associazione.

Nell’immediatezza si suggerisce appunto di garantire l’accesso al Superbonus senza aver necessariamente allacciato alla rete l’impianto e sottoscritto il contratto di ritiro dedicato. Si chiede che i visti di conformità e le asseverazioni tengano conto solamente del preventivo di connessione alla rete ottenuto e della domanda di connessione presentata, ove viene esplicitamente riportato il regime commerciale dell’impianto (cessione parziale-ritiro dedicato).

Nel medio periodo si propone di intervenire presso Arera al fine di inserire tolleranze nelle potenze nominali d’impianto, tolleranze che saranno utili anche nella gestione delle modifiche e delle riparazioni agli impianti già in esercizio.

Basterebbe, si spiega, che venisse applicato al Tica, testo integrato connessioni attive, quanto già previsto dall’art. 30 del dm 23 giugno 2016 ove sono espresse le tolleranze sulle potenze nominali per taglie di impianto, ai fini del mantenimento degli incentivi in conto energia.

Si veda anche: Tutto sul Superbonus 110%, la raccolta di QualEnergia.it

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