Superbonus: una corsa contro il tempo, soprattutto per i condomìni

La complessità degli interventi e delle procedure per accedere alla detrazione del 110% rendono necessaria una proroga del superecobonus. Vediamo alcune ipotesi di tempistiche per accedere all'agevolazione.

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Vista la complessità delle procedure e degli interventi, e poiché ufficialmente, almeno per ora, il superecobonus è destinato a durare solo poco più di un anno, la questione dei tempi diventa  cruciale.

Vediamo perché anche con delle simulazioni.

È probabile che per selezionare i consulenti tecnici giusti, l’azienda impiantistica giusta e la banca giusta per le proprie necessità, piuttosto che la Energy Service Company che racchiuda nel suo ambito tutte queste professionalità, passino già almeno 2-4 settimane – cui i condomìni dovranno aggiungere i tempi tecnici per lo svolgimento di almeno un paio di assemblee, che per essere organizzate in tempi di restrizioni da Covid, evitando assembramenti, in luoghi spesso chiusi, o altrimenti anche all’aperto, via via che avanza la brutta stagione, già si presenta come una sfida non da poco.

Nell’ipotesi più rosea, quindi, da uno a due mesi almeno, soprattutto nel caso dei condomìni, serviranno solamente per decidere se procedere e trovare i partner adatti.

Diciamo quindi che, dalla data di pubblicazione di questo articolo, si arrivi con tutta probabilità verso le feste natalizie, quando tutte le attività tenderanno comunque a rallentare.

Saranno probabilmente molto pochi i condomìni e le persone fisiche tanto previdenti, intraprendenti e pronti ad assorbire un minimo di costi preliminari, da arrivare a inizio gennaio con Attestati di Prestazione Energetica (APE) ante operam già in tasca e con un’idea relativamente chiara sulla possibilità o meno di migliorare le prestazioni dell’edificio di due classi energetiche – e soprattutto sul mix di interventi necessari a rispettare i requisiti per l’accesso al superecobonus.

È più probabile quindi che, passato il periodo prima delle feste a decidere cosa fare e a trovare i tecnici, la prima parte dell’anno sia da dedicare invece a fare misurazioni, APE, verifiche, dimensionamenti, progettazioni preliminari e selezioni di prodotti, fornitori e banche. Impegni che, messi assieme, per interventi più complessi e costosi della media come l’installazione contestuale di un cappotto termico e la sostituzione di una caldaia con una pompa di calore, possono facilmente prendere da tre a sei mesi.

Riteniamo quindi che lo stesso ipotetico condominio che abbiamo usato come esempio in altri articoli  sull’autoconsumo collettivo (vedi sotto link) arrivi, se tutto va liscio, ad aprile-maggio 2021 prima di avere messo in fila tutte le pedine sulla scacchiera, compresi gli anticipi erogati dalle banche per coprire le fasi preliminari del progetto, indipendentemente dall’impegno del cliente alla futura cessione dei crediti fiscali (Autoconsumo collettivo e comunità energetiche, ecco come funzionanoImpatti economici e di mercato degli incentivi per autoconsumo collettivo e comunità dell’energia).

Prendiamo dunque l’inizio di maggio come riferimento.

Lunedì 3 maggio 2021, il condominio sarà finalmente pronto a sottoscrivere l’impegno a cedere i futuri crediti fiscali alla banca, che si impegna a sua volta ad acquistarli; a seconda dei tipi di intervento, dobbiamo mettere in conto almeno dai tre ai sei mesi di lavori, che potrebbero diventare facilmente quattro-nove mesi, non solo e non tanto a causa di nuovi possibili fermi delle attività dovuti alla pandemia, ma semplicemente per i ritardi che comunemente affliggono qualsiasi cantiere.

Arriviamo nella migliore delle ipotesi a terminare i lavori verso fine luglio-inizio agosto se si tratta di interventi relativamente semplici e più probabilmente, per interventi più complessi, tenendo conto anche dei rallentamenti estivi, verso ottobre-novembre 2021 – ad appena uno o due mesi dalla scadenza naturale per accedere alla detrazione del 110%, se non verrà prorogata (come più volte indicato dal governo).

Nel frattempo, diciamo a fine luglio e di nuovo a fine ottobre 2021, il nostro ipotetico condominio avrà maturato e potuto cedere i crediti fiscali sorti a seguito di asseverazioni che certifichino il raggiungimento di almeno il 30% dei lavori in prima battuta e poi del 60%, con acquisto da parte della banca e versamento del relativo controvalore sul conto corrente del condominio.

Se tutto va bene, rimangono al massimo due mesi per finire i lavori, maturare e cedere il 40% dei crediti fiscali residui.

Riepilogando, se si parla di condomìni e il lavoro da fare è un cappotto, o a maggior ragione un cappotto più la sostituzione della centrale termica o l’installazione di un impianto fotovoltaico, la sola fase dei lavori in cantiere può durare mediamente 5-8 mesi, aggiungendo ai quali tutti i passaggi decisionali, assembleari, progettuali, amministrativi precedenti e successivi ai lavori veri e propri, il tempo complessivamente necessario lievita a 1 anno, forse 1 anno e mezzo.

È chiaro che siamo di fronte a tempi che potrebbero rivelarsi troppo stretti per tanti soggetti interessati a efficientare i propri edifici.

Da qui la chiara necessità di prorogare la durata del provvedimento per non rischiare che il superbonus cada nel vuoto.

Si veda anche: Tutto sul Superbonus 110%, la raccolta di QualEnergia.it

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